Tester Motoblog e Yamaha: prova X-CITY 250 di Marco Tosti

Di Gianluca
Pubblicato il 24 giu 2008
Tester Motoblog e Yamaha: prova X-CITY 250 di Marco Tosti


Sesto test, come previsto dall’iniziativa Motoblog e Yamaha vi fanno diventare “Tester”. A realizzarlo è stato Marco Tosti (nick 3mend0), lettore selezionato per testare l’X-City 250.

Sabato mattina, nel parcheggio della concessionaria Yamaha Moto Roma il gentilissimo e disponibilissimo Gianluca ci consegna il mezzo in prova. Yamaha X City 250, completo anche di parabrezza e bauletto, indispensabili in città, consegnandomi anche un dono, un bellissimo casco Bye dotato di auricolare bluetooth integrato!

Salgo in sella e mi preparo ad affrontare il terreno per cui questo scooter è stato concepito. Qui non stiamo parlando di una moto dalle prestazioni al limite, qui non cerchiamo tornanti ed impostazioni di guida che permettano emozioni vibranti. Stiamo parlando di una jungla urbana fatta di oltre 800km di strade di città, centinaia di buche, sampietrini (avete presente il porfido? Uguale ma con elementi più larghi e scivolosi e sconnessi) e quasi 800.000 altri centauri.

Io personalmente possiedo un Honda Sh300 e sono 14 anni (dal mio primo motorino) che affronto queste strade destreggiandomici energicamente, aggiungo inoltre che per mia indole personale sono pignolo e rompiscatole… questo scooter avrà il duro compito di dimostrarsi un fido compagno di spostamento, dovrà essere reattivo, leggero e maneggevole, ma robusto per non sbriciolarsi nell’incessante vibrare per le tristemente note asperità delle strade capitoline.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

Primo Contatto
L’X City si presenta subito molto comodo, sella molto ben imbottita con supportino lombare sul quale mi accomodo con piacere. L’impugnatura del manubrio pone le braccia in posizione confortevole, la pedana invece è completamente ingombra dal tunnel centrale, i piedi hanno posto ai suoi lati, ma non c’è posto per altro. L X City trasmette subito una sensazione di robustezza e stabilità, appare molto solido e quando si tiene il manubrio si ha la tangibile sensazione di avere il mezzo in pugno.

La strumentazione è ottima, leggibile ed immediata, tachimetro, temperatura ed indicatore benzina sono chiarissimi con un bel decoro a ragnatela, il display centrale è completo e ben leggibile, temperatura esterna, Totale Km, trip 1 e trip 2, ciascuno completo di velocità media e tempo di percorrenza, da segnalare uno speciale trip di riserva che si attiva quando si accende la spia nell’indicatore carburante, comodo ed intelligente. Altra nota a favore riguarda le manopole, Ariete , sono ottime nel grip ed hanno il pregio di essere antisudorazione e trattenere per nulla lo sporco, lasciando le mani pulite.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

Subito nella mischia
Non facciamo in tempo a presentarci che subito è necessario sbrigarsi per permettermi di assolvere ad un impegno di lavoro dall’altra parte di Roma. Devo ammettere che le doti di velocità e maneggevolezza provate così a caldo mi hanno lasciato una piacevole impressione, soprattutto sono riuscito a trovare subito un buon feeling con il mezzo che si lascia guidare senza troppe storie. E’ un mezzo molto immediato e docile.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

Guardiamocelo un pò
Finalmente recuperata la calma è il momento di un’occhiata più ravvicinata ai dettagli di questo mezzo. Il cruscotto come abbiamo detto appare completo e non sento la mancanza di nulla se non forse di spie un po’ più grandi, visto che lo spazio c’è.
Ottimi gli specchietti abbastanza ampi e posti in buona posizione, non ingombrano la visuale e sono molto funzionali.

I comandi sono tutti facilmente raggiungibili con il pollice sinistro, il comando delle frecce soprattutto presenta una levetta “cicciotta” che par venire incontro al dito, molto comoda anche con i guanti (Si per voi mi sono messo i guanti invernali con quasi 30 gradi). L’interruttore degli abbaglianti presenta il lampeggiante del passing in posizione intuitiva grazie alla forma del pulsante molto ergonomica che ti invoglia a giocherellarci. Non è presente un interruttore per attivare le 4 frecce.

Scendo quindi dalla sella e me lo guardo un po’ gironzolandoci intorno, il disco anteriore è grande, quello dietro appare più contenuto e mi riprometto di metterli a dura prova appena possibile, la fanaleria anteriore è voluminosa, ma purtroppo un solo faro dei due è destinato all’anabbagliante e l’altro all’abbagliante, scelta discutibile, se penso poi che nell’ X MAX, modello precedente, i fari funzionano accoppiati. In città si passa da zone illuminate a zone NON illuminate, i fari servono per vederci davvero non solo per essere visti, in ogni caso il singolo faro permette una buona visibilità in zone con pochissimi lampioni e svolge sufficientemente il suo lavoro. La fanaleria posteriore è molto ben visibile da dietro anche con il bauletto, gli stop sono particolarmente luminosi e gli indicatori di direzione sono veramente ben visibili .

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

Mettiamoci le mani
Vado un po’ a frugare, faccio fare uno scatto alla chiave sul blocchetto ed il vano sottosella si apre, nota molto positiva, in alcuni scooter la sella va sollevata prima di rilasciare la chiave rendendo necessaria anche l’altra mano, qui fai click e la sella è aperta. Appare ampio questo sottosella, può ospitare al suo interno un casco jet, il casco Bye che ho ci entra tranquillamente e rimane tutto lo spazio per le catene, panni, l’impermeabile oppure, senza casco dentro vi entra una piccola borsa per portatile.

Il bauletto è veramente capiente, due caschi ci entrano con tranquillità, ma nonostante le dimensioni di questo il motorino non ha vibrazioni sul manubrio a velocità elevate. Il meccanismo di apertura per quanto comodo non è esente da qualche piccolo intoppo saltuario. Il vano portaoggetti sotto il manubrio può ospitare i documenti, i guanti, gli occhiali, ma la serratura ahimè appare un po’ deboluccia essendo quasi tutta di plastica, non lasciateci oggetti di valore, la direzione non ne risponde.

Per poter portare borse e cartelle, come il businessman acquirente tipo dovrebbe fare, il gancio a molla è posto subito sopra il vano portaoggetti anteriore, in modo che la borsa si regga agganciata ed appoggiata al tunnel centrale senza impicciare.
In posizione centrale bassa sul tunnel c’è il tappo del serbatoio della benzina, accessibile e comodo, visto che fare il pieno è già un salasso, almeno lo possiamo fare con un po’ di comfort!

Le pedane per il passeggero, sebbene abbiano una forma da chiuse che rende difficoltoso aprirle con il piede, hanno una cerniera molto solida e ciascuna regge tranquillamente per intero il peso di una persona in fase di salita, la quale risulta agevole grazie alla sella posta non troppo in alto (circa 70cm da terra). Il cavalletto centrale offre una leva molto vantaggiosa anche con il posteriore rivolto in salita, mentre il cavalletto laterale presenta una sporgenza che lo fa agganciare bene dalla suola per metterlo anche stando in sella, ovviamente il motore si spegne quando il laterale è abbassato.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
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Una prova di guida seria
Salgo a bordo ed accendo, il motore parte senza incertezze do gas e mi faccio subito 100 km circa in giro per Roma. Passo dal centro fino all’EUR (quartiere con strade grandi e molto regolari), mi arrampico per Monteverde che ha tornanti in stile collinare e poi arrivo fino a Montemario il quale è raggiungibile con una strada che qui chiamiamo “mille curve”, fate voi. Ho voluto fare questa strada poiché è nota per avere curve fastidiose che ti buttano fuori perché non perfettamente concepite.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
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Maneggevolezza, Freni e Sospensioni
Come ho detto prima, nel traffico reagisce molto bene, nonostante i suoi 217,5 cm di lunghezza (senza bauletto), ogni piccolo input viene recepito dallo scooter che pronto si sposta e, complice il baricentro basso, torna dritto con facilità, per cui le schivate risultano facili ed agevoli.

Anche alle basse velocità lo scooter si muove bene, il peso è tutto sommato ben bilanciato (173 Kg con il pieno di liquidi) e le manovre a spinta di gamba si fanno tranquillamente, mentre l’angolo di sterzo permette di passare tra un’auto e un’altra agevolmente. Tutto sommato le misure sono azzeccate e la comodità non ha richiesto sacrifici all’agilità. I freni sono estremamente efficienti usati in combinata, in inchiodate molto forzate fermano lo scooter in uno spazio più che ragionevole e non scoda di una virgola, piantato per terra pare che freni su un binario in spazi davvero ridotti.

Inizialmente pensavo che il disco posteriore piccolo in stile moto, fosse una scelta non molto azzeccata per uno scooter che non ha lo stesso comportamento di una moto in staccata (anche per via della posizione “in poltrona”) invece, sebbene per fermare ottimamente il mezzo occorra sempre il freno anteriore, mi sono trovato a dover frenare in curva (causa guidatori che non conoscono il senso di mantenere una traiettoria) e solo pennellando il freno di dietro che risulta di una sensibilità incredibile in tale situazione delicata sono riuscito nella manovra.

Le sospensioni sono ottime quelle anteriori, un po’ rigidine, le posteriori, con passeggero soprattutto che un po’ ne risente a dispetto delle regolazioni, ma in due comunque non si perde nulla in maneggevolezza e tenuta, la frenata resta più che buona. Il freno motore è appena avvertibile, questo può essere un pregio o un difetto, so che ci sono scuole di pensiero diverse a riguardo.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
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Tenuta e Prestazioni
Il grande raccordo anulare è un’autostrada circolare intorno Roma, imboccatolo ho voluto provare a tirare un po’ il collo a questo giovanotto e devo dire che pur arrivando con sufficiente tranquillità a 120 Km/h ci mette molto a superare tale velocità, io personalmente non sono riuscito ad arrivare a 130 Km/h. Il motore presenta un’accelerazione molto dolce che raggiunge comunque abbastanza presto la coppia ed i giri per far viaggiare il mezzo, infatti il primo tratto di raccordo anulare fatto il giorno del ritiro è passato sereno e comodissimo anche per il passeggero che avevo. Da notare che il parabrezza con l’aria a 120Km/h ha delle fluttuazioni sui paramani, ma il manubrio è rimasto stabile senza alcuna vibrazione, anche lasciatolo senza mani.

Al passaggio di mezzi pesanti che sorpassavano lo scooter si è dimostrato stabile anche con notevole spostamento d’aria.
Con solo il guidatore ad alte velocità la ripresa si è dimostrata accettabile, stiamo parlando di un 250 monocilindrico, in partenza o alle basse velocità l’accelerazione è apparsa decisa, ma dolce e progressiva, senza mai però avere un vero “scatto”, questo sicuramente si traduce in una guida cittadina riposante per la schiena, grazie soprattutto al supportino lombare della sella, però uno scatto un po’ più bruciante molte volte fa comodo.

In ogni caso è una buona accelerazione ed ha il pregio di lasciar aprire tutto il gas in uscita di curva senza minare la tenuta, mentre sul bagnato si è comportato proprio bene senza “scalciare” o perdere di aderenza con la ruota posteriore dando tutto gas in partenza. Sui tornanti si tiene molto bene, entra in curva e permette di disegnare la curva agilmente, cercando poi di impostare la curva più motociclisticamente: staccata ed accelerazione a metà della curva lo scooter non ha fatto una piega, o meglio ha fatto esattamente la piega che ci si aspettava senza perdere un filo di assetto, solo il cavalletto risulta un po’ basso e se c’è una piccola curva sbatterà sicuramente.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
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Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

Considerazioni Generali
Lo scooter in conclusione ottiene un voto decisamente positivo, è un mezzo solido, ben concepito dal punto di vista della ciclistica.
La posizione di guida è sicuramente il punto di forza dell’X City 250, tutta la concezione del mezzo è volta al comfort del guidatore, anche il passeggero sta comodo grazie alla sella, ma sono indispensabili il bauletto e lo schienaletto accessorio, inoltre il passeggero accusa molto buche e contraccolpi.

Per il guidatore la seduta è da poltrona anche per l’impugnatura del manubrio con buona leva per faticare poco nello sterzare, allo stesso tempo ogni movimento risulta agevole, si ha sempre la sensazione di avere il mezzo sotto controllo e lo si maneggia con facilità, intuitivamente. Allo stesso tempo lo scooter è ricco di scomparti per portare tutto quello che occorre nel continuo muoversi in città, per lavoro magari, vano sottosella capiente e portaoggetti sufficientemente capiente. Il bauletto è una scelta quasi obbligata a mio avviso.

Siccome anche l’occhio vuole la sua parte, parliamo della sua linea, fa una bella figura in giro, il colore Grigio antracite (Stonehenge Grey) lo rende molto signorile pur mantenendo velleità briose con la sella marrone chiaro. I dettagli sono filanti ed è bello da vedere quando è parcheggiato, la linea filante rende le turbolenze dell’aria davvero ridotte ed il classico turbinio dietro la nuca degli scooteroni quasi non c’è. I cerchi hanno un design che par catturare un’altra caratteristica di questo mezzo, la robustezza, è solido, si sente sotto le mani e guidandolo.

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

Mi sono trovato quindi bene con questo mezzo che consiglio a chi vuole entrare nel mondo degli scooteroni, è immediato e docile sotto le mani, comodo e maneggevole. Sicuramente un’utenza alle prime armi si troverà perfettamente a suo agio, come anche chi ha necessità di muoversi spesso per lavoro in città pur rimanendo in giacca e cravatta, come me e non volendo distruggere i completi o affaticarsi la schiena. Adatto anche a coloro che si spostano su strade a rapida percorrenza si troveranno bene, la stabilità è notevole.

Poche le note negative: la scelta di fare un faro anabbagliante ed uno abbagliante, la serratura del portaoggetti in plastica e non avere di serie un sistema antifurto con chiave codificata. Sui consumi ho calcolato che consuma circa 1 litro per 18 Km, ma con una guida più tranquilla si può arrivare anche a 20/21. Io personalmente ho consumato circa 16 litri in 300 Km, ma devo dire che non sono stato affatto gentile con il gas!

Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti
Test Yamaha X-CITY 250 di Marco Tosti

In ogni caso la menzione positiva che vorrei fare a questo scooter è di aver risposto alle esigenze di uno scooterista con prontezza, dimostrandosi veramente un valido mezzo per muoversi in questo caos di città. Roma ha tanti tipi di strade diverse, la stradina cittadina come quella a rapida percorrenza e tornanti montani o quasi, questo scooter è stato portato dappertutto, si è adattato e soprattutto non ha stancato. Utenti urbani questo scooter si è meritato un posto sull’asfalto cittadino.

Ragazzi mi sono proprio divertito a guidare questo scooter con il pensiero di doverne scrivere, ho cercato di stressarlo molto, è uno scooter, quindi non un mezzo estremo, ciononostante per me è stata una bella esperienza e ringrazio quindi Yamaha e Motoblog per avermene dato l’occasione.

In più vorrei ringraziare la mia ragazza Dalila per avermi fatto da tester passeggero e da cameragirl per il filmato

Video: Giro per Roma con lo Yamaha X-City 250

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