Biaggi, ben venga l'Aprilia!

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 8 set 2008
Biaggi, ben venga l'Aprilia!

Donington ha dimostrato ancora una volta che nel motociclismo il “piatto” dello spettacolo può essere composto da ingredienti diversi e portato in tavola in mille modi diversi.

E una corsa come quella di ieri, disputata in gran parte sotto il diluvio, pur con le sue insidie e … tante cadute, non si può dire che non abbia avuto validi motivi di interesse e non sia stata capace di creare quella “tensione” che è il sale dello spettacolo. Senza la pioggia, i risultati sarebbero stati molto diversi. Ma ieri, la corsa era quella, e quello, piaccia o no, resta il responso della pista.

Però il week end inglese è stato “particolare” perchè dominato dalla pressione relativa al “mercato-piloti. Forse i risultati di gara 1 e gara 2 non hanno influito sui movimenti di questo o quel pilota da questo o quel team.

Ma non c’è dubbio che, giusto per fare un esempio, una vittoria (meglio, un trionfo) di Max Biaggi avrebbe “pesato” nelle trattative in corso. Così come il week-end “nero” di Noriyuki Haga ha quanto meno attenuato gli entusiasmi (pochi?) del passaggio del giapponese alla Ducati in sostituzione del grande Troy Bayliss.

La Ducati che (anche o soprattutto a Bayliss?) si avvia a conquistare questo titolo mondiale, in un colpo perde tre piloti dal calibro di Bayliss, Biaggi, Xaus. La coppia 2009 sarà composta da Haga-Fabrizio: senza nulla togliere al valore dei due piloti, la Casa di Borgo Panigale si trova indebolita. Nory è uno dei più forti, ma non ha, a differenza di Bayliss, la “struttura” e la “caratura” del pilota macina titoli iridati. Michel si muove bene davanti alla porta, ma non “segna”, non ha ancora fatto il salto che divide il campione dal fuoriclasse. Lo farà nel 2009?

Non vogliamo ripeterci. Ma qui, ovvio, ritorna il nome di Biaggi. Il Biaggi dei bei tempi, una corsa come quella di ieri, l’avrebbe vinta. Quanto meno avrebbe lottato per vincerla. Invece no. Anche perché pesa (come dargli torto?) l’andamento del mercato, ancora una volta non favorevoli al romano. A dirla tonda tonda, per Max è una beffa. Perché rischiare quando ti danno calci in faccia?

Con moto e team “a posto”, il “corsaro” non teme nessuno in questa Sbk. E’ pilota ancora in grado di lottare per vincere corse e titolo. Qui le storie passate e il carattere non contano niente. A Borgo Panigale (o dove?) hanno fatto le loro (legittime) scelte. Ma Ducati senza Biaggi è più debole, non più forte.

Forse per Max è l’ultima occasione (perduta) per poter vincere un mondiale Sbk. A questo punto le caselle vuote sono poche. Può dare fastidio (e non è bello) che Case come Yamaha (e anche Honda) pongano il “no” senza appello, un vero e proprio “divieto” a Biaggi, come avesse compiuto in passato quale delitto. Tant’è. Bisogna prenderne atto, pur non condividendo queste arroganze. Che comunque non valgono per tutti allo stesso modo.

Biaggi può essere simpatico o no, non ne azzecca una, ma resta una risorsa della Sbk e del motociclismo: non può assolutamente rimanere a piedi o fuori da un team ufficiale.

Aprilia? A questo punto, Aprilia sia. Non è cosa fatta. Tutt’altro. Nessuno si illuda. Però qui si dovrà arrivare. Il binomio Biaggi-Aprilia già di per sé è tutto un programma. Ma non basta. Può infiammare i cuori della tifoseria. In pista ci vuole ben altro. E la competitività della nuova creatura della casa di Noale è tutta da dimostrare.

Biaggi è il driver giusto per farla crescere e imporla all’attenzione della comunicazione internazionale. Per fare risultato ci vuole ben altro. E Max, di tempo, non ce ne ha molto. Per vincere il mondiale, ovvio.

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