Sicurezza: l'Anas è tenuta a risarcire le vittime dei guard rail pericolosi

Di L. Lallai
Pubblicato il 23 mar 2011
Sicurezza: l'Anas è tenuta a risarcire le vittime dei guard rail pericolosi


Una sentenza della Suprema Corte crea un’importante precedente per quanto riguarda la sicurezza dei guard rail. Le cosiddette “ghigliottine”, da sempre ritenute un dispositivo di sicurezza passiva che evita alle auto di uscire dalla sede stradale, possono causare gravi infortuni e addirittura la morte. In questo caso l’Anas è responsabile dell’accaduto e quindi tenuto a risarcire la vittima o la famiglia della stessa.

Nel caso analizzato – preso in esame da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” – il giudice di legittimità ha accolto il ricorso della moglie e del figlio di un uomo che percorreva una strada provinciale, sotto la tutela dell’Anas, che era rimasto ucciso in un incidente stradale dopo essere finito contro il guard rail che, come una lama, ne aveva provocato la morte.

Dopo due tentativi di risarcimento respinti, la Cassazione ha accolto il ricorso. I giudici hanno dichiarato che “Per un’anomalia relativa agli strumenti di protezione istallati, è comunque configurabile la responsabilità dell’ente pubblico custode, salvo che quest’ultimo non dimostri di non avere potuto far nulla per evitare il danno. La funzione del guard rail è ontologicamente quella di evitare che qualsiasi condotta di guida non regolare possa portare l’autovettura a pericolose uscite fuori dalla sede stradale”.

Nel frattempo,sempre in tema di sicurezza stradale, la Commissione Trasporti della Camera sta per introdurre un quarto tipo di reato, l’omicidio stradale, con pene più vicine al livello dell’omicidio volontario che non dell’omicidio colposo. Mario Valduccia: “Nelle prossime settimane presenteremo un provvedimento per introdurre nel Codice penale l’omicidio stradale come nuova fattispecie di reato. E’ l’unica ipotesi percorribile per uscire dall’attuale previsione del Codice penale. Ora uno può ammazzare 2-3 persone e stare in galera 4-5 anni e magari neanche questi. Io ritengo che nel momento in cui una persona ubriaca si mette al volante, conosce l’alto rischio a cui va incontro”.

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