Triumph Thruxton Mighty Blue by Maria Motorcycles
Arriva dal Portogallo l’interpretazione in chiave scrambler di una Triumph Thruxton a opera dell’officina Maria Motorcycles di Lisbona
Il Portogallo è famoso per molte cose: per i mulini a vento, per il Porto, il baccalà, i caratteristici tram di Lisbona, il santuario di Fatima, le meravigliose spiagge dell’Algarve e gli incantevoli arcipelaghi delle Azorre e Madeira, ma di certo non per i suoi customizer. La sua posizione all’estremo del continente europeo, benché vicina alla Spagna, l’ha un po’ isolata dal mondo della customizzazione.
Per questo fa piacere notare che anche nel piccolo Portogallo qualche valido preparatore inizia a farsi strada. Uno di questi è Maria Motorcycles di Lisbona, che nasce con l’idea di portare avanti una filosofia ben definita: rispettare l’essenza della motocicletta e mantenerla semplice.
Sì è vero il nome dell’officina sembra più adatto a un’osteria a conduzione famigliare, dove la “sciura Maria” prepara i suoi manicaretti, ma anche in questa officina portoghese si cercano piatti semplici e genuini, fatti come si faceva una volta e senza troppi fronzoli o adulterazioni. In più, sulla scia di quanto fatto da aziende come Deus, anche da Maria Motorcycles le moto non sono le uniche cose che si trovano all’interno, visto che l’azienda si è specializzata anche nella vendita di abbigliamento, tavole da surf e biciclette personalizzate.
Nata da poco, l’officina ha presentato già alcune lavorazioni, la prima delle quali è questa Mighty Blue realizzata sulla base di una Triumph Thruxton del 2010. E visto che è la moto del debutto, meglio utilizzare quella di qualcuno che lavora all’interno dell’officina, tanto per non sbagliare, Il suo proprietario voleva cambiare la posizione di guida per lui troppo rannicchiata data dai semimanubri e voleva una moto con un manubrio più ampio.
Il primo lavoro sono è il montaggio di un nuovo manubrio da 81 cm di larghezza, alloggiato su riser e verniciato di bianco. Insieme al manubrio vengono sostituiti anche i comandi, gli specchietti, il faro e la strumentazione, composta dal solo tachimetro, mentre la sella è stata realizzata per dare un look snello all’insieme.Ruote larghe e un look da scrambler sono state un altro punto di partenza.
Una nuova verniciatura ciano riveste tutta la carrozzeria, spezzata in due da una larga fascia bianca d’ispirazione Nascar che fa un tantino racing. I due piccoli pannelli laterali in posizione centrale lasciano il posto a delle semplici tabelle portanumero in alluminio, mentre il codino posteriore viene eliminato per dare spazio a una sella biposto tipo scrambler artigianale. Anche il colore ha una sua importanza e dona alla moto un look da desert bike.
Via anche le cromature, così come il parafango anteriore, che lascia scoperta la gomma Heidenau K60 da enduro e dalla forcella spariscono anche gli attacchi del parafango. Il telaio è stato accorciato nella parte posteriore e il parafango sostituito con uno più corto e completato con un fanalino di ridotte dimensioni. La targa finisce su un supporto laterale, unica modifica che non convince più di tanto su una moto di questo tipo ma sembra più adatta a un chopper old school.
Dal punto di vista tecnico la Thruxton è rimasta originale, salvo la rimozione del sistema EGR di ricircolo dei gas, l’adozione di una centralina rimappata e di uno scarico Predator Exhausts; i collettori sono rivestiti da bende termiche mentre il silenziatore, di foggia simile all’originale, come molti altri componenti ha perso la cromatura originale in favore di una verniciatura nera.