Campionato francese "Montèe Impossible"
Se ne parla sempre troppo poco, di quelle piccole realtà che fanno grande il mondo del motociclismo. Sono in genere idee covate per anni nei cuori e nei cervelli di piccole grandi persone, che con gli anni incontrano altri individui con in testa le stesse identiche fissazioni, e da una semplice associazione di idee si arriva, con un po’ di sacrifici, a dare una forma, un colore e una consistenza ai sogni.
In questo caso le piccole grandi persone sono coloro che hanno creato il Montèe Impossible, ovvero come portare in Francia una disciplina agonistica che vede i natali e la massima diffusione in USA: l’hill climb.
Ma in cosa consiste precisamente?
Prendete un costone di montagna molto ripido e liscio, senza alberi, mettete un traguardo in cima e dei motociclisti a valle. Chi raggiunge nel minor tempo il traguardo vince… ammesso che qualcuno riesca a raggiungerlo.
Detto così sembra semplice, ma le pendenze che questi autentici pazzi affrontano sono ai limiti della fisica e in certi punti raggiungono anche i 90°. Per questo non è consigliabile affrontare la salita con semplici moto da cross. Tutte le moto ammesse al campionato sono veri e propri prototipi dalle caratteristiche a dir poco stravaganti ma che sono indispensabili per arrivare in cima.
Tutta l’attenzione nella costruzione di queste moto viene concentrata nella ricerca della massima trazione, coppia motrice e nel limitare in tutti i modi il rischio ribaltamento. Il risultato? Degli autentici Frankenstein meccanici! I motori impiegati nella massima categoria sono grossi bicilindrici, di cilindrata in genere non inferiore ai 900cc, ma non è raro vedere partire anche alcuni 4-in-linea, motori Harley Davidson 2500cc e prototipi bimotori. Tutta questa coppia motrice viene stretta da un telaio in tubi molto simile ai telai da cross ma adattato per ospitare questi mostruosi motori.
Come abbiamo detto oltre a queste caratteristiche è importante avere la massima trazione, che viene data da cerchi posteriori di dimensioni abnormi e pneumatici che fanno invidia ai trattori John Deere e, per finire, per evitare sconvenevoli ribaltamenti ci si affida a chilometrici forcelloni (il regolamento prevede un interasse minimo di 1700 mm!) che rendono la moto un vero e proprio “freak”.
Il Montèe Impossible FFM 2007 ha visto un calendario di 8 tappe fra maggio e ottobre. Dove alla fine l’ha spuntata un certo Boutiton Xavier che alla guida di un prototipo Zabel bimotore ha quasi doppiato il secondo in classifica: Alain Duhoux alla guida di un proto motorizzato Honda VTR1000. Ultimo sul podio Stephan Pierrelle, centauro di un proto Kawasaki 1000. Per la cronaca Pierrelle si è classificato 2° nella finale mondiale di specialità!
Tralasciando la tecnica e le classifiche, torniamo all’elemento prettamente emozionale di queste gare: tutti gli spettatori, i partecipanti e gli organizzatori che rendono grande questo sport, vivo grazie alla loro passione e ora in competizione con i tanto più blasonati campionati d’oltreoceano; E quelli che durante la settimana sono semplici lavoratori e persone a modo, il fine settimana si trasformano in diavoli, pronti a infiammare la folla, a rischiare l’osso del collo e a sporcarsi di fango.
Per passione, pura passione!