MotoGP Test Austin, Marquez verso il "veni, vidi, vici"? Rossi in salita

MotoGP Test Austin, Marquez verso il "veni, vidi, vici"? Rossi in salita

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 14 mar 2013
MotoGP Test Austin, Marquez verso il


I “quattro gatti” dei test sul bellissimo e impegnativo circuito texano di Austin non sono tutta la MotoGP ma chiamandosi Marquez, Pedrosa, Lorenzo, Rossi, Bradl sono questi i protagonisti della stagione 2013. Vista l’ultima tabella dei tempi – con in testa il debuttante Marquez e in fondo il più titolato Rossi – torna la domanda sulla attendibilità dei test, specificatamente se questi tempi sono indicativi.

I conti veri si fanno dalla prima corsa di campionato ma nel motociclismo i test contano, e contano i tempi fatti segnare, altrimenti tutti lascerebbero a casa il cronometro. Piloti e Team cercano sempre la massima prestazione: chi è davanti è già in vantaggio, chi è dietro arranca e deve tentare di ridurre il gap. Oggi i valori in campo sono quelli espressi dalla tabella dei tempi. Ripetiamo: non è inutile ribadire la “parzialità” dei test ma anche il loro valore e la loro attendibilità.

Il miglior tempo porta sempre il sorriso al pilota e al team, il gap porta sempre visi imbronciati. L’obiettivo dei test è la ricerca di affinità fra pilota e moto, la messa a punto ottimale dei mezzi: ma tale obiettivo, se non supportato dai tempi, è illusorio. A questi livelli, solo tirando al limite il pacchetto (moto-gomme-pilota) è possibile capire il limite e il potenziale a disposizione e solo il cronometro dimostra il reale livello di competitività raggiunto.

Test MotoGP Austin 2013 - Giorno 2
Test MotoGP Austin 2013 - Giorno 2
Test MotoGP Austin 2013 - Giorno 2
Test MotoGP Austin 2013 - Giorno 2

La nota positiva viene ancora da Marquez, davvero superlativo, una conferma della sua classe e della sua capacità di adattamento, senza timori reverenziali. E’ presto per fare confronti, ma il giovane spagnolo ricorda fuoriclasse d’altri tempi: Surtees, Hocking, Hailwood, Agostini, Saarinen. Marquez potrebbe recitare quest’anno il “veni, vidi, vici”.

Anche Pedrosa, tutt’altro carattere del suo giovane compagno di squadra, non scherza, dimostrando anche il valore assoluto della Honda. Lorenzo – cavallo di razza – deve ancora allungare il collo per tenersi agganciato al binomio della Casa dell’Ala dorata: non gli manca nulla per giocarsi il titolo, specie se saprà incunearsi, anche psicologicamente, fra i due galletti della Honda.

Rossi continua il suo nuovo … apprendistato in Yamaha con maggior fatica del previsto: oltre un secondo da Marquez. Valentino fa autocritica … a metà: “Siamo indietro”. Forse è (ancora) il pilota, non la moto a mostrarsi non all’altezza della nuova sfida. Sfida ardua, molto ardua, che per il 9 volte campione del Mondo va ben al di là dell’importanza di una stagione agonistica. Il campione pesarese ha la scorza dura, capace di straordinari recuperi, di imprese memorabili: è giunta l’ora di tirar fuori tutto ciò che ancora c’è.

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