Chiusura Husqvarna, interviene il Ministero
Il Ministero dello Sviluppo Economico, dopo l'incontro di ieri in merito ha espresso perplessità sull'operato di Pierer Industrie
Si è tenuto ieri il primo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico in merito al “caso Husqvarna“: lo storico brand di moto fuoristrada, acquistato recentemente da Pierer Group (azienda dello stesso azionista di maggioranza KTM), è a rischio chiusura e dal 1° giugno quasi tutti i dipendenti, una volta cessata la produzione, finiranno in cassa integrazione. Operai e impiegati hanno più volte manifestato il loro dissenso e la loro preoccupazione, scendendo più volte in piazza e occupando anche gli uffici dopo che era giunta la notizia di una unificazione di Husqvarna con Husaberg in una nuova sede a Mattighofen, in Austria.
Gli esponenti del Ministero hanno espresso la loro preoccupazione e chiesto chiarimenti sulle modalità di intervento dei nuovi proprietari sull’azienda varesina: gli esponenti dei lavoratori non avevano esitato a definirla un’opera di “saccheggio industriale” e Fiom Cgil e Fim Cisl hanno inoltre illustrato le loro perplessità in merito alla discutibile gestione BMW (proprietaria della azienda dal 2007 a marzo 2013), “accusata” di aver ceduto il maschio agli austriaci per puri scopi speculativi. Il Ministero ha quindi affermato la volontà di approfondire i contenuti e le condizioni della cessione di Husqvarna da BMW a KTM, coinvolgendo anche la casa bavarese: la prossima riunione si terrà il 29 maggio e l’obiettivo del governo è di mantenere la realtà industriale di Cassinetta, soprattutto a tutela dei dipendenti. Ad ogni modo la situazione rimane molto difficile: Husqvarna nel 2010 (gestione BMW) aveva un passivo di 134 milioni di euro, sceso a 30 nel 2011 e risalito a 34 l’anno scorso e il problema non riguarderebbe solo i lavoratori dell’azienda ma anche tutti i fornitori di componenti, che all’80% provenivano da ziende italiane.