Test: in pista con Yamaha R125 e R125 Cup 2010
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Mentre ci avvicinavamo al circuito di Adria, il termometro indicava un terrificante -2° e una fitta nebbia avvolgeva le campagne del rovigino: questo weekend non pareva il più adatto per un test in pista, ma nel giro di poche ore un il sole ha alzato la nebbia e ha consentito l’ingresso sul tracciato, ormai asciutto, delle piccole sportive Yamaha R125 in configurazione standard e Cup.
Il primo approccio, dopo il doveroso Briefing, è di titubante curiosità: il sottoscritto non è un peso piuma come i giovanissimi partecipanti alla R125 Cup (dai 14 ai 18 anni per la categoria Rookies e da 14 in sù per la Open), ma la sella accoglie bene anche coloro che superano abbondantemente l’1.70, garantendo una posizione rannicchiata ma mai troppo costrittiva, simile alle più recenti 600 supersportive.
Partire con il piede giusto, ovvero senza sentirsi Giuliano Ferrara su una minimoto, ha consentito di avvicinarci subito alla piccola monocilindrica di serie come ad una moto vera, cosa che in effetti è. Lo stretto telaio a doppio trave stringe il monocilindrico 4 tempi da 125cc e 15cv della versione standard, che nel giro di lancio si rivela particolarmente intuitiva e stabile, tanto che nel giro seguente siamo già in grado di ottenere le prime sensazioni:
il motore di serie, ovviamente, nell’utilizzo in pista è spremuto al massimo; siamo lontani dalle folli performances delle care vecchie 125 a due tempi e spesso e volentieri il limitatore si fa sentire in uscita di curva (benchè si trovi a 10.000 g/min). Le vibrazioni assenti e dei mezzi manubri posizionati non troppo in basso ci lasciano intuire che la guida su strada, in città, può essere affrontata con scioltezza.
La moto è leggerissima e la ciclistica è dimensionata ad un 125 di questa categoria: troviamo una forcella tradizionale anteriore ed uno stretto telaio sul quale si appende il bel forcellone, sorretto dal monoammortizzatore posteriore. Interasse ridotto e gomme di sezione limitata sono la carta che Yamaha gioca per avere un mezzo estremamente reattivo ma ben equilibrato e con le proporzioni ciclistiche di una moto più grande. La triangolazione sella/pedane/manubrio consente la guida spinta e se la si governa in modo morbido, accompagnandola con movimenti progressivi e puliti, il divertimento è assicurato.
Scesi dalla versione Standard, saliamo sulla versione Cup, in configurazione Rookies, e si comincia ragionare in quanto a verve motoristica. Se bene o male le caratteristiche ciclistiche rimangano le stesse (nella versione open abbiamo in più le pedane arretrate e il mono completamente regolabile) il motore riceve il 50% in più di potenza, dato dal guppo termico 180cc, filtro, centralina e scarico + kit trasmissione finale. I cavalli salgono fino a quota 22-23 (26-27 per la Open, con lavorazione teste e lucidatura condotti) e il limitatore si sposta di oltre 1000 giri verso l’alto.
Con questa, il divertimento fra i cordoli di Adria è decisamente maggiore: guidata pulita, come la precedente versione di serie, godiamo nell’affrontare i tornanti con maggior grinta e vediamo la zona rossa del contagiri allontanarsi dal nostro polso destro. La spinta in uscita di curva è più consistente e finalmente le traiettorie si definiscono maggiormente.
Il reparto frenante, non subisce variazioni da quello di serie: un grosso disco anteriore stretto da una pinza Brembo Serie Oro è quanto di più adatto ci possa essere per un peso piuma così e le staccate con il posteriore che si alleggerisce, come su una qualsiasi supersportiva di cilindrata maggiore, ci fa apprezzare l’equilibrio globale della ciclistica, che è probabilmente la caratteristica più interessante di entrambe le versioni. I Pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa ci hanno consentito pieghe e velocità di percorrenza degne di nota, tanto che un inaspettato confronto con un T-Max 500 da trofeo ha evidenziato questa caratteristica a centro curva, dove eravamo decisamente più veloci!
In conclusione, e ragionando in termini di R125 Cup, la piccola supersportiva può davvero considerarsi un ottimo punto di partenza per le competizioni, e il campionato che le porta in pista è una reale fucina di giovani campioni che si affacciano per la prima volta al mondo delle corse. Le ciclistiche sovradimensionate di rivali come Aprilia RS 125 e Cagiva Mito sono di un’altra categoria rispetto a questa, ma l’equilibrio complessivo del mezzo ha lasciato divertire non poco anche noi, che 16 anni non li abbiamo più da un pezzo.
Come al solito, per tutti i nostri test, vi diamo la possibilità di farci le vostre domande. Avete qualche domanda sulle R125 Standard e Cup?
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