Parola di Pierre
Twistingasphalt pubblica un’intervista rilasciata da Pierre Terblanche alla rivista Bike, in cui il designer della casa di Borgo Panigale parla delle sue creature, di vita ducatista e di voglia di uscire dagli schemi.
Eccone qualche stralcio, liberamente tradotto e abbreviato, ma -spero- fedele ai pensieri mai scontati, (soprattutto l’ultima parte) di Terblanche:
Le Sport Classic
Ne sono molto orgoglioso…è un’errore disegnare moto solo per chi vuole le supersportive. La gente le ama, molti (oltre 5.000) hanno lasciato un deposito appena le hanno viste, già un anno prima che entrassero in produzione, pur di assicurarsene una.
La gamma Sport Classic è una mia idea, in un angolo del mio studio c’è una foto della mia prima moto, una 750 GT …ma non ho voluto fare delle repliche di quelle vecchie moto, l’ispirazione è quella, ma le Sport Classic sono probabilmente le più divertenti (handling il termine usato da Terblanche…) moto che abbiamo mai costruito.
La 999
Non sono rimasto sorpeso della tiepida accoglienza che il pubblico le ha riservato. Lanciammo la 999 nel momento stesso in cui il Mondiale Superbike perse di prestigio, a favore della nuova formula della MotoGP.
La gente guarda al passato con nostalgia, ma non sa che anche per la 916 all’inizio fu dura: in Francia ci vollero 18 mesi prima che il mercato si scaldasse per la nostra sportiva che prendeva il posto della 888…
Se hai una moto-icona come la 916, ci vuole tempo perché il mercato accetti la sua sostituta…
Le nuove idee
Devo essere sincero: mi ha un pò deluso che la gente abbia accettato più rapidamente le Sport Classic, che la 999, è stato un freno alla realizzazione di idee veramente nuove.
Noi designer non siamo artisti…il nostro lavoro è di fare soldi per conto della Società. La parte più dura del nostro lavoro è che sappiamo che possiamo fare cose molto più avanzate di quelle che facciamo, ma la gente non ce ne dà l’opportunità. Io credo che potremmo e dovremmo essere molto più coraggiosi.
I clienti appassionati
Ci dà molta fiducia sapere che molti nostri clienti compreranno le nostre moto prima ancora che inizi la produzione. Conosco gente in America che ha già ordinato tutte e tre le Sport Classic. Non sono così costose e loro si sono fatti il set completo…
I pomponi…
Se devo essere onesto, si: sono un pò stufo di disegnare moto intorno ai bicilindrici a L, ma questo è ciò che fa Ducati. Io non sono diverso da chiunque altro: vado al lavoro e devo fare quello che vogliono che io faccia. Noi facciamo motori bcilindrici a L e telai in tubi d’acciaio, ma non è detto che dovremo fare così per sempre. La tradizione di oggi è l’innovazione di ieri.
Quando la gente dice: ” non possiamo cambiarlo perché questo è lo standard…”, io dico ” Quando è cominciato lo standard? Nel 1958, nel 1980, o nel 1995? E prima che diventasse lo standard, che cosa avevamo?
Se tutto è standard, non cambieremo mai niente…
L’intervista è stata rilasciata prima del Salone di Milano, prima quindi che la Hypermotard (a lui attribuibile…) fosse svelata; beh, qualcosa adesso è cambiato, o no?