MotoGP, italiani solo "comprimari"? Rossi-Ducati, o svolta o divorzio!

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 26 lug 2011
MotoGP, italiani solo


Chiuso il decimo round stagionale di Laguna Seca con il trionfo di Casey Stoner e la conferma di due degni avversari del “canguro” quali Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, la domanda è una sola: e gli italiani? Qui non interessa la disamina aritmetica della situazione ma comprendere in sintesi quel che è successo e quel che può accadere a Valentino Rossi, Andrea Dovizioso, Marco Simoncelli, Loris Capirossi.

A parte l’imolese, (fra l’altro ancora acciaccato e in fase calante, quindi fuori giudizio), gli altri piloti italiani non possono sfuggire a una valutazione fortemente critica. I tre italiani godono (meritatamente) di una situazione particolarmente favorevole: sono piloti super ufficiali con moto e team al top della MotoGP. Tuttavia i conti non tornano.

Cominciamo da Marco Simoncelli, le cui ripetute cadute tagliano le ali alle pur legittime aspettative del podio e anche, perché no, della vittoria. Il talento di Sic è dimostrato dal cronometro. Fatto molto importante ma non decisivo per tradurre la classe di un campione in un mix di qualità straordinarie che sanciscono il fuoriclasse vincente.

Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca

Se Simoncelli paga l’eccessiva irruenza, Dovizioso paga l’eccessivo attendismo. Andrea fatica di più a raggiungere il “limite” e a segnare il tempo, e in corsa pare frenato da una specie di timore reverenziale nel confronto degli avversari, a cominciare dai suoi compagni di squadra. Ma anche in questo caso non è in discussione la classe del pilota, che ha la … sfortuna di avere due compagni dal peso e dal valore di Stoner e Pedrosa, al top della loro carriera. Simoncelli e Dovizioso, piloti dal temperamento molto diverso, non sono chiamati a strafare: devono solo tornare a essere se stessi. Da subito.

E Rossi-Ducati? Da binomio simbolo (potenzialmente) vincente è diventato binomio simbolo di delusione, di amalgama mal riuscita. Quando la legge del marketing sovrasta quella dello sport (e del buon senso) c’è il fallimento.

Dall’epoca delle tirate d’orecchie della Marlboro a Stoner, a quella di Madonna di Campiglio dove i vertici Ducati “sbavavano” per Rossi in presenza di Stoner, fino alle altisonanti dichiarazioni di potenza della vigilia della stagione (anche di Jeremy Burgess), è stato un susseguirsi di errori sul piano tecnico-tecnologico e su quello della comunicazione. Oggi Rossi e la Ducati pagano il conto.

Valentino non ha il secondo in più nel polso ma nemmeno il secondo in meno: non “tira” perché non c’è feeling con la moto, oltre quel passo c’è la caduta certa. Richiamarsi alle performances di Stoner è fuori luogo perchè il “canguro” della Ducati doveva ancora sfondare mentre il Rossi della Ducati deve (doveva?) dimostrare una sua presunta invincibilità su ogni mezzo. E’ sul “vado-l’ammazzo-torno” che Rossi ha fallito. Allora?

Rossi e la Ducati hanno peccato di arroganza, togliendo al pilota e alla dirigenza della Casa italiana non poche penne del loro illustre palmares. Oggi il richiamo all’umiltà non riguarda (solo) i toni e le parole: il progetto iniziale del binomio italiano più gettonato nella storia del motociclismo è fallito. Prenderne atto significa ripartire (quasi) da zero, rifacendo la moto 2012 e resettando le ambizioni del pilota. Altra via non c’è, se non quella del divorzio a fine stagione.

Le voci di un team “personale” di Rossi nel 2012 con moto Honda sono solo fantasie alimentate dagli stessi ambienti che fino a pochi giorni fa battevano il tam tam dei trionfi certi di Valentino sulla Rossa, snobbando e insultando chi, come Motoblog, richiamava a stare con i piedi per terra. Voci che comunque dimostrano la realtà fatta di sbandamento e disorientamento totali.

Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca
Rossi, Simoncelli, Dovizioso e Capirossi a Laguna Seca

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