Livio Suppo e la scelta 'Open' di Ducati: "Ci sarà da discuterne..."

Il team principal di Honda Repsol dice la sua sulla discussa svolta 'Open' del team italiano: "Capisco Ducati, ma noi non siamo molto contenti..."

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 4 mar 2014
Livio Suppo e la scelta 'Open' di Ducati:

La scorsa settimana, al termine del secondo test ufficiale della MotoGP a Sepang, il Ducati Team ha finalmente ‘sciolto la riserva’ confermando l’adesione alla nuova classe ‘Open’ per il Mondiale MotoGP 2014. La decisione era nell’aria già da diverse settimane, ed alla fine l’annuncio in Malesia non ha fatto altro che ufficializzare quella che ormai era già diventata ben più di una semplice voce.

Praticamente tutti in Ducati si sono dichiarati convinti ed entusiasti dalla scelta, dal nuovo boss del Reparto Corse Gigi Dall’Igna – che sfrutterà la maggiore libertà consentita dal regolamento ‘Open’ per sviluppare la Desmosedici anche nel corso della stagione – fino ai piloti del team Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow, che intravedono la possibilità di fare una stagione più competitiva grazie ai ‘vantaggi’ concessi dalla nuova categoria (cioè i 4 litri di carburante in più, la gomma più morbida e il limite di 12 motori l’anno invece che 5). D’altro canto, cominciare il 2014 con il non indiffirente gap tecnico visto nelle ultime stagioni e senza nessuna possibilità di mettere mano al motore – come impone il regolamento per le moto ‘Factory’ – sarebbe suonato come una ‘mezza condanna’ per i due piloti, che così invece intravedono qualche chance in più per avvicinare i fino a ieri imprendibili prototipi giapponesi.

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Il prezzo da pagare per questa scelta è la rinuncia ad utilizzare un proprio software (sviluppato internamente) per la nuova ECU Dorna/Magneti Marelli, che da quest’anno è obbligatoria per tutte le moto della Premier Class. Tuttavia, le sorprendenti prestazioni messe in mostra dalla FTR-Yamaha di Aleix Espargarò nei due test di Sepang sembrerebbero dimostrare che, tutto sommato, questa rinuncia potrebbe essere accettabile per arrivare ad avvalersi dei vantaggi di cui sopra, senza perdere troppo in termini di competitività.

Inevitabilmente, nel paddock della MotoGP non manca chi storce la bocca di fronte a questa ‘svolta annunciata’ da parte della casa bolognese. Ad inizio anno sembrava dovesse essere il solo Yonny Hernadez (Ducati Pramac) a correre con una Desmosedici in configurazione ‘Open’, ed il fatto che ora lo saranno tutte e quattro le Ducati in pista (inclusa quella di Andrea Iannone), lasciando solo Honda e Yamaha a correre con il regolamento ‘Factory‘ (8 piloti in tutto), è sembrato a molti un’interpretazione molto ‘libera’ del regolamento, non in linea con quello che era lo ‘spirito’ che ha portato all’istituzione della classe ‘Open’.

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Livio Suppo, Team Principal di Honda Repsol e precedentemente boss del Ducati Team negli anni d’oro dell’‘era Stoner’, aveva già espresso alcune perplessità sul regolamento ‘Open’ dopo le prime strabilianti prestazioni di Aleix Espargarò nei test invernali, e la mossa della sua ex-squadra non fa che aumentare i suoi dubbi. In alcune dichiarazioni rilasciate al sito web del Motomondiale durante i test Bridgestone di Phillip Island, Suppo ha così espresso la sua posizione sull’argomento:

“Come Honda, la nostra posizione è chiara. Sappiamo che Ducati è indietro, e per questo le provano tutte per cercare di recuperare. Le regole della classe Open consentiranno loro di lavorare sul motore durante la stagione: questo è importante per loro, e lo capisco. D’altra parte, non siamo stati così felici di vedere che, pochi giorni prima dell’annuncio Ducati, Magneti Marelli ha introdotto un nuovo software molto più elaborato rispetto a quello ‘standard’ della classe ‘Open’. Penso che questo sia qualcosa di cui dovremo discutere.”

“In fin dei conti, se nella classe Open corre anche una moto Factory, non sarà più così ‘a buon mercato’. Io penso che fosse questo l’obiettivo della normativa: creare una classe più ‘economica’. Quindi penso che ci sia bisogno di riconsiderare questo aspetto. Dobbiamo capire, insieme con Dorna e la MSMA [l’associazione dei costruttori], se era chiaro a tutti quale fosse lo scopo di questa classe. Secondo quanto avevamo capito noi – e penso che questa sia stata l’impressione di tutti – questa era una classe che doveva essere ‘meno costosa’ rispetto alle moto ‘Factory’, ma ora, con l’interpretazione di Ducati, non è più così. Quindi adesso si tratta di sederci ad un tavolo tutti assiame e vedere quello che vogliamo fare per il futuro.”

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