SBK “via-vai”: Case che entrano sponsor che scappano, Red-Bull addio!
Perché una tale pesantissima decisione proprio adesso che la Casa dell’Ala dorata pare decisa a rientrare in forza nel Wsbk dopo ben 16 anni di “manfrina”?
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Non è facile star dietro all’altalena di notizie sul mondiale SBK. Il promoter Dorna annuncia festante lo scorso venerdì all’Eicma di Milano la partecipazione al Mondiale 2019 (solo per la gare europee) del team Motocorsa con Lorenzo Zanetti? Dopo tre giorni la smentita dello stesso Team: “Parteciperemo solo alle due gare italiane iridate a Imola e Misano con un pilota wild card”. Tant’è.
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Fuochi d’artificio per il gran ritorno in veste ufficiale di Honda-Hrc e Bmw? Sperando che, anche qui, non ci siano docce fredde, ecco la “tegolata” dell’addio dello sponsor Red Bull che lascia “a terra” Moriwaki e la Honda-Hrc. Perché una tale pesantissima decisione proprio adesso che la Casa dell’Ala dorata pare decisa a rientrare in forza nel Wsbk dopo ben 16 anni di “manfrina”? Delusione per le due ultime stagioni negativissime? Delusione ancora più pesante per dover legare il proprio brand a due piloti (Leon Camier e Ryuichi Kiyonari) poco convincenti sul piano dei risultati e dell’immagine globale? Fatto sta che il forfait del colosso internazionale delle bevande energetiche non solo adesso lascia vuote le casse del Team costretto quindi in gran fretta a cercare una non facile alternativa (o un nuovo sponsor adeguato o non resta che metter mano alla cassa interna Honda) ma, oltre a privare la SBK di un nome di rilevanza mondiale anche sul piano dell’immagine e della comunicazione, riapre interrogativi e pone dubbi sulla “consistenza” complessiva del campionato.
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Evidentemente qualcosa non torna. Colossi come Red Bull non hanno problemi di budget. Ma la loro religione è una sola: “Do ut des”. Questi, i conti li sanno fare e non investono neppure un dollaro (o un euro) se il ritorno promo-pubblicitario non è adeguatamente garantito. Al di là delle dichiarazioni con la fanfara del promoter Dorna la SBK è dentro una crisi di identità e di gestione pesantissima confermata, oltre che dalla qualità e dalla quantità dei piloti e delle moto in griglia, dal pubblico sugli spalti degli autodromi e davanti alle tv in costante discesa, oramai sotto il limite di guardia.
Insomma, la crisi della SBK c’è, con Dorna tutta presa a coccolare la gallina d’oro MotoGP e intervenendo nel mondiale derivate di serie con regolamenti farlocchi e idee – l’ultima è quella della terza gara! – da Oscar all’incontrario. Red Bull dice addio? Evidentemente, per la multinazionale delle bevande energetiche, il gioco non vale più la candela.
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