MotoGP, Le Mans: Rossi, fuori gli artigli!

Dopo l'opaca gara di Jerez, Valentino Rossi è chiamato al riscatto immediato nelle prossime due gare in programma a Le Mans ed al Mugello che come lui stesso aveva dichiarato sono cruciali il titolo iridato.

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 14 mag 2013
MotoGP, Le Mans: Rossi, fuori gli artigli!

Prima di Jerez – dopo le due tappe d’apertura iridate 2013 di Losail e Austin – Valentino Rossi aveva dichiarato con non poche ragioni che la gara spagnola e quelle successive di Le Mans e del Mugello sarebbero state decisive per il titolo MotoGP. Non solo, forte del suo bel secondo posto in Qatar (però non confermato poi in Texas, solo sesto con oltre 16 secondi dal vincitore record Marquez), il nove volte campione del Mondo aveva lanciato forte e chiaro i suoi tre squilli di tromba, un avvertimento dal sapore minaccioso per i suoi avversari, pregustando per almeno uno dei tre Gran Premi di Spagna, Francia, Italia, il gradino più alto del podio.

I bellicosi (e legittimi) propositi di rivincita del Dottore si sono però subito inceppati davanti alla dura realtà. Dopo aver riposto la sbiadita prestazione di Austin nel cassetto dei circuiti non favorevoli alle caratteristiche della Yamaha (comunque Lorenzo è andato sul podio e Crutchlow ha intascato un onorevolissimo quarto posto) e allo styling del campione pesarese, a Jerez la riscossa annunciata non c’è stata.

E’ vero, nella prima corsa europea le moto della Casa dei tre diapason non sono state in grado di confermare i pronostici favorevoli della vigilia, accusando anzi un gap di non poco conto (specie in potenza e accelerazione) nei confronti delle quattro cilindri della Casa dell’Ala dorata. Ma c’è un però che pesa come un macigno. Rossi, in prova e in corsa, non è mai stato nel gioco che conta, mentre Lorenzo è stato protagonista di una prestazione maiuscola, miglior tempo in qualifica (Rossi solo quinto con gap di 0.627 dietro anche alla Yamaha non ufficiale di Crutchlow), beffato in gara solo all’ultima curva dalla nota e fin troppo discussa fiocinata dello stratosferico rookie Marc Marquez, secondo dopo Pedrosa, e leader provvisorio della classifica generale.

E adesso scocca l’ora di Le Mans, dove Valentino nel 2012 agguantò sul bagnato con la Ducati la ciliegina della seconda piazza dietro a Lorenzo e davanti a Stoner segnando anche il giro veloce. Il (mal)rifatto circuito francese, un classico stop-and-go dove a fare la differenza sono le accelerazioni all’uscita di curva più che la velocità di percorrenza e le velocità di punta, sulla carta è favorevole alla Yamaha e alle caratteristiche di guida di Rossi. Ancora più favorevole – sempre sulla carta – se il meteo, come pare, dovesse promettere acqua.

Per Valentino, unico pilota del poker d’assi a non aver ancora vinto quest’anno una gara, è una occasione da non perdere per tentare il colpaccio e rilanciarsi alla grande in vista della gara sul circuito amico del Mugello, ultimo treno da prendere se si vuol ancora puntare al titolo. In caso contrario, addio sogni di gloria.

Il ruolo del passista non si addice a un fuoriclasse come Rossi: deve ritrovarsi come grimpeur d’assalto, tirar fuori gli artigli dell’avvoltoio sulla preda, sentire dentro il morso sordo della fame di vittoria.

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