Mugello: Rossi "di gloria". Resiste Stoner. Il poker d'assi perde Lorenzo.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 1 giu 2008
Mugello: Rossi


La corsa. Assoli. Voto 9. Una corsa “tecnica”. Di altissimo livello ma priva dell’indispensabile “corpo a corpo” per la vittoria che fa del motociclismo uno sport unico. Una serie di straordinari “assoli” da incorniciare. Peccato per il pubblico che vuole (giustamente) gustarsi il piacere “completo” che solo la gran musica di una intera orchestra sullo stesso parterre sa dare. Se oggi la MotoGp fosse stata il replay della 125, con Rossi e compagni, sarebbe stata una delle corse più belle di tutti i tempi. Ma bisogna sapersi accontentare. Là, bararre di fuoco all’arma bianca. Qui altissime performances di “solitari” fuoriclasse.

Valentino Rossi. Killer. Voto 10 e lode. Sesta tappa iridata. Terza vittoria consecutiva, settimo centro consecutivo al Mugello. Consolidamento e allungo in classifica. Gara superlativa, priva di errori, al limite della perfezione. Metro su metro, decimo su decimo ha distrutto ogni avversario. Con soprpassi in staccata e “dentro” le esse. Valentino è il “re” del Mugello e dà una svolta al mondiale 2008. Si è “tolto di dosso” anche Lorenzo. Solo Stoner resiste. Anche Pedrosa, però con la bava alla bocca.. L’ottavo titolo iridato è lontano. Pardon: adesso, a meno di imprevedibili novità, quel titolo è davvero molto più vicino. Molto di più di quel che dicono i numeri.

Casey Stoner. Ossoduro. Voto 10. Il campione del mondo sale sul secondo gradino del podio. Non è poco. Più in alto, con il Rossi/Yamaha/Bridgestone di oggi, non si può. 20 punti portati a casa. Molti rispetto all’elastico del “poker d’assi” ma pochi rispetto al capoclassifica, che allunga. L’australiano ha dimostrato di essere un grande, un fuoriclasse. Nessun altro al Mugello avrebbe potuto portare questa Ducati ancora più avanti. Ha commesso leggere sbavature, ma ha fiocinato Pedrosa e ha tentato fino all’impossibile di rispondere alle bordate micidiali del pesarese. Il mondiale non è perduto. La sua Ducati è una moto tutt’altro che “finita”. Ma da Borgo Panigale serve una risposta adeguata a una nuova situazione. Altrimenti la lotta è per il secondo posto.

Dani Pedrosa. Ragioniere. Voto 7. Lo spagnolo non aggiunge e non toglie niente a se stesso. Una gara al gran galoppo ma senza “acuti” che servono per battere i fuoriclasse e dimostrare che il bel cavallo è un purosangue.

Alex De Angelis. Resuscitato. Voto 9. E’ la sopresa positiva della giornata. Fosse partito bene avrebbe anche potuto tentare il colpo del podio. Ha fatto tornate da record e sorpassi da manuale. Dopo tanto penare, il pilota del team Gresini, con una prestazione maiuscola, dimostra che i rookie italiani sono adesso due: oltre Dovizioso c’è anche Alex. Adesso è atteso alla conferma.

Loris Capirossi. Peccato. Voto 6 – . L’imolese ha tradito le premesse. Dopo qualifiche stratosferiche (pur se ottenute con l’ausilio della ruota della Yamaha di Rossi) e una buona partenza, Loris non ha saputo tenere il ritmo dei primi ed è scivolato in un settimo posto senza disonore ma con poca gloria.

Andrea Dovizioso. Incostante. Voto 6 +. Un week non positivo. Prove e qualifiche opache. Gara in parte alla “bersagliera” e in parte no. Forse oggi da Dovi non si poteva pretendere di più. Comunque punti presi.

Jorge Lorenzo. No buono. Voto 4. Le doti del maiorchino non si discutono. E le sue condizioni fisiche non sono ancora ok. Ma Jorge rischia di passare per un “cascador”. Le gare passano, i punti restano gli stessi, e gli avversari sfilano. Da oggi Lorenzo lascia “via libera” al suo coequiper Rossi. Adesso meno parole e più fatti. Zitti, e lavorare duro. I risultati torneranno.

Marco Melandri. Disco rotto. Voto 3. La Ducati avrà mille problemi. Ma in questo caso il problema numero uno è il “driver”. Marco non c’è. Continuando così (ma fino a quando?) fa danni alla Ducati e a se stesso.

Nicky Hayden. Ex campione. Voto 4. L’ex campione del mondo dimostra proprio di essere solo un ex. Sembrava un buon week end. Invece Nicky, con un 12esimo posto, offende quel titolo e la sua Honda ufficiale. Le scuse non tengono più.

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