MotoCult: la BSA Lighting A65L di "Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono"

MotoCult: la BSA Lighting A65 di Sean Connery in "Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono"

Di Francesco
Pubblicato il 12 feb 2013
MotoCult: la BSA Lighting A65L di

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Martedì e torna MotoCult, la rubrica di Motoblog dedicata alle moto che hanno fatto la storia del cinema e della televisione: tempo fa vi avevamo mostrato la BMW R1200 di Pierce Brosnam in “007 – Il domani non muore mai”; oggi facciamo un passo a ritroso nel tempo di oltre trent’anni e parliamo del primo e inimitabile James Bond, ovvero Sean Connery e del quarto film della saga “Thunderball”, uscito in Italia con il titolo chilometrico di “Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono”.

I più grandicelli tra di voi ricorderanno sicuramente questo film, in cui l’agente segreto al servizio di Sua Maestà doveva nientemeno che sventare un attacco nucleare contro Miami da parte della Spectre (con Adolfo Celi nella parte di Emilio largo, ideatore del piano criminale). La storia inizia in una clinica dove James era andato a rimettersi in forma: dopo l’immancabile scena di lotta notturna e conseguente sequenza d’amore, Bond la mattina seguente parte con la sua Aston Martin DB5 e, come potete vedere nel video qui sopra, viene inseguito da un auto della Spectre. Ma improvvisamente l’auto nemica esplode, grazie ad un razzo sparato da una moto misteriosa, pilotata da una bionda mozzafiato.

La bionda era la divina Luciana Paluzzi, una delle “bond girl” più affascinanti della storia, la moto una BSA Lighting A65L con carenature color oro: un’apparizione fugace, pochi secondi di inseguimento prima di essere malamente lanciata in uno stagno, ma sufficienti per rendere la BSA uno dei modelli più cool degli anni ’60. Prodotta a partire dal 1964 dalla Birmingham Small Arms Company, la Lighting A65L montava un motore bicilindrico da 650 cc ed era una derivazione della precedente A65 del 1962.

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Doppio carburatore, 48 cavalli a 6250 giri al minuto, 185 chilometri orari di velocità massima dichiarata: per gli anni ’60 una vera bomba, che nelle intenzioni del marchio britannico avrebbe dovuto conquistare il mercato statunitense. Non fu proprio così, ma fino al 1970 la Lighting A65L fu la moto di punta nella produzione della BSA.

Quella utilizzata nel film fu pesantemente modificata e da elegante naked venne trasformata in supersportiva carenata e dotata di lanciarazzi e mitragliatrici, in puro stile Bond: divenne immediatamente un cult, tanto che in tutto il mondo centinaia di appassionati iniziarono a produrre delle repliche, di cui molte esistenti ancora oggi (vedi ultima foto della gallery). Un curiosità: durante le scene di inseguimento non era la Paluzzi a pilotare la moto, ma uno stuntman. Se osservate attentamente le inquadrature finali della sequenza, quando la BSA viene spinta nello stagno, potete vedere che le “forme” del pilota numero 1 e quelle della bionda che si toglie il casco non coincidono per nulla…

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