Sicurezza stradale in 4 mosse proposte da Confindustria Ancma

Di Gianluca
Pubblicato il 6 feb 2009
Sicurezza stradale in 4 mosse proposte da Confindustria Ancma


Quattro le mosse suggerite da Confindustria Ancma per ridurre l’incidentalità all’incontro con la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.

Garantire la continuità dei corsi per il conseguimento del patentino per i ciclomotori e delle iniziative dedicate all’educazione stradale. Vietare l’uso del casco D.G.M. ancora consentito dalla legge per la guida dei ciclomotori, ma obsoleteo e molto pericoloso. Integrare i programmi ministeriali per il conseguimento della patente B con uno specifico modulo dedicato al rispetto degli utenti delle due ruote. Migliorare le infrastrutture stradali rendendole sicure anche per i motociclisti.

Queste, in sintesi, le principali aspettative poste da Confindustria ANCMA all’attenzione del Presidente della Commissione Trasporti, Mario Valducci, e dei suoi commissari, martedì scorso nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sicurezza nella circolazione stradale, promossa dalla Commissione Trasporti della Camera dei deputati.

L’indagine conoscitiva rappresenta un importante lavoro preparatorio in vista dell’emanazione di una proposta di legge destinata ad introdurre importanti novità in materia di sicurezza stradale. A fronte dei notevoli investimenti fatti nel corso degli ultimi anni dai costruttori di ciclomotori e motocicli, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza attiva e passiva dei veicoli (sistemi di frenatura avanzata, controllo di stabilità, accensione automatica delle luci, ecc.), purtroppo, i dati statistici sull’incidentalità hanno dimostrato che occorre lavorare anche in altre direzioni.

E proprio in quest’ottica si muovono le proposte fatte da Confindustria ANCMA in occasione della riunione. Malgrado gli investimenti degli ultimi anni fatti dai costruttori di ciclomotori e motocicli, sulla sicurezza attiva e passiva (sistemi di frenatura avanzata, controllo di stabilità, accensione automatica delle luci, ecc.), purtroppo, i dati statistici sull’incidentalità hanno dimostrato che occorre lavorare anche in altre direzioni.

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