MotoGP, Burgess: "Rossi Campione? Sarebbe un piccolo miracolo"
Alla vigilia del GP di Catalunya, lo storico capo-meccanico del campione pesarese non si fa illusioni sulle reali chances iridate del suo pilota "Rossi più competitivo che in Ducati, ma non abbastanza per stare al passo con Lorenzo."
Il GP di Catalunya, in programma questo weekend sul tracciato di Montmelò, sarà il sesto appuntamento del Motomondiale 2013 e chiuderà quindi il primo ‘terzo’ dell’attuale stagione, ma dopo soli cinque Gran Premi le speranze di titolo mondiale per Valentino Rossi sembrano già ridotte al lumicino. Protagonista questo inverno di un pubblicizzatissimo ritorno in Yamaha – dopo un biennio in Ducati ben al di sotto delle attese – il nove volte iridato pesarese si ritrova oggi con un bottino di punti in classifica obiettivamente deficitario: sesto assoluto a quota 47 punti, il pesarese è staccato di 56 lunghezze dal leader Dani Pedrosa e 44 dal compagno di squadra Jorge Lorenzo, che fino ad oggi ha largamente dominato il ‘confronto diretto’ all’interno del box Yamaha Factory Racing.
Il pesarese certo paga le due cadute e i pochi punti incassati nelle ultime uscite del Mugello e di Le Mans, ma alla luce del passo e della consistenza mostrate fin quì dai due spagnoli una rimonta di Rossi in chiave titolo mondiale appare davvero difficile. E’ dello stesso parere anche uno degli aficionados di Rossi, Jeremy Burgess, che da ormai oltre un decennio è il capo-meccanico della crew di Valentino in MotoGP. In un’intervista rilasciato allo spagnolo Marca e ripresa dal francese GPInside, l’australiano ha così risposto ad una domanda sulle attuali chances mondiali del ‘Dottore’:
“Direi che sarebbe un sogno meraviglioso, forse un piccolo miracolo. [Rossi] Mi ha confidato che quando era in Ducati non si sentiva sicuro di poter essere al livello di Stoner e Jorge [Lorenzo], ma certamente non pensava di ritrovarsi sesto o settimo. E adesso è venuto fuori anche uno come Marquez. Vale ha avuto molto successo. Sicuramente sarà competitivo su diversi circuiti, ma se questo sarà abbastanza per vincere il titolo lo dirà solo il tempo. Ad ogni modo, tutti dobbiamo accettare che il tempo passa.”
“Quando sei giovane ci sono alcuni elementi come il coraggio e la voglia di rischiare che scompaiono lentamente quando si invecchia. Ad un certo punto senti il bisogno di essere più a tuo agio, più rilassato, e nello sport anche solo l’uno per cento fa la differenza.”
“Quando decise di andare in Ducati, Vale sentiva molta pressione per il fatto che Jorge fosse in Yamaha: era più vecchio, e ha sentito una situazione in cui Jorge sarebbe diventato il primo pilota, ma pensava di poter fare un lavoro migliore di quanto poi abbiamo fatto.”
“Ma nulla è per sempre. Valentino è molto felice di essere di nuovo in Yamaha ed è effettivamente più competitivo di quanto non fosse in Ducati, ma non abbastanza per non essere veloce come Jorge. Io ho 60 anni, e di sicuro non lo seguirò nella sua carriera con le auto. Ha vinto sette titoli [in MotoGP] e le opzioni per raggiungere quota otto o nove sono sempre di meno perché ci sono nuovi piloti. Lo accettiamo. Non sono sicuro di poter andare avanti altri cinque anni, ma l’anno prossimo sarò sicuramente con lui.”
Marca ha anche chiesto se è possibile considerare un fallimento periodo di Valentino in Ducati:
“Si può usare questa parola. Non abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati: vincere un Gran Premio e, forse, il Mondiale. Certo non è andata bene. Per Ducati non è stato tutto negativo: hanno trovato il percorso giusto per continuare lo sviluppo. Con Stoner avevano già iniziato a soffrire dopo aver vinto il titolo nel 2007.”
Burgess comunque puntualizza che una cosa è comunque certa per lui, e cioè che la performance della Yamaha (o di Honda) non hanno nulla a che vedere con la possibile spiegazione dei risultati altalenanti del suo pilota:
“Non può essere per colpa della Yamaha, visto che funziona bene con Jorge, e sappiamo che la Honda è una moto molto buona. Tuttavia, per molti anni, la Yamaha è stata più forte. C’era comunque da aspettarsi che un’azienda come la Honda avrebbe lavorayo duramente per ottenere risultati migliori. Hanno messo sotto contratto Stoner e hanno vinto, e ne ha beneficiato Pedrosa che adesso è diventato molto più competitivo. Può vincere [il Mondiale], sarebbe un bene per lui.”