Prigionieri della SBK: Assen
Prigionieri della Superbike (Assen): racconti semi seri in chiave mondiale
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Continua incessante all’urlo di “io nun ce volevo venì” il pellegrinaggio all’inseguimento del mondiale delle derivate dalla serie, questa volta il calendario ci ha portato in quel di Assen, super piatta località dei Paesi Bassi! Il viaggio si è aperto con il trionfo dell’italianità, grazie al solerte Caronte che ci ha traghettato dall’aeroporto di Malpensa a quello di Orio al Serio (non chiedeteci il perché di questa tratta, ci sono cose che è meglio non sapere) guidando e telefonando ininterrottamente per 1 ora e 40 minuti. Eroe!
Durante il consueto viaggio low cost con la fidata Ryan Air apprendiamo dai giornali, arraffati in aeroporto, come il circus della WSBK stia tramando contro il team Grillini, ma il prode Vittorio “Rocco Siffredi” Iannuzzo nella sua tenuta zarra-tamarra-pornomovieset-replica non pare preoccuparsene troppo e anzi, sfida gli astanti con quello sguardo da inguaribile latin lover!
Giunti in Olanda, il mitico tracciato di Assen ci accoglie con i suoi cartelli auto referenziali…anche se come mostra la mappa, della storica università delle due ruote non è rimasto che un kartodromo con qualche curvetta e niente più. Ma l’atmosfera in verità è comunque carica di charme motoristica!
Le prove sono una falcidia di ossa e a rimetterci pesantemente è il povero Haslam, ma sulle tribune i cartelli parlavano chiaro, alla faccia dei menagrami… Sulla pit-lane inoltre, veglia il cosiddetto uccello del malaugurio, non vi mostreremo qual è il box della squadra su cui gufava il simpatico pennuto ma dando un occhio alle classifiche un’idea ve la farete certamente!
Efficaci come al solito i commissari del circuito che, mentre lo sfortunato Badovini ruzzola a velocità warp per le vie di fuga, si preoccupano solo della sua Panigale.
Girellando per la pista ci rendiamo conto come in barba alla sicurezza i fotografi sostino bellamente a un centimetro dalle moto che sfrecciano in pista a 200 all’ora. Chiediamo info e tutti ci rispondono sulla falsa riga dei “SOLITI IDIOTI” che è “Nooooormale”, aggiungendo spernacchi di natura varia. Puntuale arriva il mattino dopo in sala stampa il dispaccio che vieta a tutti di pascolare sull’erba, pena prendersi sul capocollo un Sykes qualunque.
E ricordatevi che in Olanda terra di vetrine e cannoni le leggi le sanno far rispettare, a monito universale notate la torretta con cecchino, posta in fondo alla corsia box che si occupa di far rispettare ai piloti gli eventuali drive through comminati.
Si parlava di sala stampa ed ecco qui il fulgido esempio di come i giornalisti si approfittino bellamente delle bibite, manco a dirlo gratuite, facendone incetta senza vergogna.
Il paddock del mondiale rimane uno dei posti più ameni del pianeta terra e di fronte al cartello che indica la presenza di super vip ci scervelliamo per ore per capire chi mai possa essere un super vip. Poi finalmente ci imbattiamo in lui e tutto è finalmente più chiaro!
Ma ormai è tempo di gare e mentre Giugliano, si imbosca un cellulare nella tuta, della serie “sai mai che cado e devo chiamare i parenti” in pista due safety car si ingarellano sportellandosi amichevolmente per la gioia del pubblico! Ma la pacchia sta per finire visto il nuovo modello che dalla prossima stagione rivestirà il ruolo di pace car!
Ai box nel dopo gara per un Melandri, che abbacchiato è dire poco, c’è comunque un Checa che pare chiedere, in maniera composta, la Ducatona della scorsa stagione…ma il tutto si risolverà come da foto!
La SBK, da ormai tre gare in gestione Dorna, non tradisce le aspettative e il furbo Carmelito ha già introdotto anche nel paddock delle derivate di serie, le sue amate CRT, che qui svelano, in chiave olandese, il misterioso acronimo, circuit rijvaardigheidstraininge, chiaro no?
La vivanda tipica dei paesi bassi in clima di SBK non poteva che essere il famoso Chili con carne (a detta di chi lo ha assaggiato un po’ stoppaccioso come il real-Pierfrancesco) ma tutto qui ricorda il motor sport e così anche il ristorante del circuito si distingue per il suo arredamento ARAI STYLE. Ora vi chiederete ma che ci fanno due scozzesi ubriachi come somari nel box di un team indiano che schiera un pilota turco? Semplice, tentano di far suonare una cornamusa a quest’ultimo, altrimenti che ubriachi sarebbero? La vittima ovviamente è il povero Kenan Sofuoglu, che dopo essere stato trombato da Sam Lowes in pista, pensavamo fosse più avezzo a questa nobile arte…
Risparmiandovi i dettagli del sanguinoso ritorno, altrimenti facciamo notte, vi porgiamo a nome di tutta la ciurma della SBK un cordiale arrivederci a Monza. Dimenticavamo, ecco un consiglio utile da veri viaggiatori, se doveste venire in aereo, le armi per favore, lasciatele a casa, che tanto ve le sequestrano…
“Prigionieri della Superbike (Aragon)” è un racconto semi serio in chiave mondiale, scritto da un amico di motoblog, Filippo Mingardi.
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