Test Aprilia Dorsoduro Cap.2: la scacciapensieri

Di LeleV_200mph
Pubblicato il 24 nov 2008
Test Aprilia Dorsoduro Cap.2: la scacciapensieri



Dorsoduro: un nome che è già un indizio. Perchè questa Aprilia affascina dal cavalletto ed in sella fa sentire “piloti”. E io vi racconto questa prova come fosse un vero “diario di bordo”. Fatto di impressioni che scopro man mano con lei, magari anche contrastanti tra loro. Ma per ora la certezza è una sola: queste due prime settimane con lei son state proprio piacevoli. E quanta attenzione che ruba in strada: la guardano, ti fermano, vogliono sapere come va e quanto costa. Cosa che mi è sempre capitata con le 2 ruote speciali. E lei lo è.

La prendi ti fai un bel giro di qualche centinaio di chilometri e quando scendi hai ancora qualcosa che si muove in pancia. Certo non è potentissima, o meglio ti aspetti quel “zac” in più sulle prime. Ma poi ti rendi conto che sembra l’abbiano “tarata” per le nostre strade odierne. C’è tutto quello che serve, schiena in basso, allungo deciso ed un sound incredibilmente coinvolgente per una moto omologata.

Ma che il bicilindrico sia di quelli sani lo avevamo capito già sulla Shiver: quello che ho visto con piacere è che qui gira ancora meglio, complice prima di tutto il migliorato settaggio dell’acceleratore elettronico. Diavoleria moderna di quelle che non amo, ma che qui finalmente è tornato ad essere quello che ci si aspetta: un comando – più diretto possibile – tra voi ed il cuore della moto.

Aprilia Dorsoduro Motoblog Test
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E poi volete mettere il bello di un sistema che fa in modo non sprechiate benzina e che evita di farvi contribuire al già problematico inquinamento odierno? Ecco, visto così lo accetto senza troppe riserve.
Certo, quando si dà la manata da bassi giri non c’è la risposta di certi bicilindrici che ti strappano via – con quella sensazione che vogliano prendere la ciclistica a schiaffi fino a farla torcere – ma una specie di abbraccio forzuto che ti prende e spinge in avanti.

Piccola delusione sulle prime per chi ama quel sottile piacere fatto di paura a ruotare un gas che scatena una tempesta, ma poi ti rendi conto che così sei libero di guidare e di spremere il gas come “quelli veri”. E di andare in giro più sereno: l’impegno è tutto per la strada, e non c’è bisogno di concentrazione extra o sudori freddi come per certe super naked. Senza contare che un motore così’ non porta alla formazione precoce di capelli bianchi chi è alle prime armi o quando le strade non sono pulite.

E poi la ciclistica. Rossi direbbe che spettacolo, perchè la combinazione che ne esce con le sospensioni – veramente ben tarate anche di serie, dure ma senza essere mai troppo secche, le senti lavorare come su moto di livello ben maggiore – e la posizione di guida a metà strada tra una Supermoto ed una naked, è quanto di meglio si possa desiderare per divertirsi (con la testa) su strada. Tanto che potrebbe avere una ventina di cavalli in più e non accorgersene.

Ma poi ce ne sarebbe veramente bisogno? Più la uso e più credo di no. E sapete perchè? Perchè in fondo è proprio questo la Dorsoduro: una naked che ha studiato da supermoto ed un bel mix di questi due mondi senza eccessi. Non è un motard in senso stretto, il peso è si contenuto ma stabilità, posizione in sella e sensazioni sono da moto “vera” non da giocattolo (quali sono le SM), ma allo stesso tempo non è neanche una naked classica.

Un po’ Dottor Jeckill e Mr Hyde, ma prendendone solo il meglio. Mica facile. Anche se certo qualche rinuncia o pecca dovrete pur accettarla: per esempio in questi primi giorni, fatti anche di tanta città, quello che non mi è piaciuto fino in fondo è la posizione di guida, o meglio la sella. Che non permette di arrivare a sedersi sul serbatoio come ogni tanto verrebbe naturale vista l’impostazione generale della moto.

Aprilia Dorsoduro Motoblog Test
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Ma il risultato non cambia. In giro con lei l’inverno sembra scaldarsi e la città diventa un parco giochi: e tu con lei, che – anche se fa freddo o stai andando a lavoro – ti ritrovi a giocare e divertirti. E ad allungare le strade ogni volta. Come ieri, che tornando da un bel giro la ho portata dentro il parco di Monza. Giusto per farle qualche foto di fianco ad un altro glorioso monumento del divertimento (del passato): la vecchia parabolica.

E ora non c’è freddo che tenga: abbiamo detto sei a metà tra una naked ed una Supermoto? Bene, visto che sei così brava ora voglio capire come te la cavi a confronto della “regina” delle naked. E se vi state chiedendo quale date un occhio alla ultima foto della gallery a corredo di questo post

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