T.T. 2 giugno 1978: con Mike Hailwood il bicilindrico Ducati diventa mito

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 2 giu 2008
T.T. 2 giugno 1978: con Mike Hailwood il bicilindrico Ducati diventa mito

Si dice che quando agli inizi della primavera 1978 a Borgo Panigale arrivò la notizia di preparare una moto per disputare la F1 del Tourist Trophy pensarono a un… pesce d’aprile.

Ma quando fu fatto il nome di Mike Hailwood tutti sobbalzarono e ognuno si mise a disposizione per l’impresa. Una vera e propria scommessa. Anche se si trattava di affidare una bicilindrica … da “inventare”, a un “number one” del calibro dell’inglese: nove volte campione del Mondo e trionfatore all’Isola di Man la bellezza di … 14 volte sempre davanti ai più grandi campioni consacrati.

Tuttavia Mike aveva chiuso “ufficialmente” con le moto, con il forfait della Honda nel 1968, dopo aver conquistato una stupenda doppietta iridata nel 1967 (titolo della 250 e della 350) e aver sbancato al TT con tre primi posti nella 250, 350 e 500 e aver piegato Giacomo Agostini in una corsa memorabile passata alla storia.

A dire il vero Hailwood, dopo una scialba prova a Riccione con una Honda 500 spompata, si era fatto tentare ancora dalle due ruote nel 1971, a Daytona con la BSA Rocket 3 750 e con una clamorosa e strombazzata rentree con le Benelli 350 e 500 nella famosa sfida (persa) con Agostini a Villa Fastiggi di Pesaro.

Ma per un decennio il fuoriclasse inglese nato a Oxford il 2 aprile 1940 era diventato un pilota automobilistico a tempo pieno, raggiungendo grandi risultati anche in F 1, ma non la vetta.

Alla Ducati Mike era “di casa”. Nel 1960 papà Stan, ricco commerciante, a suon di sterline acquistò per il promettente rampollo alcuni bolidi di Borgo Panigale, fra cui la famosa bicilindrica 250.

In questo contesto, alla NCR, con il supporto ufficiale della Casa (all’epoca di proprietà statale prima di passare ai fratelli Castiglioni della Cagiva) ci si mise di buzzo buono partendo dal bicilindrico 4 tempi a V di 90° desmo 900 ss stradale.

Il propulsore si avvalse delle sapienti “cure” del guru della Ducati britannica Steve Wynne e alla fine l’”inedito” 883 (sui 75 CV a 7500 giri), chiuso in un traliccio a tubi d’acciaio, fu ritenuto idoneo a dar battaglia ai ben più potenti quattro cilindri ufficiali di Honda e Suzuki collocati su telai squisitamente racing.

Non è questa la sede per la cronaca della corsa. Ma quel 2 giugno 1978 “Mike the Bike” e la Ducati misero a segno una storica impresa. Un trionfo tanto clamoroso quanto inatteso che costituì le basi per il grande lancio dei bicilindrici bolognesi in tutto il mondo.

Solo un Phil Read in stato di grazia, in sella a una Honda preparata apposta per il Montain Circuit, tentò di resistere all’azione prepotente del nove volte campione del Mondo.

Con la sua nuova tuta bianco-rossa, Mike guidava la straordinaria moto preparata in poco tempo e con pochi mezzi, come se “indossasse” un vestito tagliato su misura.

La “cavalcatura” potente e agile, con i colori della bandiera italiana, bianco-rosso-verde, eseguiva perfettamente i comandi di un sapiente e implacabile fantino, che per un giorno tornava a far sognare e a dettare ancora la legge del più forte.

E fu l’apoteosi: Davide batteva Golia! Persino un fuoriclasse “duro” come Phil Read alla fine abbracciò Mike e chiese di salire (da fermo) sul bolide italiano.

Trecentomila persone si tolsero il cappello, in silenzio per ascoltare l’inno di Mameli. Il rombo del bicilindrico Made in Italy li aveva conquistati. Hailwood consegnava se stesso alla leggenda del grande sport.

Tutto era iniziato quasi per scherzo. Una serata in un pub inglese quando Mike, alticcio, mise in palio una birra per il suo ritorno al TT. Grazie alla Ducati quella birra è diventata una icona. A volta, come quel 2 giugno 1978, i sogni diventano realtà. Così la Ducati costruì la Mike Hailwood Replica. Una magia per 3000 felici appassionati, un’opera d’arte da ammirare ancora oggi.

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