Dovizioso su Riders va alla carica: "Lorenzo pare uno sbruffone, Melandri mi ha deluso, Simoncelli ha talento"
Andrea Dovizioso, uno che oggi “è arrivato” e che lo ha fatto velocemente: pilota ufficiale HRC dopo tanta gavetta, stagioni dure, stagioni facili, vittorie ed un talento sicuro. Ma proprio ora che è pronto a provare a dire la sua essendo dalla parte del gotha motociclistico, ha anche trovato la voglia di dira la sua su tutto. Il motomondiale, le corse, i suoi rivali. E di farlo togliendosi un bel po’ di sassi dalla scarpa.
E lo ha fatto dalla pagine di Riders, il mensile diretto da Roberto Ungaro in edicola oggi in un numero dedicato tutto alla velocità, e nel quale è contenuta una lunga intervista al pilota Honda. Farcita di un bel po’ di commenti sui suoi rivali. Nei quali il Dovi è partito subito duro: “Jorge Lorenzo? “E’ uno sbruffone. Marco Melandri? Uno che “si è arreso“.
E ancora, parlando sempre del suo rivale italiano: “Melandri mi ha un po’ deluso per il comportamento che ha avuto. Si è arreso e non ha più cercato di adattarsi”
Ma di sicuro il suo rivale DOC rimane il compagno di Valentino: “Lorenzo è molto, molto strano. Ha un atteggiamento da sbruffone. Questo non vuol dire che lo sia. Ma è quello che comunica. Si vede che è costruito, non naturale. L’anno scorso è partito fortissimo, poi è incappato in alcune cadute anche brutte. Questo ha confermato il mio giudizio su di lui.
E cioè che tutto quello che fa, lo fa d’istinto. In questo modo fin quando ti va tutto bene vai forte, ma se qualcosa comincia a non tornare non ti sai limitare, sprofondi“. Parole forti, che la dicono chiara sui pensieri del pilota di Forlì. Che anche in casa si ritrova un compagno di sicuro non facile: Dani Pedrosa.
E qui Dovizioso lascia trasparire che non tutto va per il meglio con lo spagnolo: “Mi piacerebbe avere un rapporto rilassato, anche se credo che venga influenzato da Puig. Dani è un ragazzo tranquillo. Poi quando ci sono altre persone con lui, cambia“. In compenso, Andrea ha parlato anche di un altro suo rivale, ma ex al momento, per il quale i toni sono stati ben diversi.
Parliamo ovviamente di Marco Simoncelli: “Lui è un talento. Adesso è maturato. Non credo che la crescita sia stata frutto solo dell’intelligenza. Penso sia stato aiutato. Da Valentino. Essendo suo amico, se l’è preso a cuore e gli ha fatto capire dove sbagliava“.
Insomma ne ha per tutti il pilota HRC, anche per se stesso, specie quando gli si fa notare che non riesce, come altri, ad essere anche un uomo-immagine: “Adesso non basta più il risultato, devi anche essere brillante. Tanto di cappello a Valentino, ma non tutti possono essere estroversi come lui.
Ho sempre avuto un carattere deciso e riflessivo, forse per il rapporto che hanno avuto i miei genitori, un po’ burrascoso. Per anni hanno litigato in casa. Mettendomi nel mezzo non ci stavo bene. In questo modo sono stato obbligato a maturare, a capire cosa mi serviva per farmi stare bene“.
In compenso c’è una cosa per la quale l’italiano non vuole sentire storie: i motivi che lo hanno portato ad avere una Honda ufficiale. Risultato che non vuole essere un premio fedeltà, a suo dire: “Non mi piace questa teoria. La fedeltà non basta. Se facevo una stagione alla De Angelis non mi prendevano“. Ha spiegato senza mezzi termini, ovviamente…