Valentino Rossi, dopo i test l'assalto al Campionato. "Colpaccio" ... in vista?
Valentino Rossi, dopo i test l'assalto al Campionato. "Colpaccio" ... in vista?
I cosiddetti test invernali della MotoGP, per lo più ostacolati dalle bizze del meteo, hanno avuto in Valentino Rossi il vincitore indiscusso. Non solo perché il nove volte campione del Mondo si è ritrovato – cronometro in mano – fra i protagonisti, ma soprattutto perché tutti i riflettori si sono concentrati sul campione pesarese della Yamaha, anticipando quel che già si sapeva: la stagione 2013 è incentrata su un solo interrogativo legato a Valentino, alla sua reale competitività nei confronti di campioni affermati e dati per favoriti quali Lorenzo e Pedrosa e del giovane leone Marquez.
Non torniamo sulla polemica della validità o meno dei test, ribadendone il valore e i limiti, ma ricordando che pilota, Casa e Team scendono sempre in pista per cercare il massimo e che chi fa il miglior tempo non sta certo peggio di chi insegue. Sarà la prima corsa, fra poco più di una settimana, a decretare il primo verdetto.
In tutti gli sport, nel motorismo in particolare e soprattutto nel motociclismo, da sempre ha tenuto banco il duello fra il “vecchio” campione consacrato (finito o no?) e il giovane rampante deciso a prenderne il posto in cima alle classifiche e nel cuore degli sportivi. Non è stato così fra Coppi e Bartali nell’era doro del ciclismo, e nel motociclismo de “I giorni del coraggio” fra Nuvolari e Varzi, fra Surtees e Duke, fra Ubbiali e Pagani, fra Agostini e Hailwood, fra Saarinen e Agostini ecc. ecc.?
Un fuoriclasse – a meno di traumi da gravi cadute – non perde il proprio valore dall’oggi al domani: caso mai, sopperisce con l’esperienza alla minor aggressività, puntando non sull’exploit di gara ma sulla distanza, sui punti da accumulare, una strategia da “passista”, dote fondamentale in un campionato del Mondo formato da tante tappe.
Ora si tratta di vedere se Rossi – per altro da sempre a proprio agio nella bagarre della corsa – sarà in grado di tener il passo necessario non solo per il podio, ma per il colpaccio da molti auspicato e da altri temuto. Il rischio di Rossi è uno solo: correre pensando di dover dimostrare ancora il proprio valore, come se una stagione 2013 negativa, oltre a indurlo a chiudere con le corse, mettesse in discussione una carriera fra le più luminose della storia del motociclismo di tutti i tempi. Se Rossi si libera di questo “impiccio”, non mancherà lo show e non mancheranno i colpi di scena capaci di far saltare ogni pronostico.
Una MotoGP così – da noi sempre fortemente criticata – ha bisogno come il pane dei fuochi d’artificio in pista, di chi dalla polvere torna sugli altari. Chi oggi meglio di Valentino può ancora sbarellare il gioco riaccendendo – pro e contro – la passione degli sportivi in Italia e fuori?