Rossi rinnovo Yamaha: luci e ombre

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 19 lug 2008

Nell’incertezza che c’è rispetto a come finirà questo mondiale MotoGP, il nuovo accordo biennale fra Rossi e la Yamaha è una certezza. Per il sette volte campione del mondo, per la blasonata Casa di Iwata, per tutta la MotoGP.

Perché, non guasta ripeterlo, Rossi non è uno qualsiasi e anche il “moto mercato” dopo questo accordo, può procedere senza troppi sconvolgimenti. E anche Rossi può (e deve) stare (più) tranquillo, dopo il gran subbuglio del 2007, e dopo un inizio 2008 che pareva inclinato.

Stavolta, a guadagnarci, è stato Valentino. Nel senso che, soldi a parte, ha raggiunto quel che voleva: il contratto biennale. Un risultato forse impensabile all’inizio di stagione, con il rookie Jorge Lorenzo lanciatissimo (e gasatissimo), che sembrava già in grado di portar via i galloni di capitano al “fenomeno” di Tavullia.

Inutile nasconderlo. Anche in Yamaha erano oramai convinti dell’ascesa prepotente del giovane spagnolo e di una lenta ma inesorabile discesa del fuoriclasse italiano. La realtà ha poi preso un’altra piega. Con Lorenzo in difficoltà per le troppe cadute e con Rossi che tornava Rossi e a inanellare vittorie tanto da consentirgli di essere oggi alla testa della classifica iridata.

Ma il guastafeste, si fa per dire, ha preso le sembianze del canguro ( Stoner) e della Desmosedici (Ducati). L’uno dato come meteora già in discesa, l’altra data come superata per il telaio a traliccio e per la distribuzione desmo.

Anche qui la realtà ha preso la piega che sappiamo, con l’ombra di Casey che è oramai addosso al capoclassifica Rossi. Sarà un bel duello? Forse solo per la rincorsa. In quanto, a meno di incredibili sorprese, il binomio campione del mondo Stoner-Ducati, ha ritrovato la netta superiorità del 2007. Il che significa che presto ci sarà il gran sorpasso, da molti temuto, da molti auspicato.

Male ha fatto Rossi e male ha fatto la Yamaha a sottovalutare la risposta di Casey e della Casa di Borgo Panigale. Una risposta che, proprio per le difficoltà di inizio stagione, ha più valore. Motoblog aveva chiesto alla Ducati, vanto ammirevole del Made in Italy, un “miracolo” per ritrovare competitività.

A Borgo Panigale hanno fatto di più: non sono andati dietro ai miraggi. A testa bassa, in silenzio, mandando giù rospi, hanno fatto quello che fanno di solito quelli “bravi”: si sono dati da fare di più e meglio. Cercando di capire, con umiltà. Poi, in pista, ci ha pensato Stoner, da fuoriclasse qual è. E i conti son tornati.

In questo quadro rincorrere e alimentare fantasie o rimpianti: Rossi alla Ducati!, Rossi sulla Rossa! lascia il tempo che trova. Una esercitazione inutile. Fino a poche gare addietro, con la tripletta, con la Yamaha giudicata la moto migliore, il mondiale non sembrava chiuso a favore di Valentino?

Rossi e la Yamaha non corrono per battere Stoner e la Ducati. Corrono per vincere. Esattamente come Stoner e la Ducati. Forse nel 2009 non cambia niente. Neppure il numero uno sulla carena dell’australiano.

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