MotoGP: mondiale aperto. Non solo per Rossi e Pedrosa

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 9 giu 2008
MotoGP: mondiale aperto. Non solo per Rossi e Pedrosa


C’è chi, già dopo il GP d’Italia del Mugello, dava per “chiuso” il mondiale MotoGP 2008. Figurarsi adesso, dopo la corsa di ieri in terra catalana. Insomma, la domanda è questa: il mondiale è ancora aperto, o no?

Con sette corse archiviate e undici (undici!) in programma tutto (o quasi) è ancora possibile. E se a contenderselo (il titolo) sono Rossi (142 punti), Pedrosa (135), Stoner (92), non si capisce perché dalla partita dovrebbe essere escluso Lorenzo, tutt’ora terzo a quota 94, pur con il doppio zero del Mugello e di Barcellona. Il prossimo appuntamento è quello di Donington, fra due settimane. E il maiorchino, da campione qual è, ha tutto il tempo per riprendersi fisicamente e psicologicamente.

Quindi, a rigor di logica, o la lotta è ristretta al duo Rossi e Pedrosa oppure ritorna allargata anche a Lorenzo e a Stoner. Fino ad Assen, fra due gare, quando il campionato sarà a metà strada, tutto è possibile. Almeno fino al GP d’Olanda sarà ancora il “poker d’assi” al completo Rossi-Pedrosa-Lorenzo-Stoner a giocarsi il titolo iridato 2008.

Gli altri piloti, con l’unica eccezione di Andrea Dovizioso, sono su un altro pianeta (o su altri pianeti). Le altre moto (escluse la Honda di Hayden e la Ducati di Melandri), pure.

Evidentemente, all’interno stesso dei “quattro moschettieri” e delle rispettive cavalcature, esistono differenze. Rossi, Pedrosa, Lorenzo, Stoner non sono sullo stesso piano: diverso punteggio in classifica, diverso il potenziale tecnico, diverso lo “status” personale/agonistico/psicologico dei quattro campioni.

Rossi resta potenzialmente il più “accreditato” al titolo. Non per averne già vinti sette (che pure conta), non per guidare la classifica con 142 punti (che pure conta), non per avere la moto attualmente più “a posto” (che non è poco). Valentino gode del vantaggio del “dominator”. Passata la bufera del 2007 e l’incertezza dell’inizio 2008, il pesarese si è riappropriato della supremazia “psicologica” dei suoi momenti migliori, è tornato a fare sorpassi quando e dove decide lui di farli, coglie (quasi) l’obbiettivo che decide di volere raggiungere. Non tutto gli riesce alla perfezione come una volta, ma se dopo il tris consecutivo di Cina, Francia e Italia, a Barcellona non gliela fa a calare il poker, porta comunque a casa i suoi pesanti 20 punti. Perché a quota 142 si va con 11+20+16+25+25+25+20: un martello capace di inchiodare un titolo dentro la cornice 2008!

Rossi temeva (e teme) Stoner. Invece si ritrova alle calcagna Pedrosa, un altro che ci sa fare con il martello e incassare punti. Quello di Barcellona è il Pedrosa migliore, l’uomo solo al comando, la lepre in fuga, il Biaggi delle giornate di gloria. Imprendibile, così. Siccome è capitato, può accadere di nuovo che Pedrosa s’involi. Soprattutto se la Honda (valvole pneumatiche o no) torna a brillare come a Montmelò. E allora sono guai per tutti.

Rossi (e anche Pedrosa) fa bene a temere Stoner, tornato ai vertici, ma non ancora alla vittoria. 50 punti sono un gap pesante ma ancora recuperabile. Il podio di Barcellona è come il mezzo bicchiere: troppo pieno o troppo vuoto? Vista la gara, meglio sorridere e accontentarsi. Ma la Ducati (cui non è mai troppo il plauso e il ringraziamento verso la Casa italiana per essere in MotoGP) non può accontentarsi dei miracoli del passato. E’ l’ora di un miracolo nuovo. Forse basterebbe anche un miracolo “piccolo”. Altrimenti Casey, da solo, non ce la può fare più, non può continuare a battagliare con la propria moto, invece che con gli avversari. Lotterà come un leone fino in fondo ma quell’uno sulla carena della sua desmosedici alla fine sarà costretto a mollarlo. In Inghilterra o in Olanda la rossa deve tornare a vincere. Altrimenti, addio mondiale!

Lorenzo adesso, dei quattro super ha forse meno chanche. Ma è quello che, per classe, indole e temperamento, potrebbe sparigliare le carte e influenzare il risultato finale. Non è poco, dopo quel che è accaduto.

C’è movimento, nel paddok. Rumors per il 2009. Intanto, in pista, il giocattolo multicolore MotoGP mostra i suoi limiti: griglia sguarnita, 13 piloti all’arrivo, dopo il quinto classificato, distacchi da “tappone” del Giro d’Italia. Basta il solo Rossi a tenere in piedi il baraccone?

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