Max Biaggi deve "solo" crederci. Con questa Aprilia, niente è impossibile!

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 2 mar 2009
Max Biaggi deve


C’è addirittura chi, dopo la prima infuocata gara di Philip Island, tende a tirare le conclusioni di questo splendido avvio del mondiale Sbk 2009.

E chi già emette sentenze, pro o contro, rispetto a Biaggi-Aprilia, il binomio più atteso e chiacchierato.

Motoblog ha sintetizzato la prestazione nel titolo di ieri: “Max, corsaro a metà”. Non tanto in riferimento all’ordine di classifica, ma a quanto dimostrato dal pilota romano e dalla inedita quattro cilindri di Noale nel week end australiano.

Un gran tempo in superpole e una gara due nel gruppetto di testa non è cosa da niente. Sa di miracolo! Considerando anche che il nuovo motore, “acerbo” ma superpotente, alla sua prima uscita, non ha accusato il benché minimo inconveniente. E questo va a “tutto onore” nel conto dell’Aprilia.

I primi bilanci dovranno essere tirati fra quattro, cinque gare. Ma alcune prime considerazioni vanno tracciate. Soprattutto rispetto al pilota.

Biaggi, “da solo” (vedi la superpole), è ancora in grado di tradurre la sua straordinaria classe di purosangue in tempi straordinari capaci di fare sognare i suoi aficionados e di intimorire qualsiasi avversario.

Ma nella mischia, specie nel caos della primissima fase di corsa, Max appare sin troppo “timoroso”, sembra “risparmiarsi” e subire l’assalto della indiavolata compagnia, facendosi sfilare e perdendo irrimediabilmente posizioni.

In entrambe le manches, pur con una condotta di gara molto differente, Max ha corso come il gambero: all’indietro. E uno come lui, non può accontentarsi di “tenere duro”. Anche perché in questa Sbk non è consentito: o vai all’attacco o vai indietro.

Ed è esattamente ciò che è successo a Philip Island. Al quattro volte campione del mondo manca l’affondo, la sciabolata dei bei tempi andati, la frustata secca e bruciante del sorpasso capace di conquistare posizioni e “domare” gli avversari.

A scanso di equivoci, lo ripetiamo: con l’aria che tira in questo equilibratissimo mondiale Sbk, davanti a Biaggi e all’Aprilia bisogna togliersi il cappello: un debutto così “competitivo” non l’avrebbe immaginato nessuno! Ma proprio per questo, proprio perché il binomio italiano ha dimostrato un potenziale straordinario, il risultato finale lascia … l’amaro in bocca.

Sintetizzando: mentre la superpole è frutto del “valore aggiunto” di Biaggi, il … mancato podio (era a portata di mano! Ed era strameritato!) è frutto della determinazione … sfuocata del campione romano. Che, a lame incrociate, tende a defilarsi nel momento più acuto della lotta.

Evidentemente fra pilota e moto non c’è ancora il feeling necessario che consente di inanellare giri “alla morte”.

Adesso Biaggi sa di avere una gran moto, sa che non deve temere nessuno: deve solo crederci! A quel punto ogni traguardo è possibile. Anche il titolo iridato.

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