Capirossi apre le porte alla sua casa viaggiante

Di LeleV_200mph
Pubblicato il 17 lug 2008
Capirossi apre le porte alla sua casa viaggiante


I piloti? Una vitaccia, gare, tesnione, trasferte, mai a casa e magari ogni tanto pure qualche caduta dove ci si fa male. Insomma la vita di chi corre non è solo gioie e belle donne.

Ma come si suol dire ci si “fa il callo”, e poi gli anni passano, i successi arrivano e anche lo stipendio sale di conseguenza. Così quando le cose girano bene arriva anche il momento di godersi qualche comodità, lussi compresi. E visto che gran parte del tempo la si passa in un Motorhome perchè non partire proprio da quello?

E così è, la casa del pilota durante un gran premio è a quattro ruote: una regola praticamente, con l’unica eccezione rappresentata da Daniel Pedrosa, sempre in albergo (come avviene appunto in Formula1, dove i piloti, salvo poche eccezioni – David Coulthard, Jenson Button e Nico Rosberg – nei fine settimana di gara vivono rigorosamente in hotel).

Tanto che poi li vedi lì tutti insieme alle gare, ammassati l’uno sull’altro nella zona confinante il paddock, vanno a costituire una cittadella viaggiante che si ricompone ogni due settimane in tutta Europa. Un mondo tutto suo, fatto della sua gente (sempre la stessa) e del suo microcosmo.

E se di casa parliamo come in ogni città ce n’è di tutti i tipi: si va dai più spartani camper dei piloti di 125 e 250 – spesso guidati da genitori o amici, per risparmiare sui costi – ai più lussuosi motorhome, vere case viaggianti da qualche centinaia di migliaia di euro.

E se vi state chiedendo come sono queste case viaggianti, preparate a saziare la vostra curiosità perchè il veterano del circus, Loris Capirossi ha aperto le porte alla sua “reggia”: “Quando ho iniziato a correre con il mio babbo ci presentavamo in pista con un camioncino telonato. Di notte dormivo sul cassone, con la moto vicino a me. Poi per qualche anno sono stato in albergo, fino a che non abbiamo comprato un camperino, piccolo ma molto carino, e nel 1996 un Gran Villa americano“.

Che fino al novembre del 2005 è stato la sua casa viaggiante nel Mondiale. Fino a quando, e forse ve lo ricorderete, – mentre papà Giordano in versione autista si stava recando a Valencia per l’ultima gara della stagione – un cortocircuito avvenuto in Francia lo ha ridotto a un ammasso di lamiere bruciate.

Come racconta unLoris non proprio felice: “Non era neppure assicurato e in un attimo qualche centinaia di migliaia di euro andò in fumo. Così ho deciso di noleggiarne uno“. Decisamente più pratico: “Io ho il mio motorhome e non mi devo preoccupare di altro, perché oltre a noleggiarmi il mezzo, Candy lo tiene anche in ordine, facendo le pulizie, fornendo la biancheria e lavando i miei vestiti“.

Trainato da un pick-up Dodge Dually turbodiesel di 5900 cmc per 350 Cv decisamente assetato (3 chilometri al litro), il motorhome di Capirossi appare mastodontico da fuori, ma dentro lo è ancor di più – “Alla fine saranno 40 metri quadrati” – anche perché, da fermo, tre sezioni scorrono in fuori aumentando la superficie abitabile.

Basta salire la scaletta per accorgersene: a sinistra l’ampia zona cucina-soggiorno, con un grosso frigo, fornelli e microonde incassati nella parete, mentre il lavandino è sistemato in una penisola. Dalla parte opposta un tavolino per mangiare in 4 persone, un bel divano a due piazze e, in fondo, due poltrone. Ovviamente c’è la televisione con decoder satellitare e una piccola nicchia che funge da scrivania.

Poi sulla destra, salendo due gradini, si accede alla zona notte. Sulla sinistra si apre un bagno che tutto è fuorché piccolo: doccia, lavabo, water e un piccolo mobiletto. La camera, invece, ha un ampio letto matrimoniale, un armadio che copre tutta la parte anteriore del motorhome e, ai piedi del letto, un lungo cassettone, con tv incassata in un ripiano rialzato a sinistra.

E quando dopo le prove e la gara Loris torna a “casa”, ecco che nella zona centrale del soggiorno Roberto Brusi, il suo massaggiatore, posiziona il lettino per i massaggi. “Intanto io mi riguardo le prove con un piccolo televisore che posiziono in basso. Io qui dentro ci sto come un re” conclude Loris. Difficile dargli torto

Ma a quanto pare di Re ce n’è più di uno nella MotoGP, visto che la sua stessa scelta è stata fatta anche da Marco Melandri, Casey Stoner, Nicky Hayden, John Hopkins e Anthony West, tutti parcheggiati l’uno vicino all’altro con i loro bilici da 13,5 metri.

Bilici che appartengono alla Motorhomes4Motorsport, società di Bill Harrison, inglese trapiantato in Florida che segue il Motomondiale assieme alla moglie Candy, al figlio e agli autisti che si occupano di portare i mezzi da un circuito all’altro. Essere un “super Pro” vuol dire anche questo…

via | Gazzetta (grazie ad Antosette per la segnalazione)

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