Tester Motoblog e Yamaha: prova della FZ1 di Filippo Bianchi - 1a parte

Di Gianluca
Pubblicato il 5 giu 2008
Tester Motoblog e Yamaha: prova della FZ1 di Filippo Bianchi - 1a parte


Terzo test, come previsto dall’iniziativa Motoblog e Yamaha vi fanno diventare “Tester”. A realizzarlo è stato Filippo Bianchi, lettore selezionato per testare la Yamaha FZ1.

Nel momento in cui si sale in sella per la prima volta e si gira la chiave della FZ1 si avvia, oltre al motore, un processo che porterà, inevitabilmente, ad un cambio radicale di gusti e filosofia sulla moto. Guidando la sport-touring di casa Yamaha si comprende quanto si tende a sottovalutare questa categoria di moto, magari perché si è portati erroneamente a credere che le naked siano tutte uguali o che, in quanto a fascino e a sensazioni di guida, non possano competere con le super-sportive: un errore molto comune quello di seguire la “moda” delle strapotenti stradali che, causa l’impegno delle case nei vari campionati mondiali (Supersport per le 600 cc. e Superbike per le 1000), negli ultimi anni hanno subito un profondo processo evolutivo che di fatto le ha rese estreme, perfette in circuito quanto difficilmente godibili su strada.

La FZ1 è l’icona di questa nuova generazione si sport-touring: estetica, ciclistica, finiture molto curate (contrariamente alle vecchie generazioni delle naked, che in quanto a look e qualità dei materiali lasciavano molto a desiderare) e motorizzazioni eccellenti per l’uso su strada: derivate proprio dalle sportive ma con potenze ridotte e, conseguentemente, più sfruttabili ed appaganti nella guida di tutti i giorni.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
Test Yamaha FZ1 - 1a parte
Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Test Yamaha FZ1 - 1a parte

Una volta entrato in concessionaria, della FZ1 osservo più che altro i nuovi colori, dato che conosco ed apprezzo le sue forme sin dalla sua presentazione: affascinante, moderna e sportiva, con un’attenzione nei particolari che rasenta il maniacale: belle le forme del faro e del serbatoio (molto spigoloso e dal carattere smaccatamente racing), il codone è rastremato e di dimensioni limitate (anche se nella vista laterale forse sarebbe più accattivante se fosse maggiormente inclinato, con vantaggio in termini di comodità per il passeggero in quanto un filo più distante dalle pedane) mentre notevole è l’impatto estetico grazie alle nuove forcelle up side down (dorate sulla versione semicarenata FZ1-Fazer, nere per la naked), del telaio e dello scarico (dotato della valvola Ex-up e, naturalmente, del catalizzatore inglobato nel terminale); forme che si raccordano in maniera perfetta ed uno sguardo che si commenta da solo: muscolosa ed aggressiva tanto da incutere timore! Di lì a poco capirò che queste sue caratteristiche estetiche ricalcano appieno quelle del motore.

La moto mi viene consegnata in condizioni eccellenti: lucidata a dovere, con soli 764 km percorsi e con gli pneumatici nuovi di zecca. Giusto il tempo di stringere la mano al gentile Matteo Pagana, consulente alle vendite Yamaha della concessionaria Montagna Group, e parto. Al termine del primo, breve, giro (sotto la pioggia battente) verifico la corretta lubrificazione della catena ed il livello di tutti i liquidi, che naturalmente risultano perfetti.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Perfetta mi pare anche la taratura delle sospensioni ed un parere illustre lo conferma: quello dell’amico Gabriele (esperto e competente tecnico della concessionaria Yamaha Chitarrai, dove spesso mi reco per un saluto): l’equipaggiamento della FZ1 risulta di primo ordine con una forcella Kayaba a steli rovesciati da 43 mm all’anteriore (regolabile in compressione ed estensione) e un forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico al posteriore.

Ma iniziamo con il racconto del test, ed iniziamo proprio male perché l’unico problema (un grosso problema!) di questa prova su strada sono state le avverse condizioni climatiche: nei primi quattro giorni la pioggia è caduta incessantemente influenzando, anzi, praticamente dimezzando la sua durata: sono stati percorsi 1327 km rispetto ai 2500 km programmati (tra le escursioni che sono saltate – ahimè – quelle sulla Futa e sul Muraglione).

Nei primi giorni piovosi i chilometri percorsi sono stati ben pochi, intimorito dallo scarso feeling con la moto (con tanti cavalli e dalla stazza imponente) e dall’asfalto molto scivoloso; col senno del poi mi sbagliavo: la FZ1 sa essere aggressiva quanto dolce, grintosa quanto mansueta! E’ sufficiente scegliere quale delle due anime si vuole utilizzare e partire senza alcun problema, nemmeno sotto la pioggia.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Il tempo per analizzare a fondo lo moto non è mancato e, osservandola attentamente, ho avuto modo di apprezzare ulteriormente l’ottimo lavoro svolto dai tecnici Yamaha: nessun cavo a vista, pregevole la fattura delle pedane (splendido il design di quelle del passeggero), ineccepibile la qualità delle plastiche, delle verniciature, degli adesivi, delle leve e del manubrio; eccellente la disposizione dei vari componenti: perfino il clacson, storicamente di difficile collocazione sulle naked, è stato celato sotto il faro in maniera tale da non compromettere l’estetica! Avrei invece gradito le viti del cruscotto, del supporto del faro e del radiatore di colore nero.

Da elogiare la strumentazione analogico-digitale, sempre ben visibile (con ben tre “trip” a disposizione); tra i comandi secondari da segnalare la presenza del pulsante delle luci di emergenza, molto utile soprattutto in caso di code improvvise su strade ad alto scorrimento.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Finalmente splende il sole e posso iniziare il test: infilo (come sempre) casco, guanti, para-schiena e giubbetto e, prima di raggiungere le tanto amate curve dell’Appennino (la maggior parte della prova si svolgerà su questo tipo di strade, che maggiormente si adattano alle caratteristiche della moto), testo la moto su percorso urbano, dove la FZ1 si dimostra sorprendentemente reattiva e divertente: gli slalom tra le auto e le accelerazioni sono fulminei, tanto che va posta particolare attenzione alle scriteriate manovre degli automobilisti.

Ottima la posizione di guida, davvero comoda grazie al largo manubrio e alla sella ben imbottita e piuttosto avanzata, la sensazione è di avere tra le mani la ruota anteriore: ciò contribuisce a rendere la moto davvero maneggevole in qualunque condizione di guida, anche nel traffico cittadino, dove l’agilità dimostrata è addirittura disarmante, tanto da chiedersi dove siano finiti i 194 kg di peso dichiarati! Il peso reale di una moto spesso è un dato poco chiaro, in quanto a volte vengono pubblicati dei valori discordanti: per fugare ogni dubbio lo verifico di persona: in ordine di marcia, con il pieno di carburante, il peso reale è pari a circa 215 kg.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Ottima anche la frizione, dolcissima ed infallibile a tal punto che invita ad usare molto il cambio, impeccabile in tutti gli innesti, folle inclusa. Ottime anche le sospensioni: in città mi butto volutamente in una delle tante voragini (Comune di Perugia dove sei?) che vengono assorbite senza la minima esitazione nonostante la profondità impressionante; il passeggero riceve invece delle sensazioni diverse, probabilmente a causa del diverso spessore della sella posteriore, ma in ogni caso la sua posizione risulta comoda e per nulla stancante, anche nei lunghi tragitti (altro vantaggio rispetto alle sportive).

Una nota curiosa sulle temperature d’esercizio: nonostante la FZ1 sia priva di carenatura e dotata di un radiatore di tutto rispetto, i valori raggiunti dal motore sono ragguardevoli: 80/85°C registrati nei percorsi extraurbani veloci e in superstrada, 85/95° C su strade mediamente trafficate, fino a raggiungere i 95/100° C durante la marcia nel traffico urbano, con picchi ancora più alti se capita di restare bloccati nel traffico cittadino; tuttavia è evidente che si tratta di una caratteristica del motore: la ventola del radiatore entra in funzione solo in condizioni particolarmente critiche, attorno ai 102/103° C (per poi disinserirsi a 92° C): temperature leggermente superiori alla media che, proprio a causa della mancanza della carenatura, vengono ben avvertite dal pilota, specie sulle gambe, mentre non creano nessun disturbo al passeggero.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Esco dalla città e mi dirigo verso il Lago Trasimeno per il consueto giro, un itinerario che per metà prevede superstrada, dove finalmente ho la possibilità di toccare con mano le prestazioni del motore (ovviamente di tutto rispetto) e soprattutto il comfort alle alte velocità: a differenza di alcune avversarie la FZ1 è assolutamente priva di cupolino ma la pressione dell’aria, contrariamente a quanto letto, non è assolutamente fastidiosa alle velocità turistiche, ne girando ulteriormente la manetta: resta nella norma fino a 180-190 km/h, diventa fastidiosa solo attorno ai 220-230 km/h, per diventare insopportabile alla velocità massima (che non quantifico per ovvi motivi) alla quale il pilota deve necessariamente sdraiarsi sul serbatoio, spingere molto con i piedi sulle pedane ed “aggrapparsi” al manubrio, provocando di conseguenza un alleggerimento dell’avantreno, molto, molto pericoloso in caso di imprevisto: è evidente che con queste moto è meglio lasciar perdere le velocità massime!

La seconda parte del percorso prevede il ritorno verso Perugia su strada statale panoramica che costeggia il Lago Trasimeno con una serie di curve molto belle; tuttavia il traffico notevole e i numerosi autovelox installati dai vari comuni, più per batter cassa che in nome della sicurezza stradale (i limiti di velocità imposti sono eloquenti) non mi permettono di godere appieno delle qualità del motore. In ogni caso la FZ1 si dimostra entusiasmante nelle accelerazioni e dall’impianto frenante molto efficiente, buone le gomme Dunlop Sportmax (120/70-ZR17 all’anteriore e 190/50-ZR17 al posteriore) anche se non sempre riescono a garantire un grip tale da contenere l’esuberanza del motore durante la guida veloce: in tutta franchezza avrei preferito degli pneumatici dalla mescola più morbida.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Prima di rientrare è obbligatoria una fermata da “Faliero” (Località Case Sparse, lungo la statale che da Magione porta a Chiusi) abituale luogo di ritrovo dei motociclisti della zona, dov’è possibile gustare la prelibata torta al testo umbra, esageratamente farcita con salsicce (come da tradizione) o con altri ingredienti a piacere e accompagnata da un ottimo vino della casa: una fermata assolutamente consigliata (sia a pranzo che a cena) a chiunque si trovi all’Autodromo Nazionale dell’Umbria di Magione.

Ora è giunto davvero il momento del rientro, perché guidando la FZ1 per l’intera giornata ad alti ritmi alla fine ci si stanca, anche se si è ben allenati. In fondo è colpa sua: non ci sta proprio ad essere condotta in maniera tranquilla.. vuole divorare le curve! E quando il pilota non asseconda questa sua indole lei, quasi per dispetto, gli trasmette una gran quantità di aria calda, soprattutto sulle gambe; questa moto è talmente piacevole che non mi vorrei mai fermare: davvero un peccato riporla nel box. Ma la notte è breve e domani mattina le splendide, tortuose curve dell’Appennino torneranno ad essere solcate dalla loro regina.

Test Yamaha FZ1 - 1a parte
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Grandioso il lavoro fatto da Ninja17, belle foto, bell’itinerario, complimenti davvero. Ma questa è solo la prima parte.

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