Tester Motoblog e Yamaha: prova della R6 di Andrea Vietti

Di Gianluca
Pubblicato il 13 giu 2008
Tester Motoblog e Yamaha: prova della R6 di Andrea Vietti


Quarto test, come previsto dall’iniziativa Motoblog e Yamaha vi fanno diventare “Tester”. A realizzarlo è stato Andrea Vietti, lettore selezionato per testare la Yamaha R6.

Premessa, vengo da 10 anni di Suzuki GSX-R 750 e negli anni le moto di cilindrata 600 che ho provato sono state l’Hornet 2001 e 2007, il CBR e l’R6 del 2000 e il GSX-R del 2001. Non so quindi come siano le concorrenti dell’R6 di recente fabbricazione ed i raffronti sono fatti rispetto a ciò che ho guidato in passato e che guido attualmente.

Iniziamo dall’estetica. Personalmente ritengo carina la linea con la novità delle scanalature appena sotto il cupolino, sotto il faro, che quando è acceso fa l’occhiolino, ed appena sopra il logo R6 presente sulle fiancate. La luce di posizione è situata nel “becco” al centro del muso poco sopra la presa d’aria e si accende automaticamente appena acceso il quadro della strumentazione. La stessa cosa non avviene per l’anabbagliante che si illumina quando la moto è effettivamente accesa.

Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008

Il cupolino è un po’ basso, il minimo indispensabile per non affaticarsi viaggiando nei limiti di velocità. Se però si fa qualche sparata sopra i 170-180 km/h il collo ne risente e si evita di andare in palestra. Visto dall’alto, il codino ha per me una forma strana non molto bella nel contesto della linea generale della moto, con la carena che collega la linea delle due selle e che termina con due spigoli vivi, mentre veramente brutto è il supporto per la targa e per le frecce, così lontano e staccato dal codino e dal faro posteriore. Supporto che tra le altre cose vibra molto. Non a caso, a tutte le poche R6 2008 che mi è capitato di veder circolare, il portatarga e le frecce sono stati cambiati.

Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
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Test Yamaha R6 2008

Nessuno spazio sotto la sella del passeggero se non per gli attrezzi ed il libretto di istruzioni. Contrariamente a quanto pensavo, la posizione di guida non è scomoda, non sei allungato e sdraiato tra sella e manubrio e quindi i polsi non vengono caricati troppo dal peso del busto, è compatta. La sella, seppur apparentemente sottile, dura e poco imbottita non è poi così male: in una giornata ho quasi 500 km e non sono arrivato a casa distrutto.

Test Yamaha R6 2008
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Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008

Anche la classica borsa sul serbatoio non infastidisce troppo. Pensavo che il mio GSX R del 2003 fosse abbastanza comodo, ma alla fine della settimana nel momento della riconsegna mi sono seduto sulla mia e proprio non mi trovavo. Ho notato molto la differenza. Per quanto riguarda il passeggero, mah… punto interrogativo, non mi esprimo e non garantisco nulla.

La strumentazione nel cruscotto è tutta ben visibile, con la possibilità di selezionare sul display il classico contachilometri totale, due parziali ed un cronometro. Sempre presente è l’orologio. Non so se le altre sue sorelle lo hanno, ma mi è sembrata buona l’idea di introdurre un ulteriore contachilometri parziale che si attiva automaticamente quando si entra in riserva, in modo da avere subito sott’occhio quanta strada hai percorso e che il benzinaio ti sta aspettando. Benzinaio che, se si viaggia tranquilli, bisogna visitare dopo i 17 litri circa di capacità con cui fai 18-19 km/l nel misto statale più autostrada o 15-16 in città.

Test Yamaha R6 2008
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Test Yamaha R6 2008
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Test Yamaha R6 2008
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Il serbatoio, sotto il tappo, ha una griglia bucherellata con il buco centrale pari alla misura della pistola della pompa di benzina , comodo perché si può appoggiare e bloccare la stessa pistola durante il rifornimento. La forcella anteriore ha la possibilità di una doppia regolazione ed il freno anteriore ha una bella frenata modulare ma potente allo stesso tempo grazie alla pompa radiale di serie. Belle morbide sono anche le gomme in dotazione di serie; esce con le Bridgestone Battlax BTO 16R hypersport. Hanno una buona tenuta e si piega bene anche se l’asfalto non è poi così caldo.

Test Yamaha R6 2008
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Test Yamaha R6 2008
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Sono sempre stato scettico sulla classe 600 4 cilindri perché per divertirti un po’ ed avere un po’ di scatto devi sempre tenerle su di giri, ma questa R6 mi ha sorpreso. Non sono uno smanettane e probabilmente ormai lo saranno anche le altre 600, ma ha una buona ripresa anche a bassi giri con marce alte, appena apri risponde subito e subito sale su di giri spingendo fin dai bassi; in un attimo sei già a 7-8000 giri, sembra quasi un motore di un 750 che però gira, a prestazioni simili ed andatura normale, 1000-1500 giri sopra; d’altronde anche lei ha i suoi bei 130 cv.

L’erogazione è comunque morbida e senza strappi ed il limitatore con l’inizio del rosso è lassù a 16500 giri. Occhio se lo raggiungi, si accende nel cruscotto una grossa spia bianca che quasi spaventa. E’ incredibile come entra subito in temperatura, da un lato è un bene perché è subito disponibile a tirare, ma dall’altro se vai piano o sei in coda in città c’è da morire quando parte la ventola (e parte spesso), soprattutto sul fianco sinistro. Fortunatamente è potente e quindi abbassa velocemente i gradi.

Test Yamaha R6 2008
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Test Yamaha R6 2008
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Mi è capitato di fare strade con curve medio lente ed è molto maneggevole, leggera, i solo 170 kg si notano positivamente, sembra un motorino, facilissima da guidare, precisa e stabile negli inserimenti in curva anche con repentini cambi destra – sinistra. Inoltre il cambio è rapido e preciso senza grande escursione della leva e così è bello e ti invoglia a fare cambiate veloci. Anche nel traffico si difende discretamente per la maneggevolezza.

Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
Test Yamaha R6 2008
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Giretto in Valtrebbia

La marmitta? Proprio un bel rumorino, cattiva che abbaia ad ogni sgasata ma non sgradevole. Quella motoretta del triplo diapason personalmente mi ha entusiasmato ed è proprio un bel divertimento da guidare! Un lampeggio a tutti i motociclisti e grazie a Motoblog ed ovviamente alla Yamama per l’opportunità ricevuta!

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