Amarcord: Gilera MX-1 e MX-R
MX-1 ed MX-R: le 125 di Casa Gilera eredi delle KZ e KK, che aprirono la strada alle SP-01 e SP-02
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Tra i modelli mitici degli anno Ottanta di casa Gilera ci sono senza dubbio le KZ e KK, di cui abbiamo già parlato, e le SP-01 e 02, che presto tratteremo. Tra queste due dinastie di 125 sportive ad alte prestazioni, che hanno fatto la gioia dei sedicenni dell’epoca, oggi ormai quarantenni o giù di lì, e tolto il sonno a molto genitori, si inseriscono le MX-1 ed MX-R, protagoniste della rubrica amarcord di oggi.
Inutile negarlo, nonostante il grande successo commerciale, sono forse rimaste meno nel cuore e nella memoria dei “giovani” nati nella prima metà degli anni Settanta, ma certo non di chi li ha possedute. Si tratta di due modelli di “transizione” tra altri modelli che sono stati delle vere star, ma non per questo sono stati meno validi, soprattutto sul fronte delle prestazioni.
La MX-1 venne presentata al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano (allora si chiamava così) nel 1987 ed entrò in commercio nell’aprile dell’anno seguente. L’erede delle KZ e KK presentava una carenatura completamente ridisegnata che riprendeva il doppio faro quadrato (in realtà un faro singolo con cornice doppia) della KZ Endurance.
La carena era frutto della matita di Pininfarina e di uno studio nella galleria del vento, mentre il serbatoio della benzina si trovava sotto al motore con il finto serbatoio che fungeva da porta casco. Il codone aveva anch’esso i terminali di scarico che fuoriuscivano, dandogli un’immagine racing.
Il motore, alimentato con carburatore Dell’Orto PHBH 28, era praticamente identico a quello delle sue antenate, con 26 CV dichiarati a 9.000 giri e 2 kgm di coppia a 8.500 giri, anche se dotato di una nuova valvola di scarico APTS 2 (Automatic Power Tuning System) e di una nuova marmitta a espansione, per una velocità massima prossima ai 160 km/h. Nuovo invece il telaio Twinbox in acciaio, con struttura tipo Deltabox e forcellone in alluminio, mentre la forcella era una Marzocchi da 35 mm.
Le ruote, entrambe da 16 pollici, montavano pneumatici Pirelli MT 75 da 100/80 e 120/80, mentre i freni Grimeca erano da 260 e 240 mm. La MX-1 era disponibile nelle colorazioni bianco/rosso, la più diffusa, e bianco/blu, vendute a 4.955.000, che diventavano 5.250.000 con l’avviamento elettrico che in pratica era un optional obbligatorio. Rimase in produzione fino alla fine del 1989, quando venne sostituita dalla MX-R.
Come molte 125 dell’epoca ebbe anche un suo sviluppo agonistico nella Sport Production. Nel 1988 stabilì anche un record mondiale sulla pista di Nardò, a seguito del quale venne introdotta la MX-1 Record, che si distingueva esclusivamente per un kit di adesivi celebrativi, anche se venne introdotto per la Record il colore nero in sostituzione di quello blu. Il kit di adesivi venne però commercializzato anche come ricambio, così che si trovavano in giro anche delle “Record” di colore blu. Questa versione venne venduta a 5 milioni di lire.
Nel febbraio del 1989 comparve la MX-R Top Endurance che per la prima volta adottava un vero doppio faro (nel frattempo omologato per il mercato italiano) e presentava una carena ridisegnata che nascondeva completamente il telaio, al contrario della MX-1, e presentava un cupolino privo di plexiglass, soluzione che non fu molto apprezzata sia dal punto di vista estetico sia da quello pratico. Il motore, rispetto a quello della MX-1, presentava solo alcune lievi migliorie e la Casa dichiarava un cavallo in più.
Venne venduta a 5.600.000 lire nelle livree praticamente quasi monocolore nero, rosso e bianco e rimase in produzione fino al 1991. La più tiepida accoglienza di questo modello è da imputarsi alla “concorrenza interna” ben più ambita SP-01, che venne presentata solo pochi mesi dopo, nel maggio ’89.
La MX-R si poneva infatti come moto più “intelligente”: comoda, anche col passeggero (che in realtà non si poteva trasportare prima di aver compiuto 18 anni), con una buona protezione aerodinamica e un’erogazione più gestibile. Tutte caratteristiche non interessavano più di tanto ai sedicenni dell’epoca per i quali la SP-01 era il non plus ultra della Casa di Arcore e che costava “solo” 5.900.000 lire, 300 mila in più della MX-R.
Quest’ultima era sicuramente più amata dai genitori, molti dei quali però, soprattutto i meno esperti, vista anche la lieve differenza di prezzo vennero abilmente “abbindolati” dai figli. Cose che succedevano solo negli anni Ottanta! O forse no?
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