Pole Position: quell'irriverente di Jorge Lorenzo...
Un due tre. Giovedì, venerdì, sabato. Nei due giorni di prove libere e nell’ultima decisiva ed elettrizzante tornata delle qualifiche, la musica non cambia.
A dettar legge è sempre lo stesso pilota, il giovanissimo maiorchino della Yamaha (Michelin) Jorge Lorenzo, l’indomito e … “irriverente” coequiper di Valentino Rossi, solo sudatissimo quinto, ma primo dei piloti vestiti da Bridgestone, in evidente difficoltà nell’afa del circuito andaluso.
Quanto meno con la gomma da tempo. Dominio Michelin dunque, con Lorenzo (1’38″189!), Pedrosa (1’38″789, sei decimi di ritardo!), Edwards, Hayden davanti a tutti, soprattutto davanti a Rossi (quinto) e a Stoner (settimo).
Il biglietto da visita “Por Fuera” l’aveva già presentato con la piazza d’onore nel debutto notturno di Losail. Ma qui non si è più tolto il cappello di fronte a nessuno. Anzi! Si è messo in cattedra. E ha bacchettato amici e nemici, vecchi e nuovi, senza nessuna remora e senza nessun … “rispetto”.
Il motociclismo, la MOTOGP hanno trovato un nuovo straordinario fuoriclasse. Un dittatore? E’ presto per dirlo. Sicuramente un pilota che ha classe e determinazione, il dente avvelenato, che ha fame di vittorie, che del trionfo fa la sua ragione di vita.
Adesso non c’è più trippa per nessuno: né per gli ex campioni del mondo, né per l’attuale numero uno, né per gli altri rookies! E’ questo il grande motociclismo, bellezza! Così è sempre stato e così forse sarà.
Alla faccia di chi piagnucola e pesta l’acqua nel mortaio delle 800 cc ammazza spettacolo, sulla super elettronica, sui piloti fatti con lo stampino. Alla fin fine conta solo il manico. E il pelo sullo stomaco. E chi ce l’ha davvero lo tira fuori e non lo vende. Tanto meno lo regala.
Film di Jorge: 1’38 e 964 a meno 26 minuti dal termine delle qualifiche. 1’38″733 a meno 17 minuti. 1’38″689 a meno 8 minuti. 1’38″189 a meno 2 minuti dalla fine. Crescendo rossiniano! Chi poteva oggi stare dietro al funambolo già due volte iridato della 250? E gli altri? Rossi.
Valentino lotta come un leone per non essere detronizzato dal suo “status” di “fenomeno”. I suoi margini sono sempre più stretti. Non si è ancora cicatrizzata la “ferita” subita dal canguro australiano che si apre quella ben più profonda e dolorosa (specie in prospettiva) del giovane spagnolo compagno di squadra.
Basterà domani il Rossi trionfatore a Jerez per ben 7 volte? Per quel che qui si è visto, c’è da nutrire seri dubbi. Stoner. Dopo 19 gare perfette e con la bacchetta del dominatore, oggi è la prima volta che il pacchetto pilota-moto-gomme patisce e subisce.
La rabbia e la delusione era fin troppo evidente sul viso del campione del Mondo. Forse c’è il rammarico per l’ultimo giro “disturbato” da Capirossi. Cose che capitano. Ma sono stati tre giorni difficili per l’australiano. Non sembra gradire l’arrivo dei rookies.
Ma domani non mollerà l’osso e alla fine il podio può essere alla sua portata. Si sono riviste nei piani alti le Honda ufficiali. I due portacolori della Hrc, specie Dani Pedrosa, lotteranno per la testa della corsa.
Da notare qualche buon sprazzo di Capirossi (decimo) ma non in grado domani di lottare davanti. Tutto da rifare per Melandri ( in crisi nera) e per De Angelis (che di questo passo raccoglierà il record delle cadute): per i nostri due, un disastro. Dovizioso si è smarrito nel finale. Ma c’è. Chi vince domani? Tutto può sempre succedere.
Due che di corse se ne intendevano dicevano: “Vince chi taglia per primo il traguardo” (Giacomo Agostini 15 volte campione del Mondo). “Chi fa il miglior tempo è già a metà dell’opera” (Mike Hailwood 9 volte campione del Mondo). Modestamente aggiungiamo: sarà una grande corsa, un grande spettacolo. Da non perdere.