Simoncelli: "ho rifiutato un milione per restare in 250"
E’ l’uomo del momento, la grande scommessa del futuro per gli addetti ai lavori e gli appassionati: Marco Simoncelli è cresciuto, non è più Superpippo, nè il mezzo clone di Rossi, ma è un ragazzo con la testa selle spalle ed un grande manico. E soprattutto ha fatto vedere che ha anche un carattere tutto suo, che ora che è diventato Campione del Mondo della classe 250 è uscito ancora più forte.
E Super Sic non deve più dimostrare niente, anzi è sempre se stesso come abbiamo visto anche nel video che anticipava l’intervista che il mensile Riders gli ha dedicato questo mese – e soprattutto non vuole volare troppo alto. E saltare le tappe.
Una decisione tanto sicura e ferma che lo ha portato a rifiutare un milione di dollari, dicendo no a più di una proposta per passare alla MotoGP già dal 2009.
Ma Marco non ha voluto, nonostante la vittoria mondiale nella classe 250cc, il pilota Gilera ha deciso di farsi ancora un poco le ossa nella 250, a riconfermare il titolo – la cosa più difficile, o almeno così si dice – per poi arrivare alla MotoGP con le spalle ancora più larghe. E magari i ricci ancora più lunghi.
Decisione non facile certo, per la quale Marco ha ascoltato i consigli di una strettissima cerchia di persone, tra cui quella del suo amico Valentino Rossi. “Lui mi ha suggerito di passare in MotoGP, ma non gli ho dato retta. Non avevo voglia di fare un altro anno di apprendistato“.
Anno che sarebbe stato pur sempre in team interessanti, come ci ha pensato il suo manager Carlo Pernat a dichiarare: “Ora si può dire. I primi a contattarlo sono stati quelli della Yamaha Tech 3 di Poncharal, poi la Ducati, sia per la squadra ufficiale, sia per il team satellite. Infine anche Honda Gresini e Suzuki“.
Ma Simoncelli ha scelto di restare alla Gilera, rinunciando a molti soldi, perchè “tanto se continuo ad andare forte, me li offriranno anche il prossimo anno. Certo, il mio sogno è vincere anche in MotoGP“.
Insomma idee ben chiare in mente quelle raccontate da Simoncelli a Riders, ma nella sua intervista da Campione del mondo si è anche lasciato andare svelando altri particolari della sua vita, sia professionali sia intimi, come un lato inedito del suo carattere fino ad oggi sconosciuto.
E da lui stesso raccontato: “Fino a 15-16 anni, spesso, ho dormito nel lettone con i miei genitori e ancora oggi, ogni tanto, lo faccio“. E l’ultima volta è successo anche a Valencia, la notte dell’ultima gara del Motomondiale, nel camper di famiglia, come ha racconato la sorellina di Marco a quel punto, Martina:
“Eravamo tutti insieme nel lettone, io, lui e i nostri genitori. Abbiamo fatto una gara a chi scendeva per primo“. E sempre la sorella Martina ha raccontato anche che Marco parla nel sonno: “Una volta l’ho trovato per terra che urlava: “Bee, beep… Spostati, levati!“.
Ma a raccontare meglio Marco ci ha pensato anche Aligi Deganello, il suo capotecnico: “Credevate che Sic fosse il soprannome di Simoncelli? No, è l’acronimo di Sbattersene I Coglioni. Lo abbiamo deciso noi, perché dopo i due anni andati male avevamo capito che era arrivata l’ora di rimboccarsi le maniche, fregarsene delle critiche e dare gas“.
Capito il ragazzo? Mica “paglia”, anche perchè se non ce la avesse fatta, il destino sarebbe stato ben più duro con lui, come dice papà Paolo: “Rischiava di andare a fare il gelataio o il muratore” e Simoncelli ribatte “I gelati mi piacciono, ne avrei mangiati tanti, ma non esser riuscito a dimostrare il mio valore mi avrebbe fatto tirare il culo.”
Non ne abbiamo il minimo dubbio, Super Sic!
via | SportMediaset (ringraziamo Antosette per la segnalazione)