Dani la vendetta, Vale risorge, Jorge acconsente, Casey inghiotte il rospo

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 31 mar 2008
Dani la vendetta, Vale risorge, Jorge acconsente, Casey inghiotte il rospo

Sugli altari Dani Pedrosa ci si è messo da solo. Con il perentorio assolo di Jerez che lo porta a guidare la classifica iridata (41 punti) e a riconsegnare alla rinnovata Honda (che non centrava la vittoria a Jerez dal 2004: Gibernau) il primo posto in un campionato che si infiamma.

Una vendetta annunciata contro il connazionale Lorenzo (peraltro ottimo terzo, secondo podio consecutivo, secondo in classifica con 36 punti: mica poco per un rookie!), reo di averlo spazzolato nel debutto di Losail e soprattutto di averlo sbeffeggiato in casa, detronizzandolo… virtualmente con i suoi fans. Davanti al Re Juan Carlos di Spagna i due a fine gara hanno finto una stretta di mano e un sorriso a denti stretti.

Ma oramai è guerra. E guerra sarà. In pista e fuori. Perchè la “bastonata” rifilata da Pedrosa all’amico/nemico Lorenzo assume il sapore di una immediata resa dei conti, fortissimamente voluta, ostinatamente costruita, magnificamente realizzata. Un monito che è l’annuncio di una minaccia:”rookie, datti una calmata! Ne devi succhiare di lecca lecca!”.. Al giovane maiorchino, costretto a subire anche lo “schiaffo” secco del suo caposquadra Rossi, (31 punti) tocca adesso fare buon viso a cattiva sorte.

“Por Fuera” è stato sincero: ”Mentirei se dicessi che non solo deluso. Le aspettative erano alte, la gente credeva in una mia vittoria”. E va bene così. La verità è che Lorenzo, dopo un esordio monstre (due gare, due pole position, un secondo posto al debutto in MotoGp, oggi terzo dopo un esaltante warm up ) puntava al colpaccio di Jerez. Anche per metter nel carniere due piccioni con un colpo solo. Nello stesso mirino Pedrosa e Rossi. Roba da annali storici.

Ma alla gran gara del rookie maiorkino (è pur sempre, ripetiamolo, un … principiante della massima cilindrata …) ha fatto riscontro il capolavoro di Dani (zittiti tutti i suoi detrattori!) e la zampata del “vecchio” leone Valentino, che (primo podio con le Bridgestone, il suo centesimo nelle classe regina!) nel giorno del giudizio non sbaglia mai. The Doctor è sempre lesto a inserirsi fra due litiganti. E se proprio la ciambella non gli riesce col buco, la ciliegina a Jerez ce l’ha messa.

Il 7 volte campione del Mondo agguanta il riscatto, cancella la crisi anche se subisce la sciabolata dell’alfiere della Honda. Per concludere, quello di Jerez è un segnale. Per dire che di questi due (Dani e Vale) bisogna stare molto attenti, gente cui in pista non è poi così facile prendere le misure. Pedrosa ha la stoffa del grande campione, è un pilota“difficile”, certosino, quasi puntiglioso, schivo. Uno che se le lega al dito. Non sarà un uomo immagine, ma con lui la Honda ha ritrovato la via del trionfo e riaperto la strada che la riporta in lotta per il titolo iridato della MotoGP. Non è poco.

Torniamo a Rossi. Un passaggio importante, quello di Jerez. Valentino era oramai stretto nella tenaglia: fra Stoner e Lorenzo. Dopo la sconfitta e il quinto posto nella prima prova della stagione in notturna a Losail il rischio per Rossi era di rifare un 2008 fotocopia delle due precedenti stagioni perdendo consecutivamente il terzo titolo e imboccando il tunnel del declino. L’arrivo in squadra del giovane Lorenzo sembrava fatto apposta per spingere Rossi nel baratro di una crisi irreversibile.

La grande gara di Lorenzo in Qatar e il dominio del rookie maiorchino nelle prove e nelle qualifiche di Jerez sembravano confermare queste premesse: gran tempesta per il pesarese. Invece no. Rossi risorge! Nella mischia brilla e tiene il passo dei giorni buoni. Se continua a crederci, con lui bisogna fare ancora i conti. E con le M1 così performanti, tutto può accadere. Stoner, undicesimo, inutile girarci attorno, ha perso qualche penna. La questione non è se doveva o no andare a punti, accontentarsi o no di una posizione nelle retrovie.

La prima guida Ducati non corre per andare a punti, tanto meno al secondo confronto stagionale. Nel week end da dimenticare per la Ducati (roba da quasi malocchio!) anche Stoner ci ha messo del suo: troppo nervoso nelle prove e nelle qualifiche, tenace ma poco lucido in gara, e velocissimo solo a strappi. I due diritti (al di là di chi è colpa nel contatto con Nakano, tre lunghi con quello in prova: sempre colpa dell’elettronica?) non gli fanno onore. Il fatto di essere il primo dei piloti Ducati non fa che peggiorare il quadro delle “rosse”, in Spagna davvero col “culo” per terra.

Nessuno può però mettere la croce addosso al cangurotto: ha commesso il primo vero errore in venti gare con la Desmosedici. Ci può stare! Adesso spetta subito all’australiano e alla casa di Borgo Panigale dimostrare che quella in terra andalusa è stata solo una giornata “no”. Non l’avvio di una fase da ko.

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