Estoril MotoGP: Rossi o Stoner? Rookies permettendo...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 10 apr 2008
Estoril MotoGP: Rossi o Stoner? Rookies permettendo...


Mai dire gatto finch’è non è nel sacco. Vale anche per Rossi, vale anche per Stoner. Due che di solito ai proclami di vittoria o di riscatto hanno fatto seguire i fatti. E che alla vigilia della corsa dell’Estoril si sono “caricati” con bellicosi propositi di rilancio, di recupero e di… vendetta. Il “vinceremo”, però, non sempre è foriero di “vittoria”. La terza tappa in Portogallo non è l’ultima spiaggia. Ma sarà indicativa, può dare risposte. Attese o temute. Vedremo.

Chi cerca il “cannibale” 2008 non lo trova: né all’Estoril né altrove. Sarà un mondiale al fotofinish. Ma sul podio più alto dell’ Estoril non c’è posto per due. Figurarsi se c’è posto per tre (Pedrosa, temibile capoclassifica e fra i papabili per la corona iridata), per quattro (Lorenzo, splendido rookie d’assalto), per cinque (Edwards, con la Yamaha con propulsore a valvole pneumatiche), per sei (Dovizioso, – stratosferico a Losail – forse l’erede italiano di Rossi), per sette (Toseland, debuttante gladiatore ), per otto (Hayden, cocco di mamma Honda sempre in chiaroscuro).

Valentino e Casey sanno che quello in terra portoghese è un appuntamento da non fallire. Ma uno dei due pagherà dazio. Perché l’Estoril sarà il primo crocevia del mondiale 2008. La corsa che metterà il primo piolo, chiuderà la fase uno, quella dell’assestamento iniziale, che traccerà il percorso successivo, la fase due lanciata dall’infinita fettuccia di Shanghai per riapprodare in Europa, sei colpi in successione: Le Mans, Mugello, Catalunya, Donington, Assen, Sachsenring, prima del volo a Laguna Seca.

Rossi terzo (31 punti) e Stoner quarto (30) sono praticamente appaiati. Davanti, a un tiro di schioppo, hanno Pedrosa (leader con 41 punti) e Lorenzo (36). Dietro, a spingere ci sono Dovizioso (21), Toseland (20), Hayden e il sempreverde Capirossi (19), Hopkins (13), Nakano (10), Edwards (9). Poi Melandri in purgatorio (sempre a quota 9 ) e, passando per De Puniet, Vermeulen, West, Elias, ecco De Angelis nell’inferno dei due punti seguito dall’ultimo, Guintoli, con il solo punticino della bandiera. Tornando davanti, il 7 volte campione del Mondo non ha ancora vinto nel 2008. Anzi, l’ultimo centro pieno l’alfiere della Yamaha lo ha messo a segno proprio all’Estoril, nel 2007. Poi una astinenza sofferta che dura da sei gare. E’ l’ora della rinascita?

Dopo il mezzo trauma di Losail, il pesarese è in ripresa. Ha ritrovato il sorriso: Yamaha che non accusa più gap in potenza e velocità di punta, simbiosi in costante miglioramento fra moto e gomme con Bridgestone che almeno in gara (che poi è lì che si vince o si perde e si fanno punti) consente un passo in grado di battersi per la vittoria. Resta l’interrogativo della “coabitazione” nello stesso Team con Lorenzo (due pole e un secondo e un terzo posto al debutto in MotoGp!) che non ha timori reverenziali e se può “infilza”.

Per far suo l’ottavo titolo Rossi deve battere Stoner. Ma è il rookie spagnolo la vera spina nel fianco del fuoriclasse di Tavullia che all’Estoril ha una sola strada da seguire: tenerselo dietro, come già in Spagna. Altrimenti Sarà Jorge a mandare in tilt Valentino. Comunque: Ducati a Losail, Honda a Jerez. Yamaha all’Estoril? Stoner. Il campione del mondo in carica ha stracciato tutti nell’overture by night di Losail ma si è smarrito a Jerez riuscendo a fare peggio del magro 2007. Visto da una certa angolazione, ci può stare un week end negativo dopo un anno da dominatore. Visto da un altro punto di vista, proprio perché ha dimostrato di essere un dominatore, non può permettersi prestazioni così sbiadite.

Il poulain di Casa Ducati deve dimostrare la ritrovata lucidità e compostezza, che non ci sono postumi dell’ultimo bruto week end. Che la tensione è stata smaltita e che, anzi, il passaggio di Jerez aiuta a forgiare quel carattere ancora “ballerino”. Gira la “storia” della Ducati fatta su misura per Stoner. Balle. Intanto di moto Factory, oltre a quella dell’australiano, c’è solo quella di Melandri, purtroppo nel “pallone” psicologicamente, catastrofico nella messa a punto.. Le altre due desmosedici scontano una cncorrenza ben più agguerrita del 2007 e Team e piloti in una fase di difficile gestione. Sempre, dai tempi di Nuvolari fino a quelli di Rossi, si è ripetuto lo stesso refrain. Ma ha ragione Agostini: alla fine la moto più competitiva va al pilota più competitivo.

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