Valentino Rossi "costruttore" di vittorie: colpo giusto al momento giusto

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 3 mag 2009
Valentino Rossi


Piaccia o no, Valentino Rossi ha rimesso i puntini sulla “i”. Nel senso che quando sembra in difficoltà, quando sembra giunto il momento della “discesa”, il campione pesarese riesce (quasi) sempre a reagire, a far quadrare i conti. A proprio vantaggio. E spesso, come oggi a Jerez, con gli interessi.

Stoner, Pedrosa, Lorenzo, pur diversi fra loro per esperienze e qualità, sono indubbiamente fior di campioni. Ma subiscono quasi sempre, chi più chi meno, il gioco di Valentino: una partita tipo “Orazi e Curiazi”. Uno alla volta Rossi riesce ad “infilzarli”. E’ stato così in passato ed è ancora così oggi. Le eccezioni non fanno che confermare la regola.

Il personaggio può piacere o no, tant’è che è amato (dai più) e odiato (da pochi) e criticato (da molti). Ma per onestà “intellettuale”, non si può non riconoscere il “valore” del pilota. Valore che appartiene a tutto il motociclismo. Non è solo una questione di titoli mondiali vinti (che pure contano). Il fatto è che Rossi difficilmente, molto difficilmente, sbaglia gli appuntamenti importanti o decisivi (a parte la scivolata che regalò il titolo ad Hayden …) .

In questo Valentino somiglia al “re dei re” Giacomo Agostini. Che non “solo” ha vinto 15 titoli mondiali, ma non ha quasi mai sbagliato il colpo giusto nel momento giusto: con Tarquinio Provini, Mike Hailwood, Jim Redman, Phil Read, Renzo Pasolini, Angelo Bergamonti, Jarno Saarinen ecc.

Non è colpa di Rossi, oggi, se questa MotoGP offre uno spettacolo inferiore alle aspettative.

A questa MotoGP manca indubbiamente la “mischia” davanti, come per esempio si è visto a Jerez nella 250 e come spesso si vede in Sbk. Soprattutto se la si giudica televisivamente, chè dal vero, è comunque tutt’altra … musica.

Ma i palati fini sanno dare il giusto valore a una corsa “tecnica”, fatta di tempi sul giro a martello, di inseguimenti, sorpassi, mantenimento del vantaggio, traiettorie a pennello ecc. Se gli avversari, dietro, non tengono il passo del battistrada (e se commettono errori), la colpa non è di chi va più veloce, bensì di chi va più piano (per demeriti propri o per problemi tecnici).

Per anni, la 125 e la 250 sono state più “spettacolari” della 500. Ma è sempre stata quest’ultima a tenere banco, nel bene e nel male, e sono sempre stati i big della classe regina a fare la “storia” del grande motociclismo.

Alla terza gara, non è certo il momento delle sentenze. Nessuno ha già ipotecato il titolo 2009. Una cosa è certa: Rossi si ripropone come l’uomo da battere. Non è né banale né ovvio, ribadirlo. Perché fino alla vigilia di Jerez non era né banale e né ovvio pensarlo.

Valentino è un “costruttore” di vittorie. Spetta adesso ai suoi più diretti avversari (Stoner per primo) dimostrarsi all’altezza del compito.

I fatti dimostrano che non è così facile come a volte può sembrare.

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