Simone Corsi, "gladiatore" verso l'iride
Non ha il nome del grande (emiliano) Provini – Tarquinio, uno dei sette re di Roma -, non porta la bandana del concittadino “corsaro” Max Biaggi. Ma Simone Corsi, 21enne romano di Morena, in testa al mondiale 125, con il suo elmo da gladiatore ha tutta l’intenzione di emulare le orme di chi ha mietuto grandi allori e segnato la storia delle corse di moto.
Il motociclismo capitolino, oltre al mitico Max, vanta oggi tre driver di altissimo livello con Simone, Michel Fabrizio e il 18enne Davide Giugliano. Con una prova maiuscola, (prima) pole e (seconda, dopo l’acuto di Jerez) vittoria nel GP del Portogallo all’Estoril, Simone consolida la leadership nel rovente campionato delle ottavo di litro dimostrando di avere raggiunto la piena maturità tecnico-agonistica (emulo di Virginio Ferrari per la caparbietà della ricerca della forma psico fisica) e di avere tutte le carte in regola per puntare decisamente al titolo di campione del Mondo.
Così il vivaio italiano ripropone, se ce ne fosse ancora bisogno, la bontà della scuola tricolore, e prepara per il giovane romano entrato nel mondiale come wild card nel 2003 (magnifica la vittoria a Istanbul e il gran podio al Mugello nel 2007) un futuro in 250 (e poi chissà …): una via “obbligata”, come dimostrano le vicende di altri grandi piloti, da (ieri) Max Biaggi e Valentino Rossi fino a (oggi) Simoncelli e Pasini.
L’ Aprilia del romano marcia sempre che è una bellezza, l’equipe (giovani di passione e valore insieme ad esperti che hanno allevato grandi campioni) del Jack&Jones WRB è motivata e affiatata, il pilota sa che il 2008 può essere la sua stagione di grazia, così da imboccare la strada verso l’olimpo dei big del motociclismo internazionale. Corsi è un ragazzo positivo, si fa voler bene anche nel paddok, cresciuto a pane e moto, un pilota “tecnico” alla Max Biaggi ma capace di fare il “numero” alla Valentino Rossi, con fantasia e naturalezza, si distingue oramai per prestazioni eccezionali e per regolarità davvero sorprendente: un pilota su cui molti (quelli che contano ) hanno già messo gli occhi addosso. Può essere un asso nella manica del futuro del gruppo Piaggi (Aprilia, Gilera, Derby). E non solo.
Prima d’ora Simone aveva la nomea di un “cascador”, comunque di un pilota inaffidabile. Perché Simone è pilota da pelo sullo stomaco. Era ed è uno che ci dà dentro, il gas lo tiene aperto, come domenica nel curvone dell’Estoril dove ha fatto la differenza. Di altri piloti dicevano la stessa cosa, “inaffidabili”: si chiamavano Masetti, Duke, Surtees, Hocking, Hailwood, Agostini, Saarinen, Read, Sheene, Ceccotto, Roberts, Spencer, Lucchinelli, Schwantz, Gardner, Doohan e ci fermiamo qui. Simone, “Non ti curar di loro…”. Continua così.