MotoGP: a Barcellona il Team Gresini fa 200
Dopo la 100esima “candelina” spenta da Jorge “Por Fuera” Lorenzo al Mugello, stavolta a festeggiare è il buon Fausto Gresini. Domenica 8 giugno a Barcellona, il Team dell’imolese prenderà il via per la 200esima volta ad un Gran Premio del motomondiale.
Il due volte iridato della 125 ripercorre gli anni trascorsi nei box a dirigere quello che in pochi anni sarebbe divenuto uno dei team più validi in assoluto; in bacheca un titolo mondiale classe 250, 32 vittorie, 91 podi. “Sinceramente quando è nata la Gresini Racing non mi ero posto alcun obiettivo: non ho mai pensato per quanto tempo sarebbe potuta proseguire questa avventura.” – confessa Fausto.
“Tutto è venuto da sé, continuando a fare quello che mi piace: tutto ciò ci ha portati ad affrontare la dodicesima stagione in MotoGP e ad arrivare a questo importante traguardo, i 200 Gran Premi disputati. Ovviamente questi portano con sé tantissimi bei ricordi, a iniziare dal primo Gran Premio , nel 1997 con Alex Barros: per un momento abbiamo pensato che si potesse ottenere subito il podio, al nostro debutto in 500! Un problema al cambio ci relegò poi all’undicesimo posto, ma essere arrivati a un passo da un risultato così importanti fu un sogno, qualcosa di surreale, che mai e poi mai avremmo immaginato”.
Tanti successi, tante soddisfazioni, ma anche un terribile ricordo nella mente: “Sin dall’inizio il nostro cammino è stato tutto una sorpresa: dal primo podio ottenuto già alla prima stagione, alla prima vittoria, al primo titolo mondiale con Daijiro Kato. Ricordo poi la partecipazione alla prima gara importante nella MotoGP, sempre con Kato, e le vittorie di Sete Gibernau. Ci sono stati anche periodi difficili: la morte di Kato è senza dubbio stato il momento più triste di tutta la nostra storia, quello che ci ha fatto riflettere di più. A un certo punto pensai anche di cambiare mestiere, perché fu un colpo durissimo, estremamente difficile da digerire. Ma Daijiro avrebbe voluto che continuassimo. L’unico rammarico, forse, è che in seguito abbiamo soltanto sfiorato il titolo mondiale della MotoGP, giungendo tre volte secondi, non riuscendo quindi a dedicargli qualcosa di così importante come avremmo voluto”.
Da pilota a Team Manager, cosa è cambiato? “La difficoltà del passaggio da pilota a team manager è chiaramente legata al fatto che si cambia totalmente lavoro: quando si è piloti in un certo senso si è racchiusi in una sfera speciale, nella quale per certi aspetti tutto ti è dovuto. Un team manager deve invece affrontare tutte le problematiche legate a far sì che la squadra funzioni. Va poi considerato che non siamo una casa costruttrice: viviamo di sponsorizzazioni, perché senza di esse non potremmo fare le competizioni. Un team manager deve quindi curare anche gli aspetti che portano a raggiungere certi obiettivi di budget.”
Gresini-Honda, un binomio inscindibile: “Sì, con la Honda esiste un legame molto forte: mi ha dato l’opportunità di iniziare, e in seguito di farmi apprezzare. È sempre stata un’azienda serissima che mi ha dato molto, mettendomi nelle condizioni di lavorare bene e di esprimermi. Ho il privilegio e l’onore di avere la loro fiducia, e di questo ne faccio tesoro: porto la bandiera della Honda da sempre, e continuerò a portarla, non ho nessun interesse a cambiare”.
via | GresiniRacing.com