Kraus Harley-Davidson Dyna Sport “Nick’s Bad MF”
Un’Harley-Davidson Dyna Sport rivoluzionata dal californiano Satya Kraus, che realizza una carrozzeria artigianale in alluminio spazzolato, contrapponendo il look vintage a prestazioni ciclistiche elevate, grazie anche all’avantreno di una Gixxer
Tra i customizer delle nuove generazioni un nome che da qualche anno si sente fare sempre più spesso oltreoceano è quello di Satya Kraus. Dopo aver aperto nel 2004 la sua attività Kraus Engineering a Cazadero, una piccola cittadina californiana della contea di Sonoma, dove è nato e cresciuto, Satya tenta per la prima volta nel 2007 il grande passo al campionato mondiale AMD, giungendo dodicesimo nella casse Freestyle con la Kyrgyz motorizzata da un Panhead 80.
Un anno di pausa, durante il quale la sua officina prende il nome di Kraus Motor Company, e nel 2009 ci riprova con la Snatch, con la quale ottiene un quinto posto all’AMD e si fa conoscere al grande pubblico americano. Con la Snatch Satya realizza il suo sogno di costruire una moto Old Style ma divertente e facile da guidare, con un motore performante, nella fattispecie un bicilindrico “ibrido” composto da basamento e cilindri RevTech Evolution Style da 91 pollici cubi (1490 cc) accoppiati a testate originali Shovelhead.
Su questa moto, come sulla Kyrgyz, Satya utilizza un forcellone “finto rigido” con un sistema di sospensioni da lui stesso realizzato, denominato Rocker Suspension, che utilizza una coppia di bilancieri posti sul mozzo ruota, azionati da altrettanti ammortizzatori. Nel 2011 la consacrazione: partecipa di nuovo nella Freestyle con la Bolide (nella penultima foto), motorizzata S&S Shovelhead 93", con cui conquista il podio, giungendo terzo, e primo tra gli Americani, alle spalle dell’inglese Larry Houghton di Lamb Engineering e del vincitore Ken Tabata di Tavax Engineering dal Giappone.
Nello stesso anno Satya partecipa anche nella Modified Harley-Davidson Class con questa Nick’s Bad MF, un Dyna Sport del 2000, del quale ha mantenuto solo il telaio, il motore Twin Cam 88 da 1450 cc e il cambio a 5 rapporti. I lavori sono durati quattro mesi e mezzo, ma il risultato li vale tutti.
Per prima cosa l’avantreno della FXDX con la forcella da 39 mm, il cerchio da 19 pollici con pneumatico 100/90 e i due dischi freno da 292 mm, una dotazione di serie già piuttosto completa per un Dyna, lasciano il posto a un ancor più sportivo avantreno prelevato da una Suzuki GSX-R 1000 con forcella a steli rovesciati, alla quale è ancorato un cerchio Performance Machine da 21” con pneumatico Metzler 120/70-21 e disco freno flottante da 320 mm con pinza radiale Tokico a 4 pistoncini. Dietro un altro cerchio PM, ma da 18 pollici, è avvolto da un pneumatico 170/60, mentre una pinza freno identica morde un disco inboard realizzato dalla stessa Kraus Motor Co.
Ogni componente della carrozzeria è realizzato da Satya in alluminio spazzolato, a partire dal serbatoio, passando per il parafango posteriore (quello anteriore è stato eliminato), il sottosella e perfino i riser e il manubrio, completato da leve ISR, manopole Renthal e paramani, ma artigianali sono anche il faro da 6”, il fanalino posteriore a LED e le pedane. Pure la sella è handmade, ma viene realizzata in pelle dallo specialista Obie Beaver, mentre la strumentazione è uno dei pochi pezzi after market e si compone di un unico elemento digitale.
La parte sottostante è stata alleggerita eliminando sia la struttura che contiene l’impianto elettrico sul lato sinistro, sia la scatola batteria su quello destro, inserendone una di dimensioni più piccole nel vano ricavato all’interno della struttura in alluminio. Come accennato motore e trasmissione sono di serie, ma quest’ultima riceve una primaria BDL a cinghia scoperta da 2”, in stile chopper tradizionale e una finale a catena, mentre il Twin Cam adotta un filtro aria K&N con cover artigianale Kraus in alluminio, lo stesso materiale utilizzato anche per l’impianto di scarico due in uno con terminale a cono.
Prima di rimontare il tutto però, Satya pensa al tocco finale, rivestendo di polvere nera il telaio, che ben si accoppia alle finiture in alluminio brushed. Le moto di Kraus sono sempre molto semplici ed essenziali nel look, ma nascondono un gran lavoro di cura nei dettagli, confermato anche da questa H-D Modified.
foto | Onno Wieringa per AMD