Le Mans: "poker d'assi" ad alta tensione

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 15 mag 2008
Le Mans:


La MotoGp torna in Europa, nella magica Le Mans. Tappa iridata numero cinque. Non è vero che il “poker d’assi”, Pedrosa, Lorenzo, Rossi, Stoner, è sullo stesso piano.

Non lo è per la classifica. Non lo è per il potenziale tecnico e agonistico di moto e piloti. I “4” sono alla pari solamente per numero di vittorie: quattro corse, un centro pieno a testa. Per tutto il resto al “Bugatti”, pur non ripartendo da zero, si apre un nuovo capitolo. I punti presi o persi sul tracciato della Sarthe diventano punti pesanti.

Il bis può concederlo uno solo dei “4”. Oppure nessuno di loro. Chi trionfa domenica, gode. Chi va a punti, s’accontenta e perde una occasione d’oro. Chi soccombe piange. Nessuno dei “quattro” può permettersi di andare “in bianco”. Zero punti adesso, può significare mezza disfatta e mezzo campionato buttato.

In questo quadro non c’è dubbio che Shanghai ha ridato a Rossi (50 vittorie in MotoGp, 63 nella classe regina, 89 in totale) il sorriso e soprattutto il bottino pieno dei 25 punti. Sulla carta, anzi, stando ai fatti, il “pacchetto” Rossi-Yamaha-Bridgestone sembra in questo momento il più accreditato ad emergere nel poker d’assi con Pedrosa-Honda-Michelin, Lorenzo-Yamaha-Michelin, Stoner-Ducati-Bridgestone.

Il sette volte campione del mondo ha ritrovato la “condizione” e il “passo” del “dominator”. Ha ritrovato la “motivazione”, anche sul piano psicologico. Che conta e pesa. Ed è ritornata la “falcata” decisa, persino prepotente, dei tempi più radiosi.

Un fuoriclasse non perde il “manico” per un nonnulla. Ma anche Surtees, Duke, Hocking, Hailwood, Read, Agostini, Roberts, Doohan, solo per citarne alcuni fra i grandi, hanno avuto momenti di “sbilanciamento”. Non (solo) per cause legate al mezzo meccanico o alla squadra. E’ una questione di “convinzione”. Che se s’abbassa anche solo un po’, vai sempre forte, ma tutto si fa più complicato e a vincere sono gli altri.

Così è stato in questi mesi anche per Valentino. I detrattori dicono che (vedi a Shangai) il pesarese è stato baciato dalla fortuna. Come se la fortuna fosse un demerito. Enzo Ferrari ricordava che fra due assi di pari valore affidava sempre un suo bolide al pilota più fortunato. Più che fortunato, anche in Cina, sono stati caso mai gli avversari di Vale ad avere contro la dea bendata.

La terribile caduta in prova con fratture di Lorenzo, la sesta corta della Honda di Pedrosa con surriscaldamento del motore e l’impossibilità di tenere il super ritmo del campione della Yamaha, la gomma sbagliata di Stoner. Ma che colpa ha Rossi per i guai altrui? Altre volte (poche in verità) è accaduto il contrario.

Ogni corsa fa storia a sé. E a Le Mans, specie se pioverà, tutto può accadere. Una bella vittoria conta ma non fa primavera. Però se il centauro di Tavullia dovesse concedere il bis di Shangai (non vince consecutivamente dal giugno 2006: GP d’Italia e Catalunya) i magnifici quattro svanirebbero per lasciare il posto a un “asso” solo. In quel caso, duro colpo per gli altri tre. Con Vale pronto a percorrere la via verso l’ottavo titolo mondiale. All’opposto, una prestazione scialba, e il dominio di uno degli altri “3” riproporrebbe tutti gli interrogativi “ante Cina” sul pesarese.

Se non piove, Michelin e Bridgestone non avvantaggeranno o puniranno nessuno. Questa storia di un circuito favorevole o sfavorevole a questo o a quello (pilota o moto) ci convince poco. Le corse di moto sono straordinarie proprio perché fuori dall’ordinario. Restiamo testardamente convinti che alla fin fine (nel limite del possibile) è il pilota a fare la differenza.

A Le Mans Pedrosa (qui tre volte primo in 125 e 250, pole e podio al debutto MotoGp 2006, quarto sul bagnato nel 2007) )è chiamato a dimostrare che oltre a un gran ritmo, quando è l’ora,(ed è l’ora!) può anche dare la zampata decisiva finale e vincere un corpo a corpo. Rossi o non Rossi. Come già anticipato da Motoblog, la Honda HRC è intenzionata a far debuttare il nuovo V4 a valvole pneumatiche l’1 giugno nel GP d’Italia al Mugello. Test, per l’ok definitivo, il 19 maggio a Le Mans. Quel nuovo motore potrebbe fare la differenza. E allora, dal Mugello, dolori per tutti!

Passando a Stoner (l’unico dei 4 sul podio francese nel 2007 quando vinse sul bagnato Wermeulen davanti a Melandri, con Rossi 6°) il canguro deve tornare a saltare, non può non ritornare a lottare per la vittoria. Di questi tempi, a forza di piazzamenti, addio mondiale! La domanda è d’obbligo: la Ducati ha fatto un passettino in avanti o no?

Lorenzo ha dimostrato di non avere timori reverenziali, che il suo caposquadra Rossi non gli fa né caldo né freddo. Che senza l’incidente in Cina sarebbe davanti al pesarese in classifica. Jorge a Shangai ha già compiuto la prodezza. Ieri il maiorchino ha avuto l’ok per correre dopo esami radiologici e visita del dott. Xavier Mir. Dovesse ripetersi, Lorenzo, e magari superarsi centrando il colpaccio, sarebbe davvero un miracolo.

Occhio agli outsider. Dovizioso (qui 5 volte sul podio e una vittoria in 125) e Melandri su tutti. A Le Mans, proibito farsi male. Dopo Il GP francese ci saranno sei gare in otto settimane. Quindi …

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