Amarcord: Suzuki DR600 e 650

Dopo la Yamaha XT, la Honda XL e la Kawasaki KLR, che aprirono la strada negli anni Ottanta alle enduro monocilindriche, e dopo l’outsider Suzuki DR750, torniamo alla casa di Hamamatsu con il modello precursore del Big: il DR600. Nel 1980 comparve per la prima volta la DR400S, a sua volta erede della DR370, una piccola scrambler del 1978. Dotata di un motore monocilindrico da 396 cc con distribuzione SOHC a due valvole per cilindro, alimentata da un carburatore Mikuni da 33 mm e con 27 CV di

Di Lorenzo Rinaldi
Pubblicato il 3 lug 2013

L�enduro monocilindrica si Casa Suzuki, il DR600, poi diventata 650 nel 1990

L’estetica esile, con il serbatoio di appena 9 litri, richiamava molto le moto da regolarità dell’epoca, con il piccolo faro che sormontava una sorta di tabella portanumero, così come la ciclistica, con tanto di doppi ammortizzatori posteriori Kayaba e due freni a tamburo da 150 mm. Sempre nel 1980 fu la volta della DR500S, con motore da 498 cc e 36 CV a 6.500 giri, alimentato da un carburatore Mikuni 35SS, ma soprattutto con testata a quattro valvole.

Negli anni successivi questo modello subì alcuni restyling estetici, anche se l’unità motrice rimase pressoché identica fino al 1985, quando venne presentato il primo DR600S con motore da 589 cc alimentato da un carburatore Mikuni da 40 mm e caratterizzato dal raffreddamento SACS (Suzuki Advanced Cooling System). La potenza massima dichiarata toccava i 43 CV CV a 6.500 giri mentre la coppia massima era di 49,5 Nm a 5.000 giri.

La ciclistica era sicuramente più adatta per l’epoca, con una forcella Kayaba da 39 mm e un monoammortizzatore posteriore, oltre che un freno a disco anteriore da 240 mm. Su alcuni mercati (ma non quello italiano) si vide, solo per il 1985, una versione denominata SP600, dotata di carburatore CV a depressione.

L�enduro monocilindrica si Casa Suzuki, il DR600, poi diventata 650 nel 1990
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Suzuki seguì in quegli anni a modo suo la moda delle moto dakariane che iniziava a dilagare, proponendo nel 1986 la DR600R Djebel, in quegli anni il modello di maggior successo, con un look che manteneva il parafango alto ma un serbatoio da 21 litri. Questo modello, conosciuto semplicemente con il nome di Djebel, che in arabo significa montagna (con particolare riferimento ai Djebel tunisini), su alcuni mercati venne commercializzato con il nome di Dakar.

Nel frattempo la concorrenza si faceva più agguerrita, soprattutto quella di Honda che nel 1988 presentò il suo Dominator da 650 cc, mandando in pensione la XL600. Suzuki rispose all’attacco nel 1990 con l’adozione del propulsore da 640 cc per i nuovi modelli. Nello stesso anno venne presentato anche il DR350S, una polivalente enduro della quale l’anno successivo venne approntata anche una versione più specifica per l’enduro, mentre una decina di anni più tardi la cilindrata salì a 400 cc con i modelli DR-Z 400S (enduro stradale) e DR-Z 400E (enduro specialistica).

Con l’adozione del nuovo motore cambiarono anche i modelli. Se il DR650 Djebel rimase apparentemente immutato (in realtà cambiò molto, ma l’estetica vincente non fu stravolta), la versione S uscì di listino, mentre entrò il DR650RS, quest’ultimo caratterizzato dalla semicarenatura e dal parafango basso, proprio come il Dominator. Rispetto a quest’ultimo, l’RS costava molto meno, anche se aveva ancora, come il Djebel, il solo avviamento a pedale.

L�enduro monocilindrica si Casa Suzuki, il DR600, poi diventata 650 nel 1990
L�enduro monocilindrica si Casa Suzuki, il DR600, poi diventata 650 nel 1990
L�enduro monocilindrica si Casa Suzuki, il DR600, poi diventata 650 nel 1990
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La potenza dichiarata per entrambi i modelli salì a 46 CV erogati a 6.800 giri, mentre il valore di coppia arrivò a 56,6 Nm a 5.000 giri. Il peso della Djebel era di 172 kg, che stranamente scendevano a 163, nonostante la carenatura, sulla RS. Nel 1991 venne introdotta finalmente la DR650RSE con avviamento elettrico e decompressore automatico, che pesava 15 kg in più della sorella con avviamento a pedale, arrivando così a 178 kg.

Il Djebel rimase invece fedele al kick starter. L’anno successivo proprio il Djebel uscì di listino, sostituito dalla DR650R, e anche la RS lasciò definitivamente strada alla RSE, che fu ristilizzata. Su entrambi i modelli il serbatoio scese dai 21 ai 17 litri.

Nel 1996 un ritorno alle origini con la DR650SE, enduro dalle linee classiche con mascherina e parafango, in un’epoca in cui le enduro erano tendenzialmente carenate e con parafango basso. Migliorarono la maneggevolezza e il peso calò, ma anche la potenza del motore. Il DR divenne in quegli anni un modello economico ed entry level, visto che Suzuki stava sviluppando nuovi modelli come la XF650 Freewind del ’97, che in pratica sostituì la DR650RSE sfruttandone lo stesso propulsore ma con attitudini più stradali.

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Questo modello venne prodotto, soggetto ad alcuni restyling, fino al 2004, quando uscì dalla maggior parte dei listini, compreso quello italiano. Su alcuni mercati, come quello americano, il modello DR è però oggi ancora ben lontano dall’essere pensionato. A listino ci sono infatti sia il DR650SE sia il DR-Z400S, quest’ultimo disponibile anche in versione SM da supermotard. In Italia invece questi modelli sono usciti di listino già da un pezzo. Vittime della moda?

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