Roby Rolfo: "L'esclusione? Una doccia fredda, ma non mi arrendo"
Pochi si sarebbero aspettati lo sbarco nel mondiale Superbike di John Hopkins, ma a stupire non è tanto l’arrivo dell’americano quanto l’addio di Roby Rolfo al team Althea Honda e al campionato delle derivate.
Gli amici di sbkpoint hanno intervistato il gentile e disponibile pilota torinese che ha così svelato ai tifosi tutti i retroscena della sua sostituzione. Riportiamo un’ampia sintesi dell’intervista.
– Caro Roby, questa notizia è stata una spiacevole sorpresa per tutti i tuoi tifosi e per gli appassionati superbike italiani. Eri al corrente delle trattative del team con John Hopkins o per te è stata una sorpresa?
“Purtroppo è stata una bruttissima sorpresa per me. Un fulmine a ciel sereno. Prima dell’inizio stagione, durante i test di Portimao, ho avuto qualche problema con la spalla e non sono riuscito a girare. Mi ha poi visitato il Dott. Porcellini che mi ha dato buone notizie, sarei rientrato al cento per cento a breve. In quel momento molti giornali scrissero che avevo rifiutato un operazione necessaria (cosa non vera)…e, sempre in quel periodo, girava qualche voce sul possibile ingresso di Hopkins al mio posto. Mi arrivò una telefonata dal team manager che mi avvertiva di non dare importanza ai giornali.
Cosa più importante; mi presentai a i test pre-campionato a Phillip Island davvero al duecento per cento della forma, dopo un duro lavoro di preparazione, e riuscii a fare circa 90 giri al giorno su tempi molto buoni. Da quel momento è partito il campionato e tutto sembrava procedere al meglio… solo qualche problema tecnico mi ha impedito, nell’ultima gara in Qatar di concretizzare il buon piazzamento ottenuto in superpole… mi sono dovuto fermare in entrambe le gare!
Ero comunque e pronto per Valencia quando un tifoso mi ha avvertito che circolavano nuovamente in rete voci dell’arrivo di Hopkins. Ho ricevuto conferma al telefono dal mio ex-team manager, Johan Stigefelt “Stiggy” il quale mi ha detto che da Valencia sulla mia moto avrebbe corso Hopkins, ci tengo a precisare che non mi è stata offerta la terza motoSBK, come ha detto qualcuno…quella notizia è stata una doccia fredda…”
– Ed ora, hai delle alternative o delle proposte?
“Sono stato contattato nei giorni seguenti da un team non ufficiale, sempre per la SBK, non so ancora se ci siano tutte le premesse giuste per correre…in ogni caso sto lavorando tanto per poter trovare quanto prima una situazione competitiva..Mi piacerebbe molto il progetto della futura Moto2, mi motiverebbe moltissimo”.
– Molti giudicano o giudicavano il mondiale delle derivate di serie come estraneo a questo tipo di manovre, trovi che l’ambiente negli ultimi tempi si stia snaturando?
“Anche io credevo nel clima familiare della Superbike e pensavo che fosse innanzi tutto la passione e l’amore per le moto a dettare legge…”
– Come è stato per te passare da impegnato ad escluso dal mondiale in così breve tempo?
“E’ stato tutto tranne che piacevole, tanti credono che il correre in moto non sia una vera professione. Noi siamo molto fortunati perché abbiamo la possibilità di lottare per un sogno, il nostro lavoro è anche la nostra passione..e questo è bellissimo. Però, vi assicuro che c’è tanta preparazione dietro, ci sono tante aspettative, la tua vita intera è legata a quel progetto, a quell’obiettivo e l’impegno è realmente grande se corri solo per passione e non per altri fini…Se vieni tagliato fuori in modo così improvviso ti senti spiazzato. Sono comunque abituato a reagire anche alle situazioni difficili con l’entusiasmo e con la carica. Non mollo di certo ora”.
– Se ti chiedessero di fare un bilancio della tua esperienza in SBK fino ad ora?
“Sono totalmente insoddisfatto, dopo l’anno con il Team Ten Kate dove ho concluso settimo a fine anno, questa sarebbe stata la seconda vera possibilità per me con una squadra competitiva, il mio obiettivo era molto alto”.
– Secondo noi il vero Rolfo per un motivo o per un altro non si è visto in queste stagioni, in più di una circostanza ti abbiamo visto lottare con i primi, dimostrazione che il pilota ha le capacità. Allora cosa ti è mancato per esprimerti al meglio e per trovare la costanza di rendimento?
“Ho esordito in SBK nel 2006 con il team privato Caracchi, dopo il buon quinto posto a Phillip Island e qualche discreto settimo, ottavo posto durante la stagione, è stato realmente difficile stare al passo dei team ufficiali che, nel frattempo, avevano investito molto nello sviluppo e nelle giornate di test… Ho avuto poi l’occasione di fare da Test Rider per la Supersport per realizzare una comparazione per una rivista. Ho girato molto forte e sono stato notato dal Team Ten Kate, ho corso per loro in SBK nel 2007, quella è stata la prima vera possibilità in Superbike. Ad Assen ho ottenuto il primo quinto posto e poi sempre in crescendo fino a Monza dove ho perso il secondo posto per colpa della benzina. La gara dopo in Inghilterra ho concluso quarto gara uno, potevo nuovamente lottare per il podio ma gara due è stata annullata per la pioggia…
Altre sfortune tecniche mi hanno fatto spesso perdere punti preziosi…da li a fine stagione e in molte occasioni mi sono “aggirato” alla zona podio, come a Brno senza però riuscire nell’impresa. Ma, come diceva un caro amico, le gare non si vincono con i “se” e con i “ma”… Avevo creato un ottimo rapporto con i ragazzi della mia squadra, è stata dura lasciarli… Sentivo di meritare quella possibilità perchè nel corso dell’anno ero cresciuto molto a livello di guida. il passaggio dalla 250 all’SBK richiede comunque un po’ di tempo.
L’anno seguente, 2008, ho corso con il Team privato Honda Althea, esordiente in SBK, nonostante la buona volontà e l’impegno massimo da parte mia e della squadra, è sempre stata un’impresa andare a punti, a parte qualche sporadica lotta tra i primi, non avevamo ancora le basi per essere costanti. A parte l’infortunio prima di Monza che mi ha costretto a stare fermo un po’, mentalmente e fisicamente mi sono sentito al cento per cento tutto l’anno e non ho mai mollato, nemmeno per un secondo… E questo doveva essere l’anno del riscatto…”
– Credi che Hopkins possa subito essere protagonista?
“Sicuramente si farà notare, la sua guida “particolare” non molto pulita, spesso premia in Superbike”.
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