Monza non tradisce: hai visto Bayliss? E che Ducati! E' supercorsa!

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 10 mag 2008
Monza non tradisce: hai visto Bayliss? E che Ducati! E' supercorsa!


Nel “tempio della velocità”, la superpole non poteva che andare a “king” Troy Bayliss, fantastico e imprendibile con lo stratosferico 1.44.931, frustata mozzafiato dell’australiano che marca il nuovo record di Monza.

Superpole a Philp Island, Superpole ad Assen, Superpole a Monza. Tre circuiti veri e dalle caratteristiche molto diverse fra loro, tre colpi che lasciano il segno, mettono ko chiunque: l’alfiere della Ducati non perdona! Non è pleonastico rimarcare la classe e la determinazione di fare centro messe in mostra anche oggi dall’australiano. Ma anche un grande “cavaliere”, senza cavallo non va lontano e tanto meno va veloce.

E la Ducati, in barba ai pronostici che qui la vedevano piegata dalla superpotenza e supervelocità delle quattro cilindri giapponesi, è davvero un gran “cavallo”. Un bolide quasi “perfetto”, potente e agile, tagliato su misura per il “tempone” odierno e soprattutto per dare domani a Bayliss l’arma … vincente. I fatti fanno gridare “grande Troy!”, “grande Ducati!”.

La Superpole monzese conferma anche il valore del giovane Neukirchner. Altro che promessa! Dopo le eccezionali performances delle qualifiche (primo e primo), il tedesco voleva a tutti i costi la Superpole. Max ha spremuto tutta la potenza della velocissima Suzuki e ha fatto un gran giro: 1.45.287, secondo! Battà e la Casa giapponese devono esserne fieri perché contro il binomio Bayliss-Ducati di oggi nessuno poteva fare di più. Neukirchner è, dopo Bayliss, il pilota più forte e motivato: domani lotterà per la vittoria. E comunque Max saprà infiammare tutti i prossimi round iridati.

Ricapitoliamo: Superpole a Bayliss, poi Neukirchner, terzo Haga (1.45.665), quarto Checa (1.45.766), quinto Kagayama (1.45.777), sesto Xaus (1.45.795), settimo Nieto (1.45.942), ottavo Kiyonari (1.45.975), nono Biaggi (1.46.039), decimo Muggeridge (1.46.065), seguono Laconi, Corser, Fabrizio, Tamada, Smrz, Lavilla. Poi gli altri qualificati. I primi sette sono dentro un secondo. Dal secondo all’11esimo c’è un secondo. Domani grandi scie, gran treni, gran corsa.

Ducati prima, Suzuki seconda, Yamaha terza, Honda quarta. Stupendo! Grande equilibrio di forze in campo. In affanno la Kawasaki, solo 11esima. La verdona cresce ma non così in fretta come le moto avversarie. Ma domani sarà della partita.

Tornando ai piloti, maiuscole le prove di Haga e Checa: anche loro si giocheranno il podio più alto. Buono Kagayama che però accusa 5 decimi dal suo compagno di Marca. Ancora fortissimo Xaus, senza quel largo alla Parabolica sarebbe in prima fila. Non brilla Corser, peggio di lui Fabrizio con la Ducati factory. Delusione per Smrtz dopo le scintille in prova. Lanzi molto in fondo per problemi fisici.

E Biaggi? Acciuffa per un amen la Superpole Da sedicesimo, il “corsaro” agguanta con il nono tempo, la terza fila. Un po’ il replay di Valencia (dalla 15esima posizione al nono posto in Superpole). In Spagna Max soffriva per il volo precedente. Qui ha iniziato male, poi è migliorato via via. E il “passo” è buono. Non per fare una gara incolore, in difesa, attendista. Max è chiamato ad una prestazione maiuscola. Deve attaccare. Da subito. E spingere, spingere, spingere.

Il riferimento del romano, se è consentito, non può essere Bayliss e la bicilindrica ufficiale di Borgo Panigale: c’è troppa differenza in questa fase. Max deve correre come oggi, su se stesso. E verrà fuori una gran corsa. Anche un buon risultato. Il 4 volte campione del mondo è abituato “bene”, forse anche troppo. Sa soffrire in pista, ma meno nei box. La Sterilgarda è una ottima squadra: essere “giovani” non è un handicap. Max deve aiutare la squadra e la squadra deve aiutare Max. Calma e gesso, ragazzi! Ma è la Ducati che deve allungare lo sguardo, dare una … mano. Biaggi è tutt’altro che un pilota finito. E’ “solo” convinto di non avere i mezzi per farcela. Ma proprio da una pista non favorevole, domani può venir fuori la sorpresa. Che corsa, domani!

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