Rossi è super ok. Ma una rondine non fa primavera...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 6 mag 2008
Rossi è super ok. Ma una rondine non fa primavera...


A sentir qualcuno, dopo Shanghai, con Rossi che trionfa e torna alla vittoria dopo sette gare e sette mesi di digiuno, il mondiale MotoGP 2008 è già assegnato. Al “dottore”, ovvio. Ma una rondine non fa primavera. Non vale solo nel meteo. E nel motociclismo, ieri come oggi, vale per tutti.

Il pacchetto Rossi-Yamaha-Bridgestone c’è. E, se si può dire senza nulla togliere ai grandi meriti di Valentino, c’era e c’è una grande Yamaha. Sta a dimostrarlo il (grande) rookie Lorenzo che su Yamaha-Michelin ti centra tre pole nelle prime tre corse e una vittoria. Con i se non si fa la storia, nemmeno nelle corse.

Ma a Shanghai, visto il passo di Jorge e il suo quarto posto ottenuti in condizioni fisicamente e psicologicamente menomate, cosa sarebbe accaduto con il maiorchino al 100%? Non ci piace chi, per “salvaguardare” Rossi sul fronte interno (leggi Yamaha), prova a sollevare polveroni in casa altrui (leggi Ducati). Siamo proprio certi che il GP di Cina ha dato la svolta al mondiale prefigurando in Valentino il nuovo caimano, già da Le Mans?

Perché se Rossi vince una gara, è un trionfo sulla via del nuovo titolo iridato, mentre quando altri vincono più o meno allo stesso modo, non significa niente se non corsa “noiosa”? Ci pare più corretto affermare che a Shanghai Rossi, vincendo, si è “agganciato” nel miglior modo agli altri tre trionfatori dei tre round precedenti, Stoner, Pedrosa, Lorenzo. Così adesso si è formato il poker d’assi. Sono questi quattro piloti, non uno solo, a giocarsi questo mondiale, lungo e combattuto. Tutto il resto è noia. Già visto e sentito. Che altro non conferma se non la differenza che passa tra il tifo cieco e l’analisi appassionata ma “super partes”. Che, come il coraggio, se non ce l’hai, non puoi dartelo. Poi, si sa, tutto è opinabile.

Il motociclismo non è nato con Nuvolari (Tazio) e non è morto con Nuvolari. A proposito! Non era Melandri che doveva scappar via nottetempo dalla Ducati, strappar contratti e pagare penali, e cercare miglior lidi, perché alla Ducati era sprofondato in fondo al pozzo? Errare umanum est. Ma perseverare…

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