Fabio Fasola "tagliandato" alla spalla
Siamo sempre tutti molto attenti ai tagliandi delle nostre moto: 1.000, 3.000, 10.000 km, minimo uno all’anno.
Non sempre però abbiamo la stessa cura per il nostro fisico, trascurando spesso qualche “ammaccatura” senza pensare che col tempo potrebbe darci dei problemi più seri.
A tal proposito, eccovi il racconto di Fabio Fasola – noto guru del fuoristrada – alle prese con una spalla un po’ “ballerina“.
Tre anni fa sono caduto battendo forte la spalla destra (a quella sinistra avevo già dovuto fare rifare la “testa” per una caduta in Egitto, durante il Rally). Mi ha dato fastidio, per tutti questi anni, ma mai veramente male. Ma un mese fa, ecco, ha cominciato a “protestare“. Non urli, non lamentele. Semplicemente se ne andava fuoriposto alla minima sollecitazione. Uscendo dalla sua sede, chiaramente la mobilità del braccio è compromessa, così bisogna rimetterla dentro con l’aiuto di un amico, un compagno di tour o del medico amico. L’altra notte mi sono girato nel letto ed è uscita un’altra volta. Ho rimediato con una dolorosa spallata contro l’armadio (tipo arma letale! ndr), ma al mattino mi sono detto che non si poteva continuare così.
Sono andato al Galeazzi e, alla fine della visita, dell’anamnesi, mi hanno chiesto come avevo fatto ad arrivare sino ad ora in quelle condizioni, ed in alternativa dove speravo di andare continuando. Mi hanno convinto rapidamente, anche mettendomi un poco di fottutissima paura: la spalla era veramente conciata male. Due giorni dopo ero pronto, alla “canna del gas” dell’anestesia totale. Due ore di lavoro di fino, di ricostruzione della sede della testa dell’omero, di ricucitura delle masse muscolari “bucate“. Poi il risveglio doloroso, la sensazione di immobilità del braccio. “Ganzi“, i medici. Per farmi pensare ad altro mi hanno detto, con la faccia trafitta da finta preoccupazzione, di avermi operato alla spalla sbagliata. Così mi son distratto, ed ho superato la crisi. Adesso qualche giorno di convalescenza (“loro” dicono almeno una ventina), poi di nuovo in sella… Eccomi “tagliandato“!
Di Fabio Fasola
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