MotoGP: Aprilia, 2019 anno del rilancio?
Con Rivola al debutto nel suo non facile ruolo di Ad, Romano Albesiano si libera del fardello del management e dintorni, quindi a tempo pieno nella gestione tecnica.
C’è attesa in MotoGP per l’Aprilia chiamata quest’anno al salto di qualità dopo la crescita nel 2017 interrotta però nel 2018, stagione ben al di sotto delle aspettative. La nuova moto ha avuto problemi, soprattutto di telaio, tant’è che dopo l’avvio stentato si è tornati ad usare quello del 2017. Di fatto si è rimasti in mezzo al guado.
A fine campionato Aleix Espargarò si è piazzato 17esimo e Scott Redding 21esimo mentre la Casa di Noale ha dovuto indossare la “maglia nera”, per l’ultimo posto nel mondiale Costruttori e terzultimo posto nella classifica riservata alle squadre. Evidentemente, quella “fantasia e fiducia” a cui si era appellato il presidente Roberto Colaninno nella presentazione del Team per la stagione 2018 non ha portato i risultati sperati.
Così, dai vertici Piaggio, ecco per il 2019 l’imperativo dal sapore di out-out: “Quest’anno vogliamo almeno una vittoria!”. Da qui l’esigenza di musica nuova cambiando direttore d’orchestra e musicisti nella logica di una mezza rivoluzione, o forse di più. Ai vertici di Aprilia Racing c’è da inizio d’anno quale Amministratore delegato Massimo Rivola, lunga esperienza in Formula 1 in Minardi, Toro Rosso, Ferrari.
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Come dire, se alla MotoGP serve la “filosofia” manageriale della Formula 1 considerata più avanzata della MotoGP, tanto vale servirsi di chi quel tipo di esperienza l’ha vissuta pur se ben diverse sono le due realtà (ad esempio, Aprilia non è Ferrari) e soprattutto, al di là della discutibile esigenza di emulazione delle due ruote rispetto alle 4 ruote, la MotoGP ha le sue peculiarità: su quelle bisogna avere esperienze e su quelle si deve lavorare.
A dire il vero, c’è qualche perplessità sulla prima esternazione tecnico-strategica di Rivola in particolare riguardo all’elettronica: “che rischia – secondo il nuovo Ad – di essere troppo invasiva, come già in Formula 1” non considerando che in MotoGP vige dal 2016 il regime della centralina unica con software meno sofisticati e limiti e restrizioni ben noti.
Fra l’altro, parti di questi benefici vengono in parte passati sulle moto sportive di serie, specie a vantaggio della sicurezza. Ciò porta alla questione dei regolamenti, di chi li imposta e li impone e perché: una “patata bollente” che rimbalza, che pesa e incide sulla competitività delle moto delle varie Case e sui risultati di gare e campionati. Una “gatta da pelare” per Rivola che dovrà salire ai piani alti di Dorna per riaffermare il peso “politico” di Aprilia-Piaggio con proposte relative ai regolamenti senza subire i diktat altrui.
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Non sono questioni di lana caprina: basti pensare al ruolo dell’Ing. Dall’Igna capace di “convincere” Dorna per regolamenti di fatto “pro Ducati” (e anti… giapponesi) come – appunto – sull’utilizzo della nuova centralina unica, delle ali per l’aerodinamica ecc. Non sarà facile per Rivola impostare e far prevalere nuove strategie, con Aprilia ancora fuori dalla prima fila, in MotoGP con un solo Team (due moto ufficiali) e, peraltro, con una squadra la cui iscrizione nel campionato a numero chiuso della classe regina appartiene a Fausto Gresini. Anche per Rivola, quindi, vale il detto: Hic Rhodus hic salta.
Con Rivola al debutto nel suo non facile ruolo di Ad, Romano Albesiano si libera del fardello del management e dintorni, quindi a tempo pieno nella gestione tecnica. Nuovi anche i capotecnici Antonio Jimenez e Fabrizio Cecchini. Per i piloti, via Scott Redding, accanto al confermato “solido” Espargarò è arrivato Andrea Iannone (ex Ducati ex Suzuki) considerato fra i “top driver”, cui si aggiunge il nuovo tester Bradley Smith, ex Ktm.
Il 2019, oltre alle aspettative, ripropone vecchi e nuovi interrogativi. Prima questione: l’addio da Noale di una punta di diamante qual è l’Ing. Mario Manganelli passato armi e bagagli in Mercedes F1, una perdita non da poco. Comunque, rema chi sta sulla barca. Al di là delle dichiarazioni per lo più di “propaganda” è tutto da scoprire il livello attuale di competitività della nuova moto.
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E’ vero, negli ultimi test di Sepang la RS-GP 2019 è apparsa “rinfrancata” con Aleix Espargarò in bella forma – alla fine settimo tempo (a sette decimi dal record di Petrucci-Ducati e a quattro decimi da Vinales-Yamaha, il migliore sul passo) – ma con Iannone all’angolo del ring, debilitato da antibiotici assunti – pare – dopo (l’ennesimo?) intervento di chirurgia estetica. Tant’è.
Dicevamo: qual è la base di partenza della nuova moto di Noale? Adesso si inizia il 2019 con il nuovo telaio e con il motore 2018 rivisitato (si parla di una potenza di oltre 270 CV), più “dolce” e sfruttabile, per ottimizzare il sistema elettronico-telaio-gomme-aerodinamica superando i problemi di “bilanciamento”.
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Il nodo, sostanzialmente, era e resto quello dell’elettronica, nodo che può essere affrontato e risolto all’interno con le forze di Aprilia anche perché le Case avversarie hanno da tempo “pescato” le migliori professionalità specifiche dove si poteva pescare (leggi Magneti Marelli). Va evitato, innanzi tutto, di percorrere la strada della ricerca all’esterno di soluzioni a problemi che poi tali restano. Serve la “scossa” ma senza scelte avventate, evitando scorciatoie.
In altre parole, il Gruppo Piaggio se crede – come pare creda – nel progetto MotoGP ha le forze economiche per reggere l’urto così come Aprilia dispone di mezzi e forze professionali qualificate e di esperienza, adeguate per“fare bene” risalando la china. In questo senso, è auspicabile che il nuovo Ad Rivola non disperda vieppiù il potenziale tecnico a disposizione, anzi punti con la massima convinzione sulle risorse interne, magari potenziandole e motivandole ulteriormente, risorse che sono il “valore” aggiunto e decisivo per un nuovo step del progetto per una MotoGP competitiva.
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C’è infine, non certo secondaria, la questione piloti. Iannone è un bel manico, pilota di talento ma ha già dimostrato in passato limiti caratteriali e di gestione personale in pista e fuori vanificando spesso il proprio potenziale. Quel che è accaduto negli ultimi test di Sepang, con addirittura il forfait nell’ultima giornata e con un certo “smarrimento” complessivo, non è di buon auspicio e non resta che sperare in una condotta più “professionale” dell’asso abruzzese.
Insomma, Andrea deve dimostrare in pista di guadagnarsi il non disprezzabile ingaggio. Fra i due piloti potrebbe essere proprio il meno roboante Espargarò la “sorpresa” e fare centro (anche il colpaccio?) dando un “senso” alla stagione. In questo Aleix ha l’ausilio di un tecnico quale Jimenez, già rodato in MotoGP e forte di un buon feeling con il suo pilota. Più ostica la prova del pur validissimo tecnico Cecchini – da anni autorevolmente in Moto3 con il Team Gresini – che però sconta una esperienza nella classe regina meno costante e “fresca”, con in mano un pilota forte ma spesso… fuori misura.
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Spetta a Rivola guidare la squadra con mano d’acciaio in guanto di velluto, soprattutto mantenendosi equidistante nella gestione e nella valutazione dei due piloti. Non sarà facile gestire i due “galletti”, capaci di exploit ma anche di trasformare il box in… ring, mandando a carte quarantotto la stagione. All’Aprilia serve competitività e risultati. Alla MotoGP serve una Aprilia non più fanalino di coda ma protagonista, grande fra i grandi.
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