Superbike: 1199, 1299 o V4-1000 nel futuro di Ducati?
La 1199 Panigale in SBK è in crescita, ma non basta ancora. Però c'è la 1299. E se venisse omologata? Oppure Ducati deve guardare ai 4 cilindri, per tornare a vincere?
Primo giro di Gara 1 delle SBK (questa la copertura tv per i due round di Portimao) a Donington. Davide Giugliano infila Tom Sykes, i due piloti escono appaiati dalla curva e sono ancora fianco a fianco quando le moto si raddrizzano e si lanciano su uno dei brevi rettilinei della pista inglese.
In due o trecento metri, la Kawasaki è davanti alla Ducati di quasi due moto. La ripartenza, fase che un tempo era una delle armi più letali della rossa bolognese, oggi è una delle spine nel fianco per quella che, dopo il ritiro di EBR, è rimasta l’unica bicilindrica del lotto.
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La Panigale, complici le modifiche al regolamento ed i miglioramenti introdotti dal team guidato da Ernesto Marinelli, ha considerevolmente ridotto il gap in termini di velocità massima rispetto alle quattro cilindri, ma questo da solo ancora non basta e potrebbe non essere sufficiente nemmeno in futuro.
Sia in prova che in gara, la 1199 si muove come nessun altra, sia con Davies che con Giugliano, due piloti dalla guida certamente istintiva, ma che danno costantemente l’impressione di viaggiare sul filo del limite della bicilindrica bolognese per poter stare con i primi.
Ma quello della rossa non è necessariamente un progetto nato male come sostengono alcuni, quanto piuttosto è forse il canto del cigno di un frazionamento a cui, per merito dei progressi dei quattro cilindri 1000 cc, non basta più il 20% di vantaggio in termini di cubatura.
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Da sempre i sostenitori della causa sostengono che il gap tra 2 e 4 cilindri dovrebbe essere maggiore. C’è chi dice che il punto di pareggio si avrebbe con un rapporto di 1:1,3 (che equivarrebbe ad un bicilindrico di 1300 cc), chi parla di 1440 cc come cilindrata che consente ad un 2C di potersi misurare alla pari con i plurifrazionati e così via.
Dall’altra parte però, c’è anche chi afferma che, per Ducati, non è la produzione di serie a finire in SBK, quanto piuttosto sono le esigenze della Superbike (e di vittoria in questa classe) ad essere il traino a realizzare moto stradali, ricordando anche che, nelle annate dal 2003 al 2007, quando cioè due e quattro cilindri erano entrambi 1000, a Borgo Panigale sono arrivati tre titoli costruttori ed altrettanti piloti sui cinque disputati.
Qualunque sia la risposta corretta (e da qui in poi, è bene precisarlo, si entra nel campo del totalmente ipotetico), alla casa di Borgo Panigale potrebbe giovare il convincere Dorna ad aumentare un’altra volta la cilindrata massima permessa ai bicilindrici, in modo da poter utilizzare la nuova 1299 Panigale, che è riuscita a risolvere buona parte delle lacune, a livello di erogazione, della 1199.
Con il motore di 1285cc infatti, i tecnici bolognesi sono riusciti a ridonare “l’anima da pompone” alla moto ottenendo, agli alti regimi, lo stesso allungo del precedente motore, capace di girare a quasi 11 mila giri, senza però sacrificare “la schiena” ai medi e bassi, caratteristica che invece difetta un po’ nell’attuale rossa impegnata nel mondiale SBK.
Non è detto che la 1299 sia stata creata, in Ducati, con l’intento di farla gareggiare, ma di certo a Borgo Panigale non si lamenterebbero se riuscissero ad ottenere questa concessione. Il problema sarebbe più che altro farla digerire agli altri costruttori, con Aprilia che potrebbe a sua volta richiedere un aumento della cubatura per le 4 cilindri, avendo già pronto in casa il V4 di 1077cc che equipaggia la nuova Tuono 1100, anche se questa appare una ipotesi quanto mai peregrina.
L’alternativa, per Ducati, è quella di proseguire lo sviluppo dell’attuale moto, oppure girare totalmente pagina e, pur senza snaturare la propria filosofia di produttore di motori bicilindrici, realizzare una moto con propulsore a quattro cilindri, magari a “V”, come la storica Desmosedici RR.
La proprietà della casa bolognese da parte di Audi ed il tradizionale approccio della casa di Ingolstadt alle competizioni potrebbe rendere questa operazione molto più realizzabile di quanto non potesse sembrare in passato. Non resta che attendere, anche il regolamento SBK 2016. 🙂