SBK Monza, (quasi) pari e patta fra Aprilia e BMW. Melandri, doppietta sfiorata

Melandri e Laverty si aggiudicano le due gare del GP d'Italia, giornata da dimenticare per Ducati.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 12 mag 2013
SBK Monza, (quasi) pari e patta fra Aprilia e BMW. Melandri, doppietta sfiorata


Quando la media generale della corsa è ben superiore ai 200 Kmh, con tratti di velocità di punta in rettifilo di oltre 330 Kmh, è facile comprendere gli appalusi a scena aperta del gran pubblico presente oggi per il grande show della SBK nel velocissimo otto volante di Monza. Qui anche lo svarione altrove insignificante, si paga pesantemente in termini di tempi sul giro e di posizione in classifica, quando non con una scivolata.

Nella dittatura delle “quattro cilindri”, alla fine è pari e patta fra BMW e Aprilia, davvero una spanna sopra tutte, Kawasaki compresa, ma nel duello all’Ok Corral fra i piloti, la palma dell’eroe della giornata va a un Marco Melandri – finalmente sul gradino più alto quest’anno – che sfiora addirittura una storica doppietta.

Oggi l’italiano della Casa tedesca ha guidato la stratosferica Bmw come sa fare nei suoi giorni migliori, con uno straordinario mix di doti da gran combattente e da grande stratega, senza commettere quelle “pataccate” viste non poche volte in passato. Per Marco – ora quarto in classifica generale (96 punti) dietro a Sykes (119), Laverty (124) e Guintoli primo con 137 punti, si tratta adesso di dare continuità a questa giornata nei prossimi tracciati (Donington, Portimao, Imola ecc) ben diversi da quello monzese.

Laverty conferma di gradire il circuito brianzolo (gran doppietta nel 2011) con la bella vittoria di gara due e l’ottimo terzo posto di gara uno. Guintoli si è difeso, forse pensando (anche troppo) alla sua provvisoria leadership nel mondiale. Sykes guida forte, sale per due volte sul podio ma non riesce a dare continuità agli exploit delle Superpole.

Quindi, Aprilia super soddisfatta, anche per aver messo quattro RSV ai primi sei posti e per guardare tutti dall’alto in classifica generale. Raccolgono poco Honda e Suzuki, anche per i continui errori dei piloti, costretti a tirare oltre il limite per sopperire ai limiti di competitività dei loro mezzi. I nostri Fabrizio e Giugliano non si sono risparmiati, soprattutto il secondo, sempre velocissimo e con la baionetta in bocca ma ancora frenato dai troppi errori, un po’ come Davies.

Per Badovini corsa da dimenticare, nono e undicesimo, su una Ducati che esce da Monza con le orecchie a terra. Che succede a Borgo Panigale?

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