Start MotoGP 2009: Rossi o Stoner? Ma non mancherà il "terzo incomodo"
Si passa dalle parole ai fatti. Ed era ora. Dopo cinque mesi si riparte con la notturna sulla pista piatta di Losail, in Qatar, primo dei 17 appuntamenti iridati 2009. Una assenza lunga, troppo lunga. Anche se per decenni il Motomondiale terminava a settembre e riprendeva a maggio. Dove eravamo rimasti?
Con Valentino Rossi al suo ottavo titolo iridato e una appetibile MotoGP, carica di attese ma traballante, che si presenta con novità immediate in chiaroscuro e altre peggiori annunciate per il 2010. Di fatto la Dorna e la Fim ritoccano marginalmente il “giocattolo” della MotoGP, la classe regina del motociclismo, che si presenta con il minimo storico dei 18 partenti (dagli oltre 40 corridori allo start per anni! …) e si affida “mediaticamente” alla buona … stella di Valentino. Tant’è.
Le novità “tecniche” 2009 non cambieranno niente, almeno ai vertici. Ci riferiamo alla monogomma Bridgestone (tutti, ob torto collo, sembrano averla digerita e apprezzata) e al ridimensionamento delle prove (venerdì unico turno di libere di 45 minuti e poi i successivi due turni di 45 minuti). Tutti partono agguerriti. Ovvio. Ma i favoriti restano gli stessi.
Rossi ha la corona imperiale in testa e annuncia che è “carico per vincere ancora”. E Stoner, che vuole riprendersi il numero “uno”, ribatte che “quest’anno non fallirà”. Ma sono dichiarazioni fatte a ciclostile dai rispettivi uffici stampa, per scimmiottare l’inutile copione della F 1 dei ricorsi e delle gare farsa.
A Losail, Rossi (solo quinto nel 2008) non ha mai vinto in notturna. Per il pesarese è uno dei pochi record da battere.
Non sarà facile, visto il dominio del binomio Stoner-Ducati (peraltro trionfatori a Losail nel 2007 e 2008) nei test, specie l’ultimo di Jerez con tempi strabilianti. La Desmosedici sembra ancora più forte, con il motore meno ruvido e con una erogazione di potenza più fluida e più pronta ai bassi regimi, con il telaio e il nuovo forcellone in carbonio che pare rendano la Gp9 più stabile e più guidabile (almeno in mano al “canguro”).
Stando ai tempi dei test, Stoner non pare subisca handicap dopo l’operazione allo scafoide. Ma un conto è un giro secco o poco più e un conto è una corsa intera. Vedremo. Stoner è il pilota più forte mai incontrato da Rossi: se rivuole il titolo deve però non cadere nelle “trappole” (anche tattiche e psicologiche) del pesarese, non abbassando mai la guardia.
Tornando a Rossi, (fuoriclasse dai nervi d’acciaio, un “martello” che raramente batte fuori dal chiodo), si può dire che l’otto volte iridato è nelle condizioni di tentare il replay del 2008: per far sua la “bella” con Stoner (per adesso stanno uno a uno) e raggiungere a quota nove titoli, Carlo Ubbiali.
La Yamaha dovrebbe confermarsi come la moto più “equilibrata” e quindi, sostanzialmente, la più “redditizia”. Ovvio che stiamo parlando di differenze minimali, di competitività fra giganti. Deciderà la pista.
E gli altri? Spunterà il terzo “incomodo”?
Gli “ufficiali” Jorge Lorenzo (Yamaha), Andrea Dovizioso (Honda Hrc), Nicky Hayden (Ducati Factory) sono gli outsider di lusso. Tutti e tre (è l’americano ad essere l’unico iridato ma anche il più in .. difficoltà, specie all’inizio), piloti molto diversi per esperienze e per temperamento, sono capaci di qualsiasi prodezza e .. risultato. Hanno l’obbligo di partire subito “forte”, altrimenti saranno costretti al ruolo di seconda guida, rispettivamente di Rossi, Pedrosa, Stoner.
Peccato che le cattive condizioni fisiche condizionano il debutto di Dani Pedrosa (Honda Hrc), pilota di grande talento ma anche di inspiegabili “vuoti”, che è chiamato a una stagione/verità.
Resta il fatto che il colosso dell’ala dorata fatica a tornare nel gradino più alto.
Grande aspettativa per la Suzuki, fortissima nei test, con il sempreverde Loris Capirossi (ultima stagione?), un “signor lottatore” al 20esimo anno di motomondiale e verso il 300esimo Gran premio in carriera. Loris e il suo coequiper Chris Vermeulen sono due”duri” in pista, ma a corrente alternata.
Qualche sorpresa positiva potrebbe venire dai ducatisti (Pramac Racing) debuttanti in MotoGp, Mika Kallio e Niccolò Canepa e dal “veterano” Sete Gibernau.
Il finlandese uscirà alla distanza. Mentre il debuttante italiano deve “imparare” a nuotare nel mare e non “deve” commettere sciocchezze. Invece lo spagnolo, al rientro dal GP del Portogallo 2006 e vincitore in Qatar nel 2004, non ha niente da perdere, se non la faccia. Sete può togliersi qualche soddisfazione e anche qualche … sassolino dallo stivale.
In lizza anche il “vecchio” Colin Edwards e la promessa “mancata” (almeno per ora…) James Toseland, reduce da due brutte cadute (Yamaha Tech 3).
Poi Toni Elias (RC212”V Honda factory-spec Team Gresini) e Alex De Angelis (Honda privat Team Gresini, il migliore team “privat”), Yuki Takahashi (Scot Racing) e il ripescato Marco Melandri (Hayate Racing Kawasaki).
In bocca al lupo a tutti da Motoblog!