WSBK: #1 sull'Aprilia RSV4 di Max Biaggi
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Come ufficializzato di recente Max Biaggi correrà con il numero #1 sulla carena della sua Aprilia RSV4. Le foto della moto in pista sono di bikeracing.it. Una scelta sicuramente positiva per il Corsaro e per la Casa italiana che lo sfoggerà su tutti i circuiti del mondo: pilota italiano, moto italiana, team italiano e sponsor italiani!
La struttura del team tricolore nel 2011 rimarrà invariata: il cinque volte Campione del Mondo Max Biaggi e il britannico Leon Camier sono i piloti che porteranno in gara le Aprilia RSV4 dalla livrea tricolore. Gigi dall’Igna è confermato nel doppio ruolo di Direttore Tecnico e Sportivo. Francesco Guidotti è il Team Manager, capotecnico della moto di Max Biaggi è Giovanni Sandi, mentre a coordinare l’attività del team di Camier è sempre Emanuele Martinelli.
Da domattina inizia ufficialemente la stagione a Phillip Island con le prime prove libere. Queste le ultime dichiarazioni del pilota romano in previsione gara: “Naturalmente mi sento molto bene e voglio iniziare nel migliore dei modi. Mi sento bene con la moto e la squadra, e l’Aprilia è sicuramente migliorata, anche se è rimasta la stessa. Ma questo weekend è un grande punto interrogativo. Cercherò di essere davanti, con gli altri. Questa pista sembra non soddisfare l’ Aprilia come altri circuiti, ma noi cercheremo di ottenere un buon risultato e il maggior numero di punti possibile. Il test è stato buono e sono abbastanza ottimista per domenica.” A seguire l’intervista ufficiale a Max Biaggi rilasciata da Aprilia.
Da campioni del mondo tu e l’Aprilia sarete il riferimento per gli avversari. Sei pronto a questa nuova sfida?
Sicuramente l’exploit del 2010 ci mette nel mirino di tutti. Non dobbiamo però lasciarci intimidire dalla pressione, la strada giusta è quella del lavoro e della tranquillità. La posta in gioco è alta, vincere è difficilissimo ma confermarsi al vertice è molto, molto più dura. Ne siamo coscienti e quindi, prima di tutto, non sottovaluto gli avversari. Abbiamo una gran squadra, una bella moto, io mi sento in forma e cerco di non farmi mancare le motivazioni.
A proposito di moto, come ti è sembrata la RSV4 durante i test pre-stagionali?
Veloce, ma questa ormai non è una novità. Il feeling è ottimo, si tratta di affinare i particolari che ci danno meno fiducia mantenendo i punti forti di una moto indubbiamente competitiva. La nostra strategia è pragmatica: prevede piccoli passi, evoluzioni continue senza stravolgimenti. I ragazzi in pista e a Noale (l’headquarter di Aprilia, in provincia di Venezia, ndr) lavorano senza sosta per darmi il miglior materiale, poi il mio compito è sfruttarlo al meglio.
Arriva in Superbike Marco Melandri, Leon Haslam avrà sicuramente voglia di rivincita: come vedi i tuoi avversari?
E’ difficile giudicare i valori in campo, e rimarrà così anche dopo la prima gara. Solo verso metà campionato potremo veramente capire chi ha fatto le scelte giuste e il lavoro migliore. Indubbiamente ci sono vari piloti, oltre a Melandri e Haslam penso anche a Rea, che hanno grandi potenzialità e dispongono di ottime moto. Senza mai dimenticare una vecchia volpe come Checa. Sarà davvero dura difendere il titolo ma ci divertiremo, questo è sicuro.
Sei il primo italiano che abbia mai conquistato il mondiale Superbike, ma anche prima di raggiungere questo storico traguardo – in sella a una moto italiana, per di più – hai sempre dichiarato di amare la competizione del WSBK.
Confermo tutto. Mi è piaciuto fin da subito, anche perché mi sono adattato bene allo stile di guida che queste moto impongono. I valori livellati e il grande agonismo che contraddistingue la Superbike fanno il resto, non a caso gli appassionati giudicano il nostro come il campionato più spettacolare delle due ruote. Bagarre in pista e rapporti umani rilassati nel paddock: questo è lo spirito giusto.
Eppure dopo il mondiale, quando tutti si aspettavano un rinnovo scontato del tuo impegno nel WSBK con Aprilia, hai “regalato” ai tuoi tifosi un bel po’ di suspense: in autunno si parlò esplicitamente di ritiro dalle gare. Che c’è stato di vero?
C’è stato che dopo una stagione così dura e dopo aver raggiunto un traguardo così importante, è stato giusto fermarsi un attimo a pensare, a riflettere. Per capire se nel mio intimo c’erano ancora le motivazioni, la forza di affrontare un’altra stagione. Non ho mai fatto e non farò mai le cose a metà, tanto per fare. Un campionato come quello che ci aspetta deve essere affrontato con motivazioni e dedizione assolute. Ho avuto bisogno di avere vicino la mia famiglia, i miei affetti per capire cosa fare. E’ stato giusto farlo e ora non ho alcun dubbio sulla scelta fatta.
Oltre che essere un riferimento in pista, sei anche il pilota più presente in televisione, più fotografato e più ricercato da tifosi e giornalisti. Come vivi questo lato del tuo lavoro?
Non può che farmi piacere, perché se la gente ti cerca significa che ti ammira. Ho sempre cercato il contatto con il pubblico, specialmente con i miei fans più sfegatati che spesso mi preparano delle sorprese dopo la bandiera a scacchi. Il tifo è la nostra vera forza, è ciò che ci spinge a dare il massimo anche nelle situazioni più complicate.
foto | bikeracing.it
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