Suzuki Burgman 650 MY 2013: il test di Motoblog sulle strade di Roma
Abbiamo messo alla prova sulle antiche strade interne di Roma e sul circuito extra-urbano che la circonda, il nuovo Suzuki Burgman 650 M.Y. 2013
Roma – La Capitale celebra il ritorno di uno dei modelli di scooter più diffusi tra le sue antichissime strade. Arrivato nel 1998, nella sola cilindrata 250cc, il Burgman ha da sempre affascinato la sua vasta clientela per il suo comfort e la sua versatilità nell’utilizzo cittadino di tutti i giorni. A 15 anni dalla sua nascita, la casa di Hamamatsu porta il Burgman 650 alla sua ultima evoluzione, ricca di novità e sicuramente al passo coi tempi.
Il Suzuki Burgman 650 M.Y. 2013, si differenzia dalla precedente generazione per le sue linee più morbide e raffinate, per una maggiore ricerca dei dettagli e per la struttura rinnovata e migliorata notevolmente, alleggerita dalle parti ritenute ormai in eccesso e sostituite con materiali e soluzioni all’avanguardia.
Il propulsore, rimane il classico bicilindrico da 638cc a 8 valvole, affidabile e potente, dolce nell’erogazione e migliorato in alcuni dettagli. Anche la scatola del cambio automatico/sequenziale (caratteristica che contraddistingue da sempre questo maxi-scooter) ha subito ulteriori interventi a livello della frizione che, grazie alla riduzione del peso dei dischi, consente una migliore manovrabilità dello scooter da fermo. Il prezzo finale è di 9.990 euro per la versione Standard e di 10.490 euro per la versione Executive, dotata di schienalino passeggero e manopole e sella riscaldate.
Design ed Estetica
Fin dal 2002, il Burgman 650 si è sempre distinto dagli altri maxi-scooter per la sua grande mole e per un design votato alla comodità e al comfort di guida. Tuttavia, nonostante il suo aspetto imponente, il maxi-scooter di Hamamatsu ha mantenuto la giusta agilità sia nel traffico cittadino (suo habitat naturale) sia nelle strade di montagna più impegnative.
Nel M.Y. 2013, i designers e i tecnici hanno apportato notevoli modifiche a livello strutturale che hanno consentito di diminuire le dimensioni delle carene, specialmente nella parte posteriore, ora più snella e compatta. Una soluzione che abbiamo tanto apprezzato, è stata la scanalatura ricavata tra la pedana pilota e quella passeggero, dove alloggiano istintivamente le gambe del pilota una volta in sosta. Questa soluzione, abbinata ad una sella più stretta nei lati, garantisce maggiore stabilità al pilota durante gli spostamenti da fermo.
Le linee che caratterizzano le nuove carene del Burgman 650 M.Y. 2013, sono più filanti rispetto alla precedente generazione e si integrano perfettamente con l’anima dello scooter: comodo ma efficace, versatile e determinato, e dotato di alcuni dettagli che ci riportano alle 4 ruote.
Gli specchietti retrovisori con indicatori di direzione integrati che si retraggono elettronicamente, il quadro strumenti con tachimetro e contagiri analogici separati da un display LCD, lo sportellino che nasconde il tappo del serbatoio carburante posto sulla carena posteriore sinistra e la leva del freno a mano integrata nella carena sinistra sotto la sella del pilota, sono i quattro dettagli che sottolineano quanto il Burgman 650 M.Y 2013, in termini di comodità, si avvicini all’automobile.
Per quanto riguarda invece l’illuminazione della strada, all’anteriore troviamo un gruppo ottico più grande rispetto al precedente modello e due piccole ma efficaci luci di posizione a LED posizionati sotto di esso. La protezione dal vento è invece garantita in parte dal parabrezza regolabile elettronicamente, grazie ad un interruttore posto sul blocchetto destro dei comandi sul manubrio. Al posteriore, le dimensioni del gruppo ottico fanale/stop sono state ridotte per integrarsi perfettamente con la struttura dello scooter, adesso più compatta.
Sotto la pedana destra del passeggero, trova spazio un grande terminale di scarico cromato che nasconde quasi completamente la ruota posteriore. Risalendo su, il tunnel centrale si unisce al retroscudo dove sono stati sistemati tre diversi portaoggetti, uno dei quali (il più grande) dotato di chiusura a chiave.
Il manubrio, sistemato alla giusta altezza, è caratterizzato da due blocchetti dei comandi attraverso i quali si gestiscono le funzioni principali del nuovo Burgman 650. Mentre nel blocchetto di destra sono stati sistemati i soli comandi di avviamento, quattro frecce, parabrezza e spegnimento motore, il blocchetto di sinistra colpisce per l’esagerata quantità di pulsanti di cui è dotato.
Con il solo utilizzo del pollice sinistro, possiamo gestire: indicatori di direzione, devio luci, clacson, pulsante modalità Power, modalità di guida automatica/sequenziale, pulsanti Up & Down del cambio sequenziale e (nella versione Executive) il comando per l’accensione delle manopole riscaldate.
Come sempre, il vano sottosella è molto ampio (50 litri) e in questo nuovo modello ha acquisito una comoda luce interna che aiuta a vedere meglio all’interno nei luoghi meno illuminati durante la notte. Per chi non è soddisfatto delle ottime capacità di carico di questo maxi-scooter, Suzuki mette comunque a disposizione un pratico bauletto perfettamente in linea con il design del Burgman 650.
La Tecnica
Le principali novità a livello tecnico che caratterizzano il nuovo Suzuki Burgman 650 M.Y. 2013 riguardano principalmente il telaio. La robusta struttura tubolare ha perso qualche chilo grazie alla sezione di coda completamente ridisegnata e che ha permesso ai designer di creare carene più compatte e filanti.
Il propulsore è l’efficientissimo bicilindrico 8 valvole da 638cc raffreddato a liquido. Il sistema d’iniezione elettronica è dotato adesso di nuovi iniettori più piccoli e performanti dei precedenti, il tutto associato ad un innovativo sistema chiamato PAIR (Pulsed-secondary AIR-injection), un meccanismo che immette l’aria direttamente nei condotti di scarico, migliorando la combustione e riducendo al minimo i consumi e le emissioni di CO2
Attraverso i diversi pulsanti sistemati nel blocchetto sinistro del manubrio, si gestisce il SECVT (Suzuki Electronically-controlled Continuously Variable Transmission). In questo modo è possibile scegliere tra tre diverse modalità di trasmissione: Drive, Power e Manuale. In modalità Drive il motore lavora a regimi molto bassi e l’erogazione è molto dolce e pacata, mentre in modalità Power il regime del motore sale automaticamente di mille giri per minuto e l’erogazione rimane dolce ma più briosa, mentre il freno motore si fa sentire molto di più.
In modalità Manuale è il pilota a gestire il comportamento del cambio, attraverso i tasti Up & Down posti sempre sul blocchetto sinistro del manubrio, una posizione un po’ scomoda perché nella “guida sportiva” l’utilizzo del pollice nelle cambiate veloci non consente una presa efficace sulla leva del freno posteriore.
I classici dischi della frizione sono stati sostituiti con dei dischi in sughero che hanno permesso di ridurre l’attrito di trascinamento del 35%, riuscendo così a permettere al pilota di spostare più facilmente il mezzo da fermo. Il sistema di scarico è completamente nuovo e conforme alle rigide normative vigenti in termini d’inquinamento ambientale ed acustico.
Il quadro strumenti è dotato di tutte le informazioni necessarie alla guida e che illustrano al pilota le condizioni del proprio mezzo. Una spia verde con scritto Eco si accende quando il pilota durante la guida mantiene i consumi bassi, attraverso un calcolo sul consumo che avviene ogni 0.2 secondi.
Per quanto riguarda invece l’impianto frenante, il nuovo Burgman 650 ha ricevuto all’anteriore un doppio freno a disco con dischi semiflottanti e un modulo ABS più leggero del 55% rispetto al precedente modello, caratteristica che ha giovato al peso complessivo finale del maxi-scooter.
La guida in città
Roma, si sa, è una città che offre tantissimo a livello paesaggistico culturale, ma a livello stradale è tra le principali città italiane a mettere a dura prova le abilità dei motociclisti e le capacità dei loro mezzi. E allora quale circuito migliore per testare a fondo questo nuovo Burgaman 650, se non la Capitale? Qui infatti, il maxi-scooter di punta di Hamamatsu è tra i due ruote più diffusi tra le migliaia di cittadini che si spostano lungo tutta la città per recarsi a lavoro ogni giorno.
Saliti in sella, ci troviamo subito a nostro agio con il manubrio e le pedane ben disegnate, che garantiscono un’ottima stabilità durante le soste al semaforo o le manovre di parcheggio più azzardate. Partiamo con la modalità Drive, la più indicata per gli spostamenti urbani. L’erogazione della potenza è molto pacata e ci consente di girare a fondo la manopola del gas senza la paura di aver esagerato troppo.
Tuttavia, se vogliamo ottenere una risposta più pronta, basta passare alla modalità Power che farà aumentare di mille giri il regime del motore e ci regalerà un po’ di brio, leggermente a discapito del comfort di guida, che viene un po’ compromesso dal freno motore un po’ troppo influente.
La frenata è decisa ma morbida e l’ABS entra solo se chiediamo un po’ troppo ad entrambi i freni. La stabilità è ottima su qualsiasi terreno (asfalto sporco, sampietrini, bagnato), anche se l’anteriore fa un po’ fatica ad assorbire le buche più profonde. La sospensione posteriore lavora invece egregiamente, salvaguardando la schiena del pilota qualora il percorso affrontato (come in questo caso) fosse un po’ troppo impervio.
Il riparo dal freddo e dal vento è abbastanza elevato, anche se il parabrezza (regolato nella sua posizione più alta) non ripara del tutto i piloti di medio/alta statura. Il comfort è comunque molto elevato, sopratutto grazie alla sella ben disegnata e accompagnata dallo schienalino per il supporto lombare regolabile su 5 posizioni.
La guida su strada
Il percorso extra-urbano rientra perfettamente nel carattere di questo maxi-scooter giapponese, che può affrontare senza problemi gite di medio raggio nel massimo del comfort e del piacere di guida. Il percorso lungo il quale abbiamo testato a fondo il nuovo Suzuki Burgman 650 M.Y. 2013, comprendeva tratti rettilinei molto lunghi e una serie di curve (dove l’asfalto non era nelle migliori condizioni) che hanno messo a dura prova le ottime capacità di questo maxi-scooter.
In rettilineo, le vibrazioni sono minime e il comfort è davvero elevato, anche se il pilota (specialmente di alta statura) non è del tutto riparato dall’aria. Una volta terminato il tratto autostradale, ci dirigiamo verso il parco divertimenti dei motociclisti romani: da Santa Severa cominciamo a salire verso Tolfa, lungo una serie di curve a esse molto strette e tornanti in pendenza che ci hanno permesso di saggiare a fondo le doti del Burgman.
Lo scooter si comporta molto bene, nonostante la sua mole apparentemente imponente. Agile e veloce nei cambi di direzione, scende facilmente in piega e tocca senza problemi il cavalletto, rimanendo sempre ben composto e stabile, nonostante le condizioni dell’asfalto non siano delle migliori. Abbiamo affrontato la salita nelle modalità più “sportive”: Power e Manuale.
Nella modalità Power, dobbiamo solo pensare a gestire al meglio la manopola del gas, senza comunque aver paura di spalancare in uscita di curva. La risposta del motore è veloce ma al tempo stesso ci permette di capire quando arriverà la coppia, ben distribuita lungo tutto l’arco di erogazione.
In modalità Manuale, dobbiamo invece impegnarci un po’ di più se vogliamo essere più veloci, ma sopratutto se non vogliamo rinunciare all’utilizzo del freno posteriore. L’alloggiamento dei pulsanti del cambio ci obbliga ad usare il pollice che dunque non si trova più ad avvolgere la manopola sinistra e quindi, la sua posizione, impedisce a indice e medio di agire perfettamente sulla leva del freno posteriore.
Il comportamento dei freni ci ha soddisfatto pienamente, risultando molto efficace anche nell’utilizzo più veloce e sportivo, dove si richiedono staccate ritardate e quindi più decise, che mettono a dura prova i due dischi anteriori e il sistema ABS adesso più leggero.
Le sospensioni hanno dimostrato di essere all’altezza di una guida più veloce garantendo sempre il massimo del comfort. Anche in queste condizioni, la sospensione anteriore è risultata un po’ morbida, specialmente in ingresso di curva. Ottimo lavoro invece al posteriore, dove il mono la coppia di ammortizzatori gestisce perfettamente l’ottima trazione.
Pregi e Difetti
Piace
Comfort di guida
Stabilità
Frenata
Erogazione
Capacità di carico
Agilità
Dotazioni
Non piace
Freno motore un po’ influente in modalità Power
Retroscudo poco curato nei dettagli
Sospensione anteriore un po’ troppo morbida
Troppi comandi sul blocchetto sinistro
Caratteristiche Tecniche
Dimensioni
Lunghezza massima 2.270 mm
Larghezza massima 810 mm
Altezza massima 1.430 mm
Interasse 1.590 mm
Altezza da terra 120 mm
Altezza della sella da terra 755 mm 750 mm
Motore
Tipo di motore: 2 cilindri, 4 tempi, raffreddamento a liquido,doppio albero a camme in testa
Alesaggio per corsa 75.5 mm × 71.3 mm
Cilindrata 638 cm3
Rapporto di compressione 11.2 : 1
Alimentazione Iniezione diretta
Sistema di avviamento Elettrico
Sistema di lubrificazione Carter umido
Trasmissione SECVT
Sospensioni
Anteriore: forcella telescopica con molla e licoidale e ammortizzatore idraulico
Posteriore: forcella oscillante con molla e licoidale e ammortizzatore idraulico
Angolo di canotto/Avancorsa: 26°10’ /106 mm
Freni
Anteriore a doppio disco
Posteriore a disco
Pneumatici
Anteriore 120/70R15M/C 56H senza camera d’aria
Posteriore 160/50R14M/C 65H, senza camera d’aria
Accensione elettronica (Transistorizzata)
Capacità del serbatoio 15,0 l
Capacità dell’olio(Revisione) 3,4 l