Estoril: Lorenzo, terza pole in tre gare. Incollato Pedrosa. Rossi insegue.. Arranca Stoner.
Terza pole! Tre gare tre pole. E due podi. E’ questo, alla vigilia del terzo round iridato della MotoGp 2008, il biglietto da visita di Jorge Lorenzo, arrembante debuttante in MotoGp, giovane coequiper di Valentino Rossi nel Team ufficiale Yamaha Fiat.
Che rookie, ragazzi, lo spagnolo! E che bolide, la quattro cilindri dei tre diapason (ma non veniva data per catorcio?), veloce, potente, bilanciata, con gomme Michelin, specie queste da tempo, che sono davvero una favola (1 35 715 stracciata la best pole di Rossi con il millone!) capaci di far sognare Por Fuera e i suoi tifosi.
A Jorge sta stretto il ruolo di “spalla”, anche se spalla di lusso di un sette volte campione del Mondo, un fenomeno come il Dottore di Tavullia. Anzi non ci sta proprio con l’etichetta di seconda guida. Tant’è che la rifiuta a parole (anche troppo esplicitamente, con esagerata baldanza) e soprattutto la rifiuta in pista senza subire alcun timore reverenziale.
Lorenzo non è il futuro Yamaha: è già l’oggi. Deve solo continuare a essere saggio in gara, non commettere errori. Il tempo lavora per lui. Il suo “nemico” giurato (di cui Jorge ieri ha detto “ci odiamo ma non faremo a botte come Valentino e Max Biaggi”) e connazionale Pedrosa, con l’acuto del secondo posto conferma la classe del poulain della Honda e il prepotente e costante recupero della grande Casa dell’Ala dorata in gran spolvero, che piazza pure l’ottimo Hayden in quarta posizione.
Con Lorenzo primo e Pedrosa secondo, la prima fila si chiude con Rossi. Un Rossi che “dialoga” bene con le Bridgestone (è rimasto l’unico a farlo!), le sa far lavorare a dovere nel veloce e nel rampino in salita, oggi molto determinato (corre anche qualche rischio di troppo), ritrovato psicologicamente, tecnicamente e agonisticamente, oramai certo di potersi battere per la vittoria ma senza l’illusione di poter dominare come ai bei tempi andati.
Non è più solo Stoner, la bestia nera! Adesso la sfida è più aperta e la vittoria la si conquista all’arma bianca, magari con un gran volatone. Comunque a gran fatica. E vale per tutti. Comunque l’Estoril è segnata dalle performances del pesarese: 8 volte presente, 8 podi con 5 vittorie, 2 secondi posti e un terzo. Scusate se è poco. Qui Rossi, sette mesi fa, colse il suo ultimo trionfo.
Farà di tutto per tornare sul gradino più alto del podio. Toseland, sesto, dice della competitivià Yamaha e, anche qui, delle qualità di un altro debuttante d’oro, come quelle di Dovizioso (Honda Gresini) che è subito dietro, settimo. Eccoci a Stoner, solo nono. Stringe i denti, strabuzza gli occhi, s’arrabbia in pista e lotta come un leone l’australiano.
E rischia, su una Ducati che fatica a trasmettere a terra tutta la velocità e la potenza di cui dispone. Problemi di grip all’anteriore, Risolti i quali sfociano sul posteriore. Vecchie storie. Di tutti in ogni tempo, quando si sta dietro. Il vero problema è che nel Team di Borgo panigale c’è smarrimento, si fatica a trovare il bandolo della matassa, a spiegarsi il perché non si è più davanti.
Perché si gira più piano che nei test. E con Melandri out e le due “privat” fanalini di coda, si può anche capire, oltre la delusione, anche il caos. Serve sangue freddo e decisioni veloci. In questa fase, un errore in corsa di Casey potrebbe tradursi in debacle. L’Estoril è la pista peggiore per Bridgestone, soprattutto in qualifica.
Ma Rossi, almeno oggi, ne è uscito più che bene. Lo scotto lo sta pagando Stoner. Spavento per Capirossi, autore di un gran volo e, tenendo conto di tutto, di una prestazione rispettabile. Le condizioni di salute non hanno permesso a De Angelis di fare meglio. Più che scendere in pista, col febbrone che si ritrova, non poteva fare. Gran corsa domani. C’è rischio pioggia. Nel qual caso, tutto è possibile.